Ci piacerebbe tanto ascoltare il parere sulla sorte del povero cane Pati (ucciso da animali e non da uomini) di una certa sindacalista. Che due e mesi e mezzo fa ci scriveva sui social (sulla nostra pagina ufficiale, per giunta) di doverci vergognare, semplicemente perché avevamo detto la verità. Quale? Quella racchiusa nel nostro al solito impietoso commento sulla falsa e strumentale, oltreché tragicamente fantasiosa considerato il tenore dell’argomento, versione dei fatti resa sulla morte del cagnolino dai Fiorita-boys.
Le ca@@ate dei fioritiani sul povero Pati
Pati, come quasi tutti dovrebbero sapere a Catanzaro, è Il simpatico randagio del quartiere Signorello. Su cui i fioritiani hanno imbastito una favola horror, immancabilmente diffusa a mezzo stampa, all’indomani del terribile fatto. Un testo che descriveva addirittura in modo minuzioso, e macabro, orrende mutilazioni di ogni sorta. In realtà letteralmente inventate, non essendoci grazie a Dio state. Mai avvenute, insomma, sebbene Pati sia comunque andato incontro a una fine terribile, povero angelo. Ma definita dieci volte peggio di com’è stata, per errore? A nostro avviso no, conoscendo la famelica volontà di quest’Amministrazione (secondo noi la peggiore in città della storia repubblicana) di farsi pubblicità. In particolare in quell’inizio maggio in cui l’onda emozionale per un presunto, ma ahinoi verosimile, atto di sadismo e tortura da parte di uno o più… spostati era altissima. E quindi pronta a essere cavalcata dal men che mediocre, ma scaltrissimo e sempre opportunista, cucuzzaro fioritiano. Pronto a fare eco… mediatica.
La sindacalista piccata
L’opportunismo fioritiano era un dato, per noi acclarato, che avevamo stigmatizzato. Peraltro partendo da un ‘macigno’ di certezze: il comunicato sul pelosetto Pati, opera del cerchio magico di Nick, era un pessimo romanzo di fantasia. Pieno di ca@@ate sesquipedali. Ma la sindacalista si era piccata lo stesso. Inviperita per il trattamento riservato ai Compagnucci della Parrocchietta catanzarese sedicente Kommunista. Tanto che appunto ci suggeriva, senza ritegno per il suo essere spudoratamente tifosa e dunque non certo neutrale e distaccata come noi, di vergognarci. Noi che schifiamo i finti Kommunisti del cucuzzaro, a lei tanto caro, e parimenti i fascisti da lei richiamati per rimarcare come fosse antifascista. Che a noi suscitava solo un chissenefrega!
La scelta di non citarla con nome e cognome
L’annotazione personale sull’antifascismo, di per sé importante, in quel ragionamento era invece utile e pertinente quanto una stanza con caminetto acceso al mare in questi giorni. Noi, però, non nominiamo chi l’ha fatta per non usare il nostro sito informativo come clava. A prescindere se a leggerci siano 1, 10, 100 o mille persone. Perché le fesserie propalate dai suoi Compagnucci, pappa e ciccia con il suo sindacato, dimostrano già abbondantemente la serietà delle parti in… causa e la loro affidabilità. Tanto da fare anche capire chi è che si debba vergognare, avendo scritto il falso! Che seppure fosse addebitabile a un mero errore materiale (per noi non è così) ne dimostrerebbe la palese inadeguatezza.
Di seguito il link dell’articolo per cui avremmo dovuto vergognarci: https://www.lanovitaonline.it/catanzaro-mentre-tutti-esprimono-tristezza-e-sdegno-per-le-torture-al-cane-pati-i-fioritiani-si-giustificano-facendo-propaganda/
