Un uomo che ha fatto fino in fondo il proprio dovere, il luogotenente della Guardia di Finanza Antonio Cerra. Di cui si è occupato la trasmissione Rai Farwest, condotta da Salvo Sottile. Intenzionato a far luce sulla tragica e misteriosa fine di questo, peraltro ‘pluridecorato’, militare. Morto a 52 anni per uno… strano suicidio nella sua casa di Pizzo. Prima però, per lui, oltre 30 anni di carriera nel Corpo alle dipendenze del Mef. Al Gico di Palermo; a Firenze, durante la stagione infuocata di Tangentopoli, e assai più di recente a Catanzaro. 

Da dove, tuttavia, aveva quasi sollecitato il trasferimento dopo anni di confronto, a tratti insostenibile, con una rete di commercialisti e avvocati. Parole di un anonimo collega e amico dello stesso Cerra al microfono di Carlo Marsilli. Inviato Rai (già a La7) con cui abbiamo parlato dello stesso interessantissimo reportage circa 3 mesi fa. Quand’era in fase di preparazione. Il serrato lavoro, cioè, per saperne di più su Cerra e quanto stesse facendo in Gdf. Forse all’opera in una presunta indagine interna, per asseriti casi di corruzione, nella caserma delle Fiamme Gialle di Lamezia. Dove si registreranno poi ben 20 casi di soggetti indagati e dove prestava servizio, da nuovo comandante del Nucleo Operativo, appunto in arrivo dalla ‘scomoda sede’ del capoluogo. 

E soprattutto di sicuro impegnato, quasi in veste di investigatore chiave, nella maxinchiesta Petrolmafie avviata dalla Dda catanzarese (allora guidata dal procuratore Nicola Gratteri). In cui ci sarebbe il coinvolgimento primario addirittura di uno dei capi della temibilissima cosca di ‘ndrangheta Mancuso di Limbadi: il superboss Luigi. Detto il… Supremo. Impossibile, però, allo stato determinare se Cerra sia stato in qualche modo vittima di… fuoco amico, magari istigato al suicidio in quanto “spia”. O di una vendetta di mafia o davvero di un disagio psicologico sfociato in tragedia. Al momento, quindi, rimane il mistero, uno dei tanti, sulla drammatica morte di un grande e sfortunato servitore dello Stato. Forse lasciato troppo solo a lottare contro poteri evidentemente molto ma molto più grandi di lui. Che alla fine lo hanno stritolato, fisicamente o psicologicamente.

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