Elly Schlein

Il successo nella corsa alla segreteria del Pd di Elly Schlein, donna anticonformista e dichiaratamente bisessuale adesso in coppia con una donna, ha messo in brache di tela un’intera classe dirigente del partito. Che ha stoltamente puntato su un candidato ‘centrista’ per spuntarla. In particolare in Calabria. Dove i vertici locali, pensando di lucrare dalla vittoria annunciata di Stefano Bonaccini, si sono schierati in massa dalla parte di quest’ultimo. Soprattutto in previsione dei posti in lista alle prossime Politiche. Elezioni che, pur allo stato lontanissime nel tempo, in una regione marginale come la Calabria, dove le chance per emergere sono pochissime, fanno davvero gola. Ecco allora che quasi tutti i big Dem calabresi si sono subito messi alla corte di Bonaccini. 

E anche di De Luca junior, deputato figlio dell’assai più noto De Luca senior governatore della Campania, il quale da coordinatore per il Sud della mozione congressuale del presidente dell’Emilia-Romagna sembrava offrirgli le maggiori garanzie. Tutti sul carro del vincitore annunciato, allora, con al seguito i soliti immancabili aventi causa. Convinti, ancor di più dopo il voto dei Circoli Democrat nettamente schieratisi dalla parte bonacciniana, di avere centrato l’obiettivo. Senza immaginare, pertanto, che le ‘truppe cammellate’ mobilitate al voto nelle segreterie di partito sarebbero state annichilite dal consenso della gente libera. Simpatizzanti ed elettori, magari pure non Dem o addirittura di centrodestra, che in centinaia di migliaia sono andati a votare in Italia, non prestando alcuna attenzione e quindi sconfessando anche tanti ‘giornalisti addomesticati’ o semplicemente incapaci. Commentatori secondo cui il risultato era scontato. Pro Bonaccini, of course. 

Che invece, come premesso, la Schlein ha… ribaltato, si direbbe in gergo calcistico, dopo l’illusoria affermazione del competitor nei Circoli. Dove da ieri, in Calabria, è già partito il refrain secondo cui il partito è comunque “uno e indivisibile”. Vero. Ma forse la miopia di parecchi dirigenti locali, che sognavano ingordamente e senza un ragionamento programmatico di avvicinarsi al cosiddetto potere centrale, ha fatto ora compiere loro parecchi passi indietro. E ben gli sta. Peccato solo che la regione continuerà a essere marginalizzata non solo nel Governo quanto, da oggi, anche nell’opposizione. 

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