Dopo essersi mostrati molto piccati in chat per la cosiddetta fuga di notizie, da ieri in casa Pd Catanzaro è risuonato un piccolo “contrordine Compagni”. E “Amici”. Perché gli eredi della tradizione comunista, democristiana, socialista, repubblicana e così via, hanno capito che la stampa, in tutte le sue nuove forme e articolazioni, talvolta gli può essere utile. Ma nel loro distorto modo di ragionare purtroppo non in quanto uno dei pochi baluardi di una società libera e civile. Che ha  l’obbligo di informare sempre e comunque l’opinione pubblica, a prescindere se rappresentata da uno solo o da un milione di lettori a seconda della testata. Perché comunque ne mette sovente a nudo le tante… marachelle. E quindi meglio tenerla alla larga. Solo che talora, come nella fattispecie, può anche contribuire a sventare piani orchestrati da una fazione interna contro una diversa o da un partito differente, a quello in cui militano, ai danni del loro. Ma ragionano così anche i post fascisti e, in generale gli iscritti di tutti i partiti fino a Pensionati e Caccia e Pesca, eccetto forse i grillini “prima maniera” però poi diventati un’altra cosa. Molto simile, per non dire uguale, al resto della… compagnia cantante.

Ecco i motivi del temporaneo cambio di rotta nei confronti della stampa dei Dem catanzaresi

Ma perché i Dem locali si sarebbero rallegrati, una volta tanto folgorati lungo la via di Damasco della libera informazione? Semplice: si sono accorti, in particolare una base un po’ spenta in città ma attivissima a Lido, che era in atto una manovrina sotterranea simile alla sottile strategia messa a punto prima di confezionare la Giunta del Fiorita-ter. Squadra in cui le indicazioni dell’assemblea dei ‘semplici iscritti’ Pd, relative alla quota Democrat nell’Esecutivo ma non solo, sono contate come “u dui e coppa quandu a briscula va a dinari!”. Poco, anzi niente, traducendo molto liberamente dal dialetto catanzarese. Ma in cosa consisteva l’opera dell’ormai solita, e sgamatissima, manina? Nel sabotaggio dei congressi (territoriali). In programma dal 13 al 20 ottobre prossimi (leggi qui il nostro pezzo in merito: https://irriverentemente.com/?p=5387).

Cronaca di un sabotaggio annunciato, per chi aveva in mano il pallino del gioco, sventato se non all’ultimo minuto quasi

Ecco come si sarebbe mandato tutto all’aria e per quale interesse sotteso. Si doveva fare in modo di dilazionare i tempi, celando il contenuto di un documento che sanciva le date delle… celebrazioni (lo svolgimento) dei congressi dei vari Circoli del capoluogo e soprattutto della Federazione cittadina. Una segreteria, per così dire decapitata da dimissioni in sequenza, da consegnare a un… certo commissario.

La travagliata storia dei recenti capi del Pd catanzarese

All’origine del Risiko anche per le poltroncine di coordinatore cittadino e quelle (davvero “ine-ine”) di segretario di circolo in primis il “ciaone” dell’attuale capogruppo Pd al De Nobili Fabio Celia. Eletto al vertice della Federazione di Catanzaro a inizio 2022 e dimessosi tra giugno e luglio dell’anno successivo. Seguito, non molto tempo dopo, nell’analogo forfait, dai componenti dell’inedita diarchia commissariale formata da Rossana Neri (inizialmente scelta in quota Jasmine Cristallo, ma poi non più in rapporti… simbiotici con Jas) e Roberto Prunestì. Quest’ultimo espressione del gruppo Celia-Giusy Iemma, tuttavia con un assai maggiore coinvolgimento della vicesindaca che lo aveva individuato in prima persona. Ma perché ben due membri per un ruolo per consuetudine… unico? La giustificazione era stata: Neri in rappresentanza dell’area Schlein, Prunestì invece della vecchia fazione bonacciniana. Realtà peraltro precedente alla vittoria congressuale di fine febbraio ’23 della leader Elly. Comunque sia, lo scorso inizio agosto Neri e pochissimi giorni fa un Prunestì letteralmente travolto dalle roventi polemiche ingenerate dal Fiorita-ter di cui abbiamo appena detto (leggi qui anche il nostro detragliato pezzo a riguardo: https://irriverentemente.com/?p=5277), come premesso si sono fatti da parte.

I forfait in serie hanno subito ridestato le notevoli doti predatorie di uno “speranzoso falco” del Pd locale?

Nel Pd locale si aggirerebbe furtivo un “falco” che asseritamente pur privo del suo voto, figuriamoci di quello degli altri, giocherebbe però abilmente a scacchi… con pezzi altrui. E chiamatelo fesso… . Semmai è un genio! Comunque sia, reduce dall’indubbio successo nel complesso iter della composizione della Giunta del Fiorita-ter ed estremamente abile seppur in un ambiente pullulante di… nani (gente troppo sprovveduta politicamente parlando, s’intende), aveva tentato il secondo blitz nel giro di una manciata di giorni. Magari per farsi nominare lui stesso commissario dal vertice nazionale o trovando una “testa di legno” da manovrare a piacimento. Il tutto con la scusa che i congressi non erano stati indetti nei tempi (pre)stabiliti. Ergo, andava aperta la strada al commissariamento bis. Almeno per il momento, però, stavolta gli sarebbe andata male. Anzi, malissimo. Poiché scoperto, sfanculato e infine… arginato. Malgrado lui non se ne dolga più di tanto. E vediamo il perché.

Un progetto solo rinviato

Il falco di cui stiamo parlando, malgrado sia stato fermato a pochi metri dal suo traguardo in merito ai congressi (territoriali), è (e resta) sereno. Già pregusta, infatti, l’idea dell’arrivo nel partito dello strutturato e stimato pattuglione di Azione. A partire dall’ormai di fatto ex segretario provinciale Roberto Guerriero, sconfessato nella linea politica addirittura dal segretario cittadino Andrea Santoro. Cosa mai vista o sentita senza immediate conseguenze tipo i “saluti” di uno o dell’altro (leggi qui il nostro pezzo sul singolarissimo episodio: https://irriverentemente.com/?p=5307). E proseguendo con l’analogamente rimbrottato (sempre da Santoro) quasi uscente capogruppo calendiano al De Nobili Valerio Donato. Che dunque assai presto (ri)torneranno alla casa madre, quella Dem of course, per scrivere una nuova storia. Del partito locale, anche se forse dopo (esageriamo per divertirci un po’) un sanguinoso regolamento di conti interno. Che per dirla come il Nino Manfredi (alias Giacinto Mazzitella) del film-capolavoro Brutti, Sporchi e Cattivi (da noi ritualmente citato) “se non sarà oggi, sarà un domani. Ma io, da questa casa che è mia, vi caccio a tutti a calci in cu@o! Moglie, figli, parenti e pure inquilini cafoni”. Nei prossimi mesi, quindi, in molti inizieranno a fare le… valigie!

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