Riceviamo e pubblichiamo
“L’ennesimo naufragio, a circa 120 miglia a largo della nostra costa, richiama nuovamente alla responsabilità di affrontare diversamente il tema dell’immigrazione. Non è possibile affrontare il fenomeno migratorio con logiche di sovranità nazionale o di sicurezza”. Lo afferma la Segretaria Confederale Cgil Calabria Celeste Logiacco commentando quanto avvenuto oggi.
“Occorre – dichiara – ripartire dal valore della vita umana e dalle condizioni di chi fugge dai loro paesi. Se c’è una emergenza, soprattutto dopo il Decreto Cutro, è quella di contrastare un sistema che non funziona perché inefficace e non rispettoso della vita e della dignità delle persone: obiettivi questi che riguardano l’Italia e l’intero quadro europeo e senza i quali tutto si consuma solo nel cordoglio per l’ennesimo drammatico naufragio”.
“Ancora una volta chiediamo politiche eque ed efficaci sull’immigrazione e sul diritto di asilo, canali legali di ingresso e corridoi umanitari. Chiediamo l’abolizione della legge Bossi-Fini, l’abbandono delle politiche di esternalizzazione e dei loro scellerati risultati, garanzie d’accesso alla procedura di asilo, all’accoglienza, quella dei calabresi, quella del modello Riace, di Camini, Acquaformosa, in cui abbiamo creduto da subito e che abbiamo sempre sostenuto. Tutto questo perché sappiamo bene che le misure attuali non rispondono al bisogno di protezione internazionale. Non si può affrontare – conclude Logiacco – il tema dell’immigrazione come una mera questione di emergenza nazionale e di propaganda politica, non si possono negare i diritti fondamentali in capo ad ogni persona, in primis il diritto alla vita”.