A credere nel ritorno del Grande Centro in Italia e magari persino di un Partito-Stato in stile Democrazia Cristiana, a livello di leader nazionali, sono ormai rimasti soltanto Carlo Calenda e Matteo Renzi. A cui si aggiungono storici nostalgici della vecchia Balena Bianca come Gianfranco Rotondi e qualche altro esponente… minore, con tutto il rispetto per i diretti interessati. Che, forse, dopo le Europee 2024 si metteranno definitivamente l’anima in pace. O forse no! Ma resterà un problema tutto loro. E degli elettori, magari parimenti “orfani” della medesima Dc, che riusciranno a convincere. Ma nel caso di specie sarebbe più esatto dire: ad abbindolare. Perché se è vero che il ruolo dei moderati resta importante, o spesso indispensabile, è altrettanto vero che l’autosufficienza dei centristi non esiste più. Ecco dunque che sono chiamati a scegliere se stare di qua o di là.
E cioè a guardare a Destra o a Sinistra. Altrimenti, la prospettiva sarà quella (angusta) di cacciarsi in una… ridotta. Punto e basta! Perché, dati alla mano non solo relativi a ieri come ovvio bensì agli ultimi 30 anni, il Centro in Italia è diventato un “suffisso”. E quindi non certo un perno, come più o meno era stato per quasi mezzo secolo. Ovvero dal ‘48 al ‘93. Ma adesso, ribadiamo, tutto è cambiato. E in modo radicale. Lo dimostra il quasi 30% ottenuto nel weekend da Fratelli d’Italia e il 24 abbondante del Partito Democratico. Entrambi peraltro in sensibile crescita rispetto alle Politiche di fine 2022.
E che inoltre in 2 si… cuccano ben oltre la metà dei voti espressi. Ergo, l’unico Centro possibile nel Belpaese dovrebbe derivare da un’incestuosa unione Pd-Forza Italia. Che però arriverebbe, in pura quasi folle teoria, al massimo al 33%. Sempre pochissimo per cullare ambizioni di autosufficienza. E di più: altre opzioni rispetto a questa surreale ipotesi? Sì, appunto fare un sogno per addolcire i pensieri di vecchi nostalgici dei bei tempi che furono. Almeno per loro. O meglio, ad onor del vero, anche per la grande maggioranza degli italiani. Che tuttavia, da metà anni Novanta a oggi, hanno cambiato orientamento e optato per il cosiddetto bipolarismo. Spinto e irreversibile, oltretutto!