Ci provano dal De Nobili a rendersi carini. E, soprattutto, a mostrarsi efficienti. Stavolta con il bike sharing, che a breve spiegheremo cosa sia pure se lo sanno tutti o quasi. Ma ormai al netto di… accecati ultrà (per cui le sole cose che contano sono furore ideologico e simpatia personale) e aventi causa (che se a governare è l’Amministrazione Fiorita, ci guadagnano) a mollare il sindaco e il suo… cucuzzaro sono anche quanti avevano “laicamente” creduto in lui. Quanti, cioè, pensavano potesse davvero incarnare il cambiamento.

Auspicio subito caduto nel vuoto, frantumato da una desolante realtà opposta. Tanto che ormai è difeso soltanto da qualche sempre più coraggioso aficionados con le classiche trite e ritrite frasette di circostanza in questi casi: “E voi cosa fareste?” o “state sempre a criticare senza proporre qualcosa” o, ancora, “non volete bene alla città!”. Frasi che, curiosamente, somigliano tanto a quelle, riferite all’Italia, dei supporter meloniani. Ma perché sono arrivate le ennesime critiche… virtuali, anzi reali tuttavia tramite social, al gruppo fioritiano? Semplice: con la solita enfasi la “vice” Giusy Iemma, che sta prendendo piede con un sindaco adesso assorbito da qualche problema extra-politico per cui gli formuliamo il più sentito… in bocca al lupo!, ha annunciato il progetto bike sharing. Che da Wikipedia è spiegata così: “La bici condivisa è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione delle Pa che intendono aumentare l’uso dei mezzi di trasporto pubblici, bus e così via, integrandoli sia tra loro, trasporto intermodale, quanto con l’uso delle bici condivise. Utili per i viaggi di prossimità dove il mezzo pubblico non arriva o non può”.

Mentre per la grancassa comunale è un servizio che “punta sempre più sulla mobilità sostenibile, dando il via all’avvio dell’attività di noleggio di bici elettriche a pedalata assistita”. Peccato che lo spazio delimitato per fiatare e posteggiare le bici sia stato aspramente criticato, essendo contrassegnato con la vernice invece di esser reso più fruibile con delle rastrelliere. Ma poi si è detto, anzi scritto, molto altro. Tipo: “Lido è una groviera con una buca ogni mezzo metro e pensiamo alle bike?”; “camminare con la bici a Marina? Impossibile”; “ma lo conoscono il traffico selvaggio di Lido? Rischi la vita, altro che bici!” e “con tutti i casini che abbiamo, questi pensano alle bici”.

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