Hard Rock Stadium di Miami. Florida, Stati Uniti. Il teatro della finale di “Copa America” di stanotte. Che all’1.20 ora italiana, con calcio d’inizio fissato per le 2, sembra però Capitol Hill il giorno dell’Epifania del 2021. O, se preferite per restare al calcio, l’Heysel del maggio 1985. Senza i morti, per fortuna. E non è un dettaglio, come ovvio. Soprattutto se si pensa a un luogo sotto assedio con gente (migliaia di persone) che pretende di entrare sebbene sia senza biglietto. Che, anche in settori non d’elite, costa non meno di 2mila dollari. Cifra statunitense, appunto. Non… sostenibile, però, per la maggior parte dei latinoamericani. E che dunque trasforma i tifosi della Colombia in “portoghesi”, peraltro dopo tantissimi anni in finale della competizione per Nazionali di calcio più antica del mondo contro l’Argentina. Colombiani portoghesi, si diceva però. Supporter , cioè, pronti a tutto pur di entrare nell’impianto. Seppur senza il regolare tagliando e quindi non pagando per assistere al “el partido de la vida”.
Conseguenze di un simile casino?
Risultato del casino fin qui raccontato? Organizzazione del match in tilt; feriti; scene di panico; tifosi (anche molti bambini) ammassati ai tornelli; cancelli forzati e porte aperte a tutti. Tifosi senza e con biglietto. Tanto che si ipotizza come a fronte di 66mila spettatori previsti, per il tutto esaurito, nell’Hard Rock alla fine della fiera ne siano invece entrati addirittura 72 mila. Circa 6mila in più, dunque, con calcio d’inizio ritardato di ben 75’. Ma sarà oltre un’ora e venti il ritardo accumulato prima del calcio d’inizio. Un’eternità! Uno slittamento che se fosse accaduto in occasione di una finale dei Mondiali di calcio avrebbe fatto rima anche con miliardi di dollari bruciati nel circuito mediatico in fatto di passaggi pubblicitari ad orari ben codificati. E con un numero di spettatori davanti a teleschermi e altri ‘apparecchi e strumenti audio-video’ quasi perfettamente stimati. Ma perché abbiamo parlato proprio della finale dei Mondiali? Semplice: il 2026, fra 24 mesi esatti, si svolgerà proprio lì. Negli States!
Mondiali Nordamericani. Sembrerebbe un pessimo… affare
Di nuovo in Nord America. I Mondiali a 32 anni di distanza dal 1994 si (ri)disputeranno lì, infatti. Solo che stavolta le varie partite della rassegna iridata, molte di più rispetto all’edizione di metà anni Novanta del secolo scorso, si giocheranno pure in Messico e Canada. Ma torniamo agli Usa dove ci sono stadi sì bellissimi, ma quasi tutti assai poco… calcistici. In termini di rettangoli verdi non troppo adatti, inquadrature televisive e soprattutto misure di sicurezza.
Basti pensare alle scazzottate in semifinale di Copa America, o meglio al termine della partita, fra giocatori uruguaiani e tifosi colombiani nella zona che separava campo e spalti. Settori tutti senza alcuna barriera. Perché nel football americano e nel baseball non esiste tifo violento. O invasioni di campo. Mentre i match si inquadrano dall’alto, talvolta anche da molto in alto poiché in questi sport farlo ne migliora sensibilmente la fruibilità televisiva.
Senza contare l’estrema ‘esasperazione’ dello show con ad esempio in gara inaugurale, e in particolare in finale, un intervallo di mezz’ora perché va fatto il concerto della superstar di turno. Tanto che i sostenitori argentini stanotte hanno protestato vibratamente, dicendo: “Oltre 40 gradi e niente acqua o zone di filtraggio all’ombra alle porte dello stadio. E poi nessun prefiltraggio per gli ingressi sugli spalti. Questi, quindi, non possono organizzare eventi calcistici perché ‘no so futboleri’ (in senso lato: “non c’entrano con il calcio”.