Giacomo Corona

Nessun consiglio per la prossima campagna acquisti all’Uesse 1929. Ci mancherebbe altro. Ma non nascondiamo che veder fluttuare fra gli avversari Giacomo Corona (figlio di Re Giorgio) nella finale della 73. edizione della Viareggio Cup (pur appannaggio del ‘bicampione’ Sassuolo, riconfermatosi dopo il 2022) con la maglia del Torino un certo effetto lo fa.

Il ragazzo, un classe 2004, ricorda il padre tanto nelle movenze quanto nel fisico, essendo addirittura un po’ più alto e ‘pesante’ del padre. È chiaro, però, che ancora di strada ne debba fare per diventare, quantomeno, l’emblema dei superbomber di provincia: dalla A ai Dilettanti (anche regionali) come fu il famoso papà, beniamino pure della torcia giallorossa del Catanzaro.

Chissà, comunque, che non riesca a fare anche meglio. Considerato come il genitore fino a ben oltre i 20 anni giocasse solo nei campionati siciliani, dividendo onorevolmente il tempo a disposizione fra il campo di calcio e l’attività lavorativa di cameriere, mentre il suo ragazzo, già a 18 anni, è stato voluto da una società del calibro e della storia del Torino con il club granata del patron Urbano Cairo. Impegnatissimo, peraltro, a riorganizzare il settore giovanile per riportarlo ai fasti d’un tempo. Progetto per cui è stato appunto voluto anche l’apporto di Corona Jr.

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