Tanto tuonò che piovve, verrebbe da esclamare. Ma attenzione a non confondere le acque tra l’avviso di garanzia al governatore Roberto Occhiuto da lui “svelato” ieri sera tramite social e il terremoto che potrebbe generare a Catanzaro. Nella sfera politica in primis, ma poi anche nella città… sotterranea dei criminali in giacca e cravatta. Che noi stiamo faticosamente cercando di far emergere alla luce del sole con i conseguenti provvedimenti giudiziari del caso a loro carico. Della cappa massomafiosa, che sta soffocando la città, abbiamo infatti iniziato a parlare avantieri (leggi qui: irriverentemente.com/?p=17374), stigmatizzando l’arroganza e la protervia di quanti (e non sono pochi) si sentono intoccabili. Protetti da connivenze in… alto loco e da una fitta rete di “buone amicizie” e favori incrociati, però pure intimidazioni e ricatti reciproci. Ma di questo continueremo a parlare, ancor più diffusamente e in modo dettagliato, domenica prossima. Nel capoluogo tuttavia, al di là di certi rapporti incestuosi, c’è anche un trasversalismo politico, in nome di interessi diffusi, che suscita in noi altrettanta riprovazione. Sebbene (importante precisazione) in quest’ultimo caso non ci sia nulla di illegale, almeno fino a incontrovertibile prova del contrario.
Catanzaro non se la passa nient’affatto bene
I malintesi a cui abbiamo appena fatto cenno vanno subito dissipati, anche perché si porterebbe subito dietro azioni giudiziarie contro di noi ad opera di chi, legato a filo doppio a un contesto malsano, non vede l’ora di colpirci per metterci fuorigioco. La forma ritorsiva più… facile per schiacciare il nostro modo, autenticamente libero e senza padrini né padroni (tipo editori ombra, affiliati alla criminalità organizzata), di fare questo mestiere. E lo specifichiamo pur avendo la sensazione, diciamo l’auspicio, che per qualcuno il cerchio si stia lentamente, ma inesorabilmente, stringendo. Questa è però una storia diversa. E facciamo intanto subito chiarezza, quindi: la massomafia, molto forte e attiva perché infiltrata nella massoneria… pulita e nella cosiddetta società civile, è una cosa; eventuali penali responsabilità del singolo (chiunque egli sia) o di un certo gruppo dirigente un’altra e gli inciuci politici un’altra ancora. Malgrado a noi faccia ribrezzo tutto ciò che non è legale e trasparente. Ma ci sono radicali ed enormi differenze tra le varie realtà.. Che però purtroppo non cancellano un dato inconfutabile: la città sta vivendo la sua ora più buia.
Quanto anticipato da una testata locale era forse corretto e… puntuale, altro che illazioni!
Senza volerci e soprattutto poterci pronunciare sulla vicenda Occhiuto, presunto innocente fino all’ultimo grado di giudizio sempre a patto sia rinviato a giudizio, ci sbilanciamo nel desumere che la notizia (bomba) del “primo avviso di garanzia della mia vita” (parole del diretto interessato) al governatore della Calabria fosse forse nell’aria. E arrivata a qualche bravo giornalista. Al di là di ciò, anche se tale situazione determina un fatale intreccio tra politica e ipotizzate condotte illecite, noi al momento ragioniamo solo ed esclusivamente delle sue implicazioni politiche. Che vanno attentamente analizzate. Come premesso, però, potrebbero non essere stato il classico “fulmine a ciel sereno”. Perché una testata calabrese qualcosa su un imminente terremoto giudiziario l’aveva anticipata lo scorso fine-settimana. Ma, beccandosi aspre critiche social e non solo, dei soliti tuttologi da tastiera con frasi del tipo: “Che articolo è mai questo…”, “non ci sono nomi, non serve” e così via. Amenità di gente appunto esperta di tutto, però solo nella sua testa e dietro allo schermo di un Pc. Emulata da certi nostri… colleghi giornalisti, corrotti e invidiosi dello scoop.
E ora cosa faranno quegli stessi “certi giornalisti” turbo-garantisti?
Cosa faranno i giornalisti… turbo-garantisti ora? Quelli, per intenderci, per cui vittime innocenti della malagiustizia sono sempre i politici e colletti bianchi vari con annessa pletora di sodali e lacchè (fra cui, come ovvio, in primis i loro capi. Spesso oggetto di inchieste scaturenti da abituali malefatte). Parliamo di quei notisti senza vergogna, con la penna intinta nel curaro contro la magistratura, a difesa del datore di lavoro occulto, o del potente di turno, che mai si curano del povero Mohammed (nome di fantasia), immigrato squattrinato. Magari davvero arrestato per errore e poi dimenticato in carcere da Dio e dagli uomini. A dimostrazione di quanto sia peloso e interessato il loro garantismo. Proprio di “loschi figuri”, che cosa scriveranno adesso?
C’era un volta… il cattivo Gratteri. Ma ora cosa si inventeranno i campioni del garantismo?
I campioni del garantismo, sempre e comunque pro amici e soprattutto padroni, attaccheranno di nuovo la Procura della Repubblica del capoluogo a palle incatenate? Ce lo chiediamo perché attualmente è come noto guidata da Salvatore Curcio e quindi non è più gratteriana. Ovvero, nell’idea di questi prezzolati, non dovrebbe più essere un Ufficio che a loro insindacabile e perentorio giudizio (come hanno scritto all’infinito) era “scriteriatamente intervista e manettara” (in particolare nei confronti dei loro danti causa). Forse, quindi, al contrario terranno il punto del “turbo-garantismo”. Questo malgrado non sia di sicuro Occhiuto uno dei personaggi in vista che sono abituati a slinguazzare, anzi attaccandolo ogni “due per tre”. Che spasso sarà dunque vederli all’opera nel faticare a destreggiarsi con il cortocircuito del meccanismo, fazioso e servile, a cui sono fedeli.
Che cosa potrebbe succedere in Forza Italia Catanzaro, più in generale in Comune, e nell’intera città?
Parlare di robe tipo dimissioni di Occhiuto o elezioni anticipate allo stato non è prematuro, è semmai fantascientifico! Ma se, per assurdo, ciò accadesse, anche tra sei mesi, per la Catanzaro politica e il Comune sarebbe una slavina. Un po’ come la teoria della pallina su un piano inclinato. Un qualcosa di irrefrenabile, insomma! Pensate infatti che persino per lo… stratega, capo occulto della “loggia sospetta” finita sotto la nostra lente d’ingrandimento, sarebbe una pessima notizia. Si tratta però, ancora una volta, di tre piani totalmente diversi e non intersecati tra loro.
Lo ribadiamo per l’ennesima occasione, a scanso di ogni possibile strumentale equivoco di sorta. Ecco però perché, se venisse giù tutto, si potrebbe (ri)aprire la lotta intestina, per ora solo abilmente sopita, nella locale Fi con un Marco Polimeni (insieme a Sergio Costanzo & co.) pronto a mettere ai margini un Antonello Talerico senza più l’egida del nume tutelare Occhiuto. E che dire poi in Comune di un Filippo Mancuso non più presidente del consiglio regionale a cui la “supplenza” di Nicola Fiorita, sindaco al posto suo finché non si… libera da Palazzo Campanella, a quel punto non servirebbe a niente.
Tanto che potrebbe subito richiamare all’ordine gli… agenti a L’Avana-De Nobili (Francesco Scarpino, Rosario Mancuso, Manuel Laudadio ecc.) affinché facciano ciaone a Nick. Senza infine dimenticare nella Catanzaro underground (o sotterranea, se preferite) il “capo-loggia” di mafia, sempre nei nostri pensieri, che intanto non si sente più completamente al riparo da tutto. Che botta per lui! E come non bastasse viene stoppato mentre sta architettando da anni (è proprio il caso di dire) l’ascesa di un prestanome in Regione. Operazione che, in caso di elezioni anticipate, potrebbe complicarsi notevolmente, considerato come nella sua area di riferimento al momento guardino a lui e ai suoi sodali come il fumo negli occhi.