Partito Democratico, un nome una garanzia. Famosa e vecchia espressione che per quello di Catanzaro vale doppia. Se non tripla. Perché le sue dinamiche interne, come sui congressi clamorosamente sul punto di saltare, assumono spesso contorni farseschi, ben delineati da… manine che manovrano tutto a discapito della base. Che, tuttavia, è “complice o impotente”, come l’Italia nella canzone degli Stadio. Un “Paese che tace e piega la testa”, esattamente come gli esponenti Piddini ‘non in vista’ dei Tre Colli. I quali, ai livelli più bassi (politicamente parlando, s’intende!), sono iscritti senza voce in capitolo, pur essendo persone degne e perbene. Capitate in mezzo, però, anche a personaggi facilmente corruttibili, diciamo così. Che si girano regolarmente dall’altra parte di fronte ai magheggi del potente di turno, salvo subito dopo bussare alla sua porta con il cappello in mano oppure accettandone subito l’eventuale profferta. In un partito dei giochi di… palazzo. Anzi, per meglio dire, dei giochi di… chi conta. Dove la democrazia interna (e la linearità delle procedure) vale, da sempre, un… tanto al chilo.
Ma perché tanta durezza Sul Pd e i poveri Piddini? Basta continuare a leggere
Ma cosa è successo stavolta, per fare tali pesanti affermazioni sull’ambiente Dem cittadino? Semplice: in un partito in cui dopo mesi, se non addirittura anni, di febbrile attesa tutto è pronto per votare in ben 3 Circoli (Centro, Lido e Santa Maria), con altrettanti coordinatori già individuati nelle figure autorevoli di Marco Rotella, Aldo Rosa e Vitaliano Caracciolo (leggi qui: irriverentemente.com/?p=8800), a circa 12 (e 24) ore dall’appuntamento con le urne si rischia un gigantesco “abbiamo scherzato”. Solo che lo “scherzone” (stile GialappaShow) è probabilmente opera, ‘seria’ ma possibile soltanto nel meraviglioso mondo del Pd, di quanti accortisi di non aver toccato palla nella vicenda congressuale hanno ritenuto opportuno rovesciare il… tavolo, prendendosi via le carte. Tanto, invece di essere perculati come avverrebbe in qualunque partito degno di tal nome, gli verrà data retta.
L’ideona per far saltare il banco
Alla luce di quanto fin qui scritto, ecco allora spuntare l’ideona “sabota” congressi. Sintetizzata da “si deve votare pure in un altro Circolo: quello Nord (leggi qui: irriverentemente.com/?p=8941). Un po’ come negli esilaranti sketch comici del formidabile Corrado Guzzanti partoriti al tempo della nascita del Pdl. Che si concludeva con la frase: “Questa è la Casa delle Libertà e facciamo un po’ come ca@@o ci pare!”. Un po’ come nella questione della convocazione del congresso della sezione di Pontegrande, non nei tempi e nei modi prestabiliti. Che importa, però. Tanto, con ogni probabilità, è solo un pretesto. Un abile espediente, cioè, che rischia tuttavia, se non addirittura certifica, lo scopo ultimo del forfait di tutte le operazioni di voto con una serie di ricorsi per ogni… sezione interessata.
La serie di ricorsi e il ritorno delle (vecchie) opacità sulle tessere Pd
Un ricorso, ci riferiscono, sarebbe a firma di Rossana Neri (peraltro ex commissaria dei Democrat catanzaresi, peraltro seriamente interessata a fare il segretario del Circolo Centro). Neri obietterebbe sulla composizione della commissione di Garanzia dei congressi. Un organismo, ci informa la solita ‘gola profonda’ Democrat, presieduto da un Attilio Mazzei, che si troverebbe in posizione di “controllore e controllato” essendo pure membro di una commissione provinciale del partito con funzioni di verifica e controllo; un secondo ricorso sarebbe invece stato presentato da sei iscritti alla sezione di Santa Maria e ce ne sarebbe uno pure di Giusy Iemma. Fatto, quest’ultimo, che non ci stupirebbe. Anzi, ci porterebbe a esclamare, “Non poteva mancare!”. Ma, al di là di ciò, restano dubbi ben più importanti da fugare, dopo i fatti mai chiariti di molti anni fa di cui abbiamo memoria da ‘anziani cronisti’. Fatti relativi, cioè, a pacchetti di tessere asseritamente ‘acquistati’ da chi ne aveva le possibilità per poi contare nel partito. Ma con numeri… dopati. Senza dimenticare la presunta intricata faccenda del doppio tesseramento. Vale a dire di gente affiliatasi di recente al Pd che però militerebbe già, con tanto di iscrizione pure lì, in altri soggetti politici. Persino di destra. Non resta allora che affermare: “Pd locale, così è se vi pare”.