Bajrami spaventa i tifosi e la nazionale del Paese campione in carica con un gol lampo. Ma Bastoni e Barella rimettono tutto a posto in appena un quarto d’ora. E finisce 2-1
Una manciata di secondi o poco più, meno di 30 comunque, dal fischio d’inizio e l’Italia va sotto. Accade al Westfalenstadion di Dortmund (o Westfalen Stadion, per come si vuol scrivere). Ma che resta lo stadio famoso per il “muro giallo” della Curva pro Borussia per intenderci. È questo l’esordio shock della nazionale campione in carica a Euro ‘24. In cui, pronti-via, fa registrare un record negativo. Vale a dire il gol incassato più veloce della storia della manifestazione. Un macigno che galvanizza i 50mila albanesi sugli spalti. Che da queste parti sono di… casa. E vogliono quindi scrivere la storia proprio in casa loro. E in parte lo fanno con il gol lampo di Bajrami.
Uno che ha giocato nel Sassuolo e in serie A, al pari di tanti suoi compagni. Autore di una rete che manda in visibilio i supporter dei rossoneri dei Balcani. Ma dura poco. Perché la banda del Ct Luciano Spalletti si ricorda velocemente dello stemmino di detentori del titolo impresso sulla sua maglietta. E riprende il bandolo della matassa. Presto e bene! Già con il pari al 12’ di Barella, bissato appena pochi minuti dopo (15’) da Bastoni. Rimonta piena completata, quindi. E Azzurri avanti con il pieno controllo del match. Tanto che solo un super Strakosha, portiere dell’Albania ex Lazio, e un palo clamoroso tengono a galla la compagine di mister Sylvinho. Peraltro in passato collaboratore di Roberto Mancini.
Un paio di parate prodigiose e un pizzico di fortuna sono pertanto salvifiche per le Aquile rossonere. Che quindi restano in gara fino alla fine. Quando con Manaj chiamano Donnarumma al miracolo per evitare un beffardo 2-2. E al guardiano della porta italiana riesce l’impresa, quasi senza accorgersene, con il fianco. Talmente bene da non farsi notare da arbitro e assistente che danno rimessa agli Azzurri. Poi solo un’isolata invasione di campo dalle tribune dello stadio e il recupero, che se ne va senza altri sussuĺti.
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