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Riceviamo e pubblichiamo

Conoscere la Costituzione per capire il passato e vivere questo tempo pretendendo l’esigibilità dei diritti sanciti dalla Carta, ma anche ribellandosi a quella forma di revisionismo storico e di ritorno della violenza e dell’ideologia fascista che vorrebbe che il Fascismo fosse un’opinione e non un crimine.

In occasione degli Ottanta anni dalla liberazione dal Nazifascismo, Cgil e Spi Calabria, insieme all’Anpi e a docenti universitari hanno incontrato gli studenti dell’Unical.

Presenti il Segretario Spi Cgil Nazionale Stefano Landini, il Segretario Generale Spi Cgil Calabria Carmelo Gullì, il Segretario Generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta e la Segretaria Cgil Cosenza Maria Baldassarre, e i docenti Unical Walter Nocito e Donatella Loprieno.

Alla luce di politiche e propagande di governo che mettono in discussione diritti e principi per i quali i cittadini hanno lottato e manifestato, nonché la soppressione di quelli messi nero su bianco sulla Costituzione, è stato rimarcato come l’ideologia fascista stia nuovamente facendo capolino. A partire dalle aggressioni fisiche, ai ritrovi di nostalgici, all’apologia del fascismo stesso.

Rimettere al centro la Carta Costituzionale diventa fondamentale per la tenuta democratica del Paese. Ma serve una presa di coscienza collettiva da trasformare anche in partecipazione e rivendicazione. Se di alcuni principi sanciti nella Carta qualcuno preferisce fare carta straccia, ce ne sono altri che non sono esigibili, come il diritto alla salute.

“All’interno di uno stimolo alla partecipazione e alla militanza importante è un patto intergenerazionale che coniughi memoria ed esperienza – ha affermato il Segretario Generale Spi Cgil Calabria Carmelo Gullì -con quell’entusiasmo e quella buona dose di incoscienza di cui l’Italia ha bisogno”.

“Mancano – ha detto il Segretario Spi Cgil Nazionale – persone che somiglino alle cose che dicono. Con la destra al governo il messaggio che si vuole fare passare è che il fascismo non sia un crimine. Non è così. In democrazia ci possono essere vincitori e vinti ma con i fascisti abbiamo smesso di parlare il 25 aprile 1945”.

“Corre l’obbligo di cogliere le opportunità di rivoluzione che ci dà il referendum – ha affermato il Segretario Generale Gianfranco Trotta -. Senza delegare a parlamentari e politici, ogni cittadino potrà i prossimi 8 e 9 giugno indicare con 5 Sì come invertire la rotta su precariato, licenziamenti illegittimi, salute e sicurezza sul lavoro, cittadinanza”.

“I valori della Pace tra gli Stati e i Popoli – aggiunge Walter Nocito – sono oggi vulnerati pesantemente da tanti focolai di guerra sparsi ovunque nei tanti quadranti caldi del globo. Nei conflitti mediorientali e nella guerra russo-ucraina, il diritto internazionale umanitario sta soffrendo eccessivamente, con le organizzazioni internazionali (e tutto il sistema Onu) ridotte a spettatrici passive di una politica muscolare e bellicista che è in pericolosissima crescita”

Per la prof.ssa Donatella Loprieno, dirigente della sezione Anpi Presila E. Zumpano, “stiamo vivendo una fase in cui sembra essere venuta meno la pregiudiziale antifascista. Ne sono riprova, tra le molte altre cose, i tentativi di riforma della Costituzione repubblicana che vorrebbero introdurre il premierato e minare alla radice il principio dell’autonomia e della indipendenza della magistratura.

A dirla tutta, si sta svilendo la Costituzione e il principio sacrosanto della separazione dei poteri visto che il Governo si è arrogato il diritto di avocare a sé il disegno di legge in materia di sicurezza trasformandolo in decreto legge.

Il cosiddetto decreto sicurezza è una accozzaglia di norme liberticide accomunate dalla volontà di reprimere ogni forma di dissenso. E il dissenso è il sale della democrazia e uno strumento fondamentale di partecipazione”.

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