Antonio Barberio e il suo look molto sportivoAntonio Barberio e il suo look molto sportivo

Abbiamo ascoltato cose che voi umani… . E che solo la peggiore amministrazione comunale della storia repubblicana del capoluogo (a nostro avviso) poteva partorire. E sostenere in Aula. In un Consiglio che con i fioritiani al potere e i loro fidi fiancheggiatori, tipo Raffaele Serò e Gregorio Buccolieri o anche Antonio Barberio e Francesco Scarpino, è diventato simile a una puntata di un programma di Barbara D’Urso. In cui dominano, cioè, i buoni sentimenti e si piange dalla commozione per “i piccoli errori del povero… dipendente comunale”. Accade così che in una città letteralmente… assetata da settimane e in cui non si riesce a tracciare una linea, sì a fare una semplice linea per terra, si celebri come nulla fosse la solita furbata. Quella di aver pulito qualche tombino pochi giorni prima del nubifragio. asserendo che questo avrebbe impedito “l’immane tragedia o quantomeno la drammatica inondazione”. Parola di Alberto Carpino. Che come noto se ne intende molto di… allagamenti. Considerato l’ottimo drenaggio del Ceravolo dopo i lavori di rifacimento del manto erboso di cui lui era direttore. E Catanzaro-Venezia del primo maggio scorso, unica partita che è stata… disturbata da un acquazzone ‘serio’ nel capoluogo ne è una plastica dimostrazione!

Gli interventi di Raffaele Serò e Gregorio Buccolieri “sull’assessore con la (sua) pala” e “il… povero dipendentemente asseritamente senza occhiali quando traccia le linee”

Diciamolo subito: Pasquale Squillace è bravo! Come professionista in primis. Ed è un grande lavoratore. Una bella figura, insomma. Senza discussione alcuna. Ma invidiamo pure il consigliere Raffaele Serò. Perché noi mai riusciremmo a sciorinare peana pubblici, neppure sul Papa Buono, come quello da lui fatto nei confronti dello stesso Squillace. O prima di Antonello Talerico, ad esempio. Bravo, anzi eccezionale, perché addirittura modula inflessione e timbro vocale per magnificare “l’assessore con la (sua, ndc) pala”. Una sorta di Batman o Superman che risolve tutto con un tocco magico.

E poi dimostra di non conoscere o di confondere la legge. Lui è i membri del gruppo Talerico non sono stati eletti per stare in maggioranza, considerato come lo siano stati al primo turno. Ovvero quando facevano corsa a sé. E quindi non certo eletti dopo l’apparentamento con Fiorita avvenuto in fase di ballottaggio. E anche se da membro del gruppo Misto, dopo quando detto e fatto finora, non dovrebbe mai più essere candidato con il centrodestra. Ma magari lo sarà con la politica barzelletta dei tempi contemporanei.

Quelli che proprio per gente come Serò, che pur legittimamente sta un po’ di qua e un po’ di là, porta alla disaffezione alla politica Ma, se possibile, a superare Serò ci riesce Gregorio Buccolieri quando tenta forse di indurre alla commozione quando racconta di “un… povero dipendente comunale che può darsi farebbe strisce storte perché senza occhiali”. Un po’ come, curiosamente, l’operaio della ditta che lavora per le Ferrovie a cui sarebbe capitata la sventura di bloccare la rete per un presunto chiodo piantato male.

Il look di Barberio (secondo noi inadeguato al luogo in cui si trova e al ruolo ricoperto) come le foto di Iemma (su cui abbiamo in passato constatato il… ritocco con Photoshop). Ma soprattutto le lezioni politiche di un consigliere candidatosi a destra e che adesso dà lezioni da sinistra

Così come Giusy Iemma è libera di usare tutti i filtri che vuole per le foto social da lei stessa pubblicata (perché quelle abbiamo ripreso e criticato, non altro), lo è parimenti il suo amico Antonio Barberio di presentarsi in Consiglio senza giacca, maglione e addirittura con la sola camicia. Oltretutto indossata fuori dai pantaloni. Ma lo saremo altrettanto noi di stigmatizzarlo? E ci chiediamo ancora, poiché siamo dei giornalisti e ci compete anche trattare aspetti del costume persino ricorrendo talvolta anche a un pizzico di ironia, possiamo ancora farlo in uno Stato libero e di diritto? Ma questo ce lo diranno le Aule di Giustizia! A noi, invece, compete tornare subito alla politica. 

E tornare quindi proprio al consigliere che la medesima vicesindaco starebbe riportando nel Pd, dopo un lungo… giro di quest’ultimo (leggi qui: https://irriverentemente.com/catanzaro-tutto-cio-che-ce-da-sapere-sul-pd-chi-va-e-chi-viene-le-scelte-di-celia-e-le-manovre-di-iemma-in-vista-dei-congressi-e-tanto-altro). Quello che fa il sermone e dice: “Io e Giulia Procopi non abbiamo voluto  prebende o pacchi di patatine per passare nel centrosinistra”. E poi afferma perentorio: “Sindaco, Giunta e colleghi di maggioranza, stiamo uniti e andiamo avanti. 

Ma scusate, siamo confusi, colui che ha parlato non è stato eletto con la lista dell’ex capogruppo di Fi a Palazzo Campanella Claudio Parente. E dunque con la destra? Appena 2 anni fa. A prescindere dalle motivazioni che lo abbiano spinto a farlo. Ah sì, è sempre lui, quello che ha pontificato e dato lezioni. E poi ci si chiede perché c’è la più totale disaffezione alla politica. 

L’affondo di Celia merita un plauso. E lo dice chi è adesso diviso dal suo gruppo politico addirittura da una vicenda giudiziaria

Se ci facessimo condizionare, in qualunque modo, da fatti personali nel fare la cronaca politica, dovremmo subito restituire il tesserino. E poi vergognarci come uomini. Motivo per cui non possiamo non rilevare il durissimo affondo politico di Fabio Celia ad Azione. Degno quasi di un leader dell’opposizione. “Apprendo oggi – tuona – che ci sono 15 punti di contatto tra l’attuale maggioranza e questi colleghi. Che mi auguro siano leali con noi. Ma restano i miei dubbi su come sia nato l’accordo con loro. Patto che, a mio avviso, doveva passare attraverso i partiti. Ora invece, ribadisco di aver appreso, segnatamente da Stefano Veraldi, che il suo gruppo è parte della maggioranza. Ma mi auguro che in futuro non ci siano altri scheletri, pronti a spuntare fuori dagli armadi. 

La risposta di Veraldi a Celia che su Polimeni dovrebbe pagarci i diritti

Veraldi è un altro di quelli che si è giovato del nostro lavoro, gratis. Considerato come mai ha fatto il passaggio su Polimeni all’opposizione. Di Sergio Abramo che noi invece abbiamo scritto nel resoconto dello scorso Consiglio del primo ottobre scorso (leggi qui: irriverentemente.com/catanzaro-seri-scrivendo-di-consiglio-difficile-di-fronte-alle-bugie-di-fiorita-e-al-tutto-e-puro-per-i-puri-di-donato-ma-pure-alla-coerenza-di-talerico-che-non-spiega-come-sta-ora-con-i-2/). Così come quando parla di coerenza nello stare con Fiorita, dimentica due anni in cui è stato persino querelato (insieme a Valerio Donato e Gianni Parisi) per le sue virulente battaglie anti-maggioranza. Ma il fatto più importante del suo intervento resta la risposta a Celia. A cui dice secco: “Noi a Roma siamo con il Pd e poi la dirigente nazionale Jasmine Cristallo ci ha fortemente voluto. Motivo per cui, qual è il vero Pd: il suo o quello di Cristallo, Igea Caviano, Irene Colosimo e Gregorio Buccolieri (ma che c’entra, almeno adesso lui con il Pd?).

Caro Polimeni: il problema non è dove stiano i consiglieri Barberio, Procopi, Scarpino, Serò e così via, è semmai che tu e Fi poi ve li riprendete. Perché vi servono i voti e ve ne “fottete” di chi sta un po’ di qua e un po’ di là!

La domanda delle domande è: consiglieri come Barberio, Procopi, Scarpino e Serò, saranno in futuro candidati con il centrodestra? O, di contro, avranno un qualche valore e credibilità (una volta tanto) le parole di Marco Polimeni (e in passato di Sergio Costanzo) secondo cui chi ha fatto la stampella a Fiorita dovrà restare a sinistra? Difficile, perché quando serviranno i voti degli appena citati consiglieri Polimeni, Costanzo e Fi in primis, se li riprenderanno in carrozza. Ammesso che loro vorranno (ri)entrare. Ragion per cui i reiterati e vuoti ultimatum forzisti servono a poco.

Le parole dell’ecumenico Vincenzo Capellupo che però ha gravi problemi di memoria

Vincenzo Capellupo tuona in Aula: “Siamo consiglieri comunali della città. Non di destra o di sinistra. Ma noi non lo capiamo ed è questo il nostro limite”. Bene, bravo, bis. Applausi. Dovremo però recuperare a breve i suoi interventi, sobri e super-partes, di quando era in minoranza ai tempi dell’egemonia in città del duo Sergio Abramo-Mimmo Tallini. Di quando dominava, cioè, un clima da saloon e c’erano persino, come durante la campagna elettorale per le Amministrative in cui si fronteggiavano Salvatore Scalzo (con cui era Capellupo) contro Michele Traversa, le querele per diffamazione. E a riguardo ci pare di ricordarne una di Sergio Costanzo proprio contro Scalzo (se la memoria non ci inganna!).

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