Dove eravamo rimasti? Ah sì, alle grandi manovre in Comune. In cui già si pensa a una lunga e solida fase post-fioritiana. Il quale, come scritto ieri https://irriverentemente.com/comune-catanzaro-e-dintorni-grandi-manovre-fiorita-e-alecci-verso-si-ma-guai-anche-destra-parte-1/, dal canto suo pensa pure lui a un futuro lontano da Palazzo De Nobili. In cui, salvo miracoli, non resterà dopo la “sorprendente vittoria” del 2022. Il futuro allora magari sarà in Parlamento, con Sinistra Italiana-Verdi, o con chi gli darà un’occasione. Mentre per i prossimi tre anni sarà impegnato a distribuire incarichi e prebende, per altro verso gestendo il potere che “l’azionista di riferimento” e amico Antonello gli consentirà di gestire. Ma questa è un’altra storia. Perché intanto ce n’è una che proprio Talerico è chiamato a scrivere. Da solo? No! Insieme a quanti, capigruppo e consiglieri forti alias “mister preferenze”, stanno allestendo una sorta di maggioranza ‘ombra’. Di cui diremo a breve. E che va ben al di là della composizione dell’Amministrazione in carica. Tenuta in vita per spirito di autoconservazione. Di tutti e 33 i membri della civica assise, Fiorita compreso, come ovvio.
La cena di Gizzeria
Da una cena a Gizzeria tra il coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro, il coordinatore provinciale Marco Polimeni e il collega al De Nobili Sergio Costanzo, nasce forse una maggioranza ombra al De Nobili. Perché tra una portata e l’altra, di ottimo pesce, si è discusso anche e soprattutto del Comune di Catanzaro. E del ruolo di Talerico al suo interno, ad esempio. Da cui Polimeni e Costanzo vogliono un approdo ufficiale all’opposizione. E dunque un’abiura rispetto all’alleanza di ferro con Fiorita. Ribadiamo: non per mandarlo a casa (cosa che ripetiamo comporterebbe il mandare a casa tutti) bensì per comprimerne ulteriormente il già limitato raggio d’azione. E per spianare la strada a chi verrà dopo: Filippo Mancuso su tutti, naturalmente. Ma intanto questo super Centro trasversale, da mettere al centro della fu Aula Rossa, riguarderebbe in primis, oltre ai tre citati maggiorenti forzisti del De Nobili e gli altri membri del partito, i vari Eugenio Riccio, Rosario Lostumbo, Gianni Costa e persino il Dem Fabio Celia. Peraltro vicinissimo, sul piano personale, al pluricitato Talerico.
Spieghiamo cosa significa super Centro
Parlare di super Centro non significa parlare di un nuovo partito. Meno che mai di un’aggregazione politica con future candidature condivise o roba del genere. Significa semmai mettere insieme tutti quelli che dispongono di grossi pacchetti di voti, addirittura dalla Lega al Pd, per gestire il Comune (politicamente parlando) in modo ancor meno… fioritiano rispetto a quanto già non sia con un sindaco non certo forte.
O che qualcuno immagina come un leader, seppur locale. Semmai, mutuando un gergo calcistico, identificandolo alla stregua di un bravo un gestore di una squadra variegata e composita. Che necessita di un democristianone come lui capace di parlare allo stesso modo all’estrema sinistra e alla destra più radicale, passando appunto per i moderati centristi buoni per tutte le situazioni. Come, guarda un po’ il caso, Talerico. Protetto in Fi dal governatore Roberto Occhiuto. Il quale gli consente di far come vuole a Catanzaro, perché ovviamente gli interessa assai più il suo voto e ciò che fa a Palazzo Campanella rispetto al capoluogo. Dove però qualcosa accade. Anzi, più di qualcosa, ripetiamo.
Si lavora, infatti, per dissimulare l’esistenza del corpaccione forzista, diviso in due, con ad esempio i finti passaggi nel Misto di vari talerichiani doc (vedi Raffaele Serò) e di qualche altro per salvare le apparenze con la gente; levare dall’imbarazzo un Fiorita che va verso Sì mentre governa con la destra e, soprattutto, bussare ad assessori (vero Giulia Procopi?).