John McEnroe e Nicola FioritaJohn McEnroe e Nicola Fiorita


Non finirà (mai) di stupirci Nicola Fiorita. Che ormai in qualità di giornalisti o blogger o semplici cittadini, la definizione per noi trovatela voi cari amici lettori, osserviamo come un fenomeno di carattere sociologico. Una nota di colore, insomma. La nitida ed emblematica fotografia, cioè, di un politico che va ben oltre la propaganda. O meglio, che la pratica a tal punto da sconfinare nell’avanspettacolo (spinto), inseguendo una popolarità nazionale di cui è smanioso! E a breve spiegheremo il perché sembri la brutta copia di uno dei protagonisti di un B-movie anni ‘70, alla Renzo Montagnani per intenderci, dovendosi per giunta prendersi sul serio a differenza di quei personaggi. In fondo, simpatici e scanzonati. Mentre lui si affida a semiseri sermoni domenicali come un monsignore di… provincia.

Il solito immancabile pippone Antiautonomia, proposto ieri insieme alle altre abituali riflessioni domenicali fioritiane


Spendiamo poche parole sulla battaglia Antiautonomia di Nick, perché non é mica il solo a condurla. Malgrado abbia fiutato l’affare, mediatico-pubblicitario, nel portarla avanti a oltranza. E quindi vi si sia buttato dentro a capofitto. “Piatto ricco, mi ci ficco”, avrà infatti pensato al solito in termini di tornaconto politico. Ma su questo abbiamo poco da dire. È sua piena prerogativa cavalcare la tigre, anche se si definisce un “leone” nel contrastare tale riforma. Che per noi, invece, viene strumentalizzata come lo spread ai tempi dello sfratto esecutivo imposto dai Giganti Europei a Silvio Berlusconi. Un Babau, uno spauracchio in sostanza, che serve a coprire ben altro. Considerato come, in merito allo spinoso capitolo Sanità, se già oggi uno va in un ospedale calabrese a curarsi, tranne rare eccezioni, non ci entra certo pensando di recarsi in un presidio attrezzato come quelli di Milano, Bergamo o Bologna. Stessa cosa dicasi per Scuola e Trasporti. Comunque sia, Fiorita scrive: “Qualcuno mi accusa di occuparmi di grandi questioni nazionali, come l’autonomia differenziata. Solo chi è in malafede non si accorge che anche i cittadini di Catanzaro, i miei concittadini, pagherebbero un prezzo altissimo se questa folle riforma voluta dalla Lega venisse attuata. Non voglio che i miei concittadini diventino italiani di serie B e per questo motivo mi sono battuto come un leone per contrastare la Calderoli. Abbiamo raccolto in Italia un milione e trecentomila firme, circa 100.000 in Calabria. E ora andiamo al referendum”.

Nick, “you cannot be serious”, sull’appello… umanitario a Vincenzo Speziali che se torna dal Paese dei Cedri ti fa perculare da tutto il Medio Oriente

“Non puoi essere serio”, urlava nel suo inglese-statunitense il vulcanico John McEnroe quando qualche giudice-arbitro del tennis gli imponeva una decisione a lui sgradita (controversa, cioè, almeno secondo il genio newyorkese della racchetta). E lo stesso facciamo noi con il catanzarese Nick. Che, pur molto colpiti e perfino commossi dallo slancio umanitario dimostrato nei confronti di Vincenzo Speziali affinché torni in Italia e magari nella sua Catanzaro da un Libano in parte sotto le bombe israeliane, gli rinfreschiamo la memoria in stile Marco Travaglio. Perché noi quando copiamo spudoratamente qualcuno, lo dichiariamo subito. Ma in cosa consiste questo nostro “vademecum di estrema cautela” per Fiorita nella fattispecie? Semplice: nel fatto che, magari, se Speziali torna adesso dal posto siamo sicuri a prova di bombe e missili in cui si trova, c’è il concreto rischio di assistere allo sfanculamento addirittura mediorientale del sindaco del capoluogo calabro.

Le toccanti parole di Nick, da leone ad amorevole… gattino, che seguono ecumenicamente a due anni di perculamenti sulla stampa da parte di Speziali. Ecco 10 titoli di giornali, ma potrebbero essere 100, da noi selezionati a riprova e imperitura memoria

Il sindaco Nicola Fiorita, appena qualche giorno fa, ha scritto quanto segue a Vincenzo Speziali:  “Pur apprezzando l’ammirevole amore che nutre per il Libano, la terra della sua consorte e dei suoi figli, credo che oggi sia preminente l’esigenza di sicurezza, la necessità di salvaguardare l’incolumità di un cittadino catanzarese e della sua famiglia. Rivolgo a Vincenzo un appello accorato perché lasci la zona di guerra e porti i suoi cari al sicuro, a Catanzaro, offrendo la massima disponibilità per facilitare questa operazione. Ci pensi Vincenzo e accetti questo mio preoccupato appello”. E qui ci viene da pensare a come, nella vita, ci siano poche cose peggiori di un amore non ricambiato. Quale ad esempio proprio quello di Speziali per il sindaco. Un fatto testimoniato da 10 titoli di giornali, ma potevano essere 100, che raccontano come (fino a pochissimi giorni fa, almeno) Speziali non tenga a Fiorita:

1) Sottotitolo de Lanovita: Dalla Crisi in Medio Oriente alle dinamiche politiche di Catanzaro. Speziali smaschera retroscena e attacca l’inadeguatezza della classe dirigente, tra cui Fiorita e il suo entourage e 1bis) Titolo Telemia: Speziali: Massima chiarezza di Fiorita sul caso MoMonteverdi e comunque io investo pure i ministeri competenti;

2) Il Dispaccio: Caso Conad Catanzaro, Speziali “Dovrebbe intervenire persino la magistratura ordinaria;

3) Strettoweb: Catanzaro, Speziali: Fiorita sta alla Prima Repubblica come Giusy Iemma alla Fata Turchina;

4) Approdo Calabria: Fiorita e il suo staff (con tanto di sessuologa?). Che dire? Fate… vobis!

5) Approdo Calabria: Speziali, Nicola stai… sereno!

6) Lanovità: Donato ha ragione, Fiorita non è all’altezza: Speziali smonta l’Amministrazione del capoluogo;

7) Telemia: Speziali: Catanzaro non merita la vergogna delle omissive insipienza di Fiorita. Il voto è l’unica soluzione. Da oggi racconto io la verità (pensa se torna Nick, ndr):

8) Metis: Speziali: Fiorita per il bene di Catanzaro dimettiti;

9) Approdo Calabria, Speziali: Fiorita? Robetta da poco!;

10) Telemia, Speziali: Fiorita e la sua Amministrazione (di cui è dominus Talerico) hanno scambiato Catanzaro per la Cuba di Castro.

In conclusione, morale della favola….

E lo ribadiamo, ci fermiamo qui perché sarebbe inutile continuare quasi all’infinito e non vorremmo coinvolgere pure il Libano e certa gente che lo abita, notoriamente poco incline alla satira. E oltretutto impegnata in una guerra sanguinosa che, al di là delle facezie (ma mica poi tanto) di questo pezzo, speriamo finisca subito!

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