di Luigi Stanizzi*
L’acqua è tornata potabile a Catanzaro. Ma quando non lo è stata molti hanno continuano a bere il liquido contaminato, compresi bambini e gestanti, perché non lo sapevano. Un pericolo per la salute pubblica. Incredibile: Nessun cartello ha informato i cittadini della non potabilità alle rinomate fontane pubbliche come ieri a Piterà.
Eppure nei giorni scorsi, come di consueto, decine e decine di catanzaresi (e non solo) si sono recati alle rinomate fontane pubbliche, come la storica fontana di Piterà, per prendere “acqua che viene dalla Sila”. Così anche ieri 12 Giugno 2024, vigilia di Sant’Antonio, riempite bottiglie e taniche di (ritenuta erroneamente) buona acqua fresca, salubre, appena uscita dalla fonte, dopo una bella bevuta in diretta “dalla canna”, subito a casa con la riserva idrica utile per alcuni giorni. Acqua consumata per bere, da bambini, anziani, gestanti, da tutti: acqua buona che arriva dalla Sila!
Ma ATTENZIONE, non è così. Quell’acqua non è potabile, lo ha certificato il Comune con un’ordinanza. Peccato che non tutti lo sanno. Neanche lo storico venditore di frutta, sicuramente autorizzato, in pianta stabile accanto alla fontana di Piterà. Alla fontana non c’è un cartello che avverte “ATTENZIONE ACQUA NON POTABILE”. Nulla di tutto questo. Negli Anni Cinquanta, quando in una fontana pubblica si registrava la non potabilità, la guardia municipale, armata di pennello e pittura, su un pezzo di tavola scriveva ATTENZIONE ACQUA NON POTABILE!
E oggi, non si fa più? Incredibile!
È questo che prevedono Leggi, Regolamenti, Testi Unici, Norme Generali di Igiene pubblica, norme di buon senso? Oggi che ci sono le fotocopie? Quante fontane pubbliche ci sono a Catanzaro, dove abitualmente i cittadini vanno a prendere l’acqua? Tre o quattro. E se anche fossero trecento?
E se qualche bambino, o gestante, o ammalato, o adulto o anziano sta male per avere ingerito acqua non potabile, per mancanza o insufficienza di informazione, di chi è la responsabilità? Chi vigila? La polizia municipale, l’assessorato, l’Asp, l’igiene pubblica, le forze dell’ordine, la procura della Repubblica? Se c’è pericolo per l’igiene, per la salute pubblica, chi se ne prende carico per evitare le conseguenze più nefaste? Sono stati affissi dei manifesti pubblici che avvertivano sulla non potabilità dell’acqua in una vastissima area di Catanzaro? S.Elia, Piterà, Janò, Pontegrande, Pontepiccolo, viale Pio X fino a via L. Rossi, Gagliano limitatamente alla via per Gimigliano e via Lenza (dallo stadio Verdoliva a scendere). Oltre che nelle fontane pubbliche, non è stata potabile neanche nelle case, uffici, locali pubblici, strutture sanitarie.
È così che viene tutelata la salute pubblica? Incredibile! Così neanche nei Paesi più sottosviluppati. Ora, è importante che chi ha riempito bottiglie e recipienti di acqua al momento sbagliato, perché non lo sapeva, non la utilizzi come acqua potabile. A tutela della propria salute.
Luigi Stanizzi*, giornalista e sindacato Liberi Scrittori