Avvertenze per la lettura di questo pezzo. Che è un editoriale. E che quindi, come recita il vocabolario, è “un articolo di fondo di un giornale o una rivista, di solito non firmato. Ma che riflette il pensiero della direzione”. E siccome irriverentemente.com è un ‘sito personale’, speriamo il dato sia un pochino noto almeno a Catanzaro, di chi volete che rifletta il pensiero se non di noi stessi? Che peraltro non ricorriamo al… plurale per una botta di megalomania, da cui pure siamo affetti, bensì perché nella stampa si usa così. Ma torniamo all’editoriale. Incentrato e scritto, appunto, per informare i lettori della chiusura di ieri del rapporto di sponsorizzazione con il Celia Group. Una chiusura peraltro di fatto già annunciata e consumata circa un paio di mesi fa (clicca qui per leggere quanto scritto allora sullo specifico argomento:https://irriverenteblogdanilocolacino.wordpress.com/2023/12/20/fabio-celia-group-dopo-i-fatti-dello-scorso-inizio-novembre-che-hanno-portato-allarresto-di-2-persone-lintricata-vicenda-al-vaglio-degli-inquirenti-offre-nuovi-spunti/).
La chiusura della sponsorizzazione “suggellata” dalla… pila!
Torniamo sulla ‘chiusura’ suggellata da un passaggio formale: il nostro recupero della… pila!. Tutta. Ovvero delle somme pattuite in precedenza e da noi dunque legittimamente avanzate. Su cui, però, mai abbiamo avuto dubbi. Perché? Semplice: Fabio Celia appartiene a quella schiera di persone, che produce e dà. Sempre. Magari con ritardo, se in difficoltà per un qualsiasi motivo o inca@@ato per altra ragione, ma mai evitando di onorare gli impegni assunti. Altri soggetti incontrati nel nostro cammino, invece, prendono e basta! Perché è la loro natura. E ogni scusa è buona, magari quella di un presunto risentimento personale, per “risparmiare” non onorando i patti sottoscritti. Anzi, in un’Italia… particolare, nemmeno sottoscritti. E senza che “qualcuno” verifichi alcunché, pure se di mezzo ci sono soldi pubblici, E tanti. Che richiederebbero trasparenza e contratti formali. Invece Inesistenti. A differenza di certe incongruenti rendicontazioni fatte all’Inpgi. Di cui abbiamo le carte, se quel “famoso qualcuno” le vuole vedere. Ma questa è un’altra storia. Perché del resto quando il soldo è il vero e unico fine, salvo altra utilità, il risultato è scontato. Fessi noi, dunque. Punto e basta!
Entriamo più nel dettaglio
Quanto detto finora vuol dire che Celia sia un buon samaritano? Che regali soldi? Nossignori. Quando paga, sul lavoro è (anche giustamente) un ca*aca@@o come pochi. Che, pur con estremo garbo e rispetto, ti chiama alle 3 di notte o a Natale e Ferragosto. Ma il soldo non è tutto per lui. Anzi! E lo affermiamo senza tema di smentita. Perché, pur senza andare troppo a fondo, cioè nel profondo di fatti troppo privati, nella nostra esperienza ormai ultraquarantennale abbiamo capito (purtroppo sempre a nostre spese) una cosa banale ma fondamentale.
L’aspetto economico è sempre una questione che va molto al di là del suo valore. Perché ti rivela, meglio di tutto, chi hai di fronte. Il suo eventuale stile. Ed educazione, formazione e indole. Cose che non acquisisci a scuola, e nemmeno nella vita e neppure dalla stessa famiglia (il cui esempio pure conta tantissimo!). Perché devi avercele dentro. Del resto, come recita un vecchio adagio, “c’è gente così povera che l’unica cosa a cui può puntare è accumulare denaro!”.
Detto ciò, esclamiamo “viva Celia” perché spesso ci ha garantito la… pagnotta? No, nient’affatto! Ma lui almeno produce per sé e per tanti altri. E poi dà. Mentre c’è chi produce molto per sé, assai meno o addirittura niente per gli altri, e poi prende. Tutto il possibile, senza limiti per sé! Attenzione, però, noi con Celia, malgrado ciò, ci abbiamo litigato un… milione di volte. E talvolta anche di brutto. Ma alla fine della fiera, ribadiamo che con lui non ci abbiamo rimesso. Mai!
Celia una garanzia. Almeno sotto il profilo economico
Celia una garanzia! Almeno sotto il profilo economico. Persino quando sconsolato ci fa capire: “Chi capu e m…a chi hai (scusate il malcelato francesismo e soprattutto la prima singolare usata solo stavolta essendo nella fattispecie indispensabile, ndr)”. Vero, peralto. Anzi: stravero. Perché a differenza di taluni “colleghi” che ci copiano sovente, perché quella è la loro cifra professionale, noi a “Fabiuccio” abbiamo spesso e volentieri detto di no. Pure sapendo quanto ciò lo deluda sul piano personale. Quasi fosse un’offesa. E anche grave. Ma è fatto così, addirittura ingenuo e fanciullesco talora. Però, genuino. Solo che noi, come premesso a differenza di taluni “colleghi”, ci riteniamo suoi amici. Ma con una regola aurea: “Gli amici, persino se dipendenti, restano amici. Ma non sono… sguatteri”. Frase questa non nostra, bensì mutata (e riadattata) dall’immenso Giovanni Minoli. Che la pronunciò sull’ex premier Bettino Craxi dopo i guai giudiziari di quest’ultimo. Del resto, tuttavia, se da certi “giornalisti” ci divide una carriera con assunzioni nostre e mancate loro in giornali veri (non “blablabla.com”), malgrado il nostro carattere urticante e il loro ‘leccante’, un motivo ci dovrà pur essere. O no? Che dite voi, cari amici lettori? Domanda retorica, perché nel “paese catanzarese” si sa tutto. Di tutti!
L’abbiamo fatta lunga, lunghissima, ma siamo all’epilogo dell’editoriale per voi… finalmente
L’abbiamo fatta lunga. Lunghissima! Lo sappiamo e ci scusiamo, ma l’argomento lo meritava. Eccome. Dobbiamo però infine ribadire che non abbiamo condiviso sempre tutto di Celia. Anzi. E che un editore politico com’è lui, pur rispettoso della libera stampa com’è lui, è… scomodo. Tanto scomodo. Perché riflette spesso il malumore sul cronista-collaboratore di quanti lo tirano per la giacchetta. Di chi, cioè, si lamenta con lui dopo aver letto un articolo in cui magari viene fatto a… fettine. O da chi, semplicemente, lo pressa affinché sia sponsorizzata una certa linea politica. Ma noi, irriverenti per natura e per davvero (diffidate dalle imitazioni!), ce ne siamo sempre fregati. Perché altrimenti, Celia a parte, avremmo fatto ben altra carriera. E realizzato ben altri guadagni. Lo diciamo come ovvio senza la minima modestia e invece con tanta sfrontatezza. Ma a ‘Fabiuccio’ ci sentiamo lo stesso di dire: “Ciao, buona fortuna e grazie”. E, infine, chissà… . Magari in futuro ti dovremo dirti l’ennesimo “no”, non assecondando una tua richiesta o scelta politica. Però sapendo che in fondo sei molto meglio di tanti altri. Sebbene, spesso, non condividiamo quanto fai!