Rossana NeriRossana Neri

Riceviamo e pubblichiamo

Pd di Catanzaro, si dimette uno dei 2… commissari cittadini del partito: Rossana Neri. Che lascia, dunque, in polemica con i vertici, provinciale e regionale, Neri spiega i motivi della sua decisione di lasciare la guida del partito locale. Decisione che tra l’altro cade in una fase politica in città particolarmente delicata, nel pieno della verifica avviata dal sindaco Nicola Fiorita sugli assetti della Giunta.

Ecco il Neri pemsiero

«Quando ho accettato – scrive Neri – ho messo solo una condizione: non essere un’esecutrice di ordini di alcuno. Ho chiesto di poter svolgere il mandato con il coinvolgimento dei compagni iscritti al partito, serenamente, senza ingerenza e consapevole che in merito all’amministrazione, poiché vi possono essere e vi sono dei problemi di tenuta di maggioranza e come la regola mi sarei confrontata con il segretario regionale e provinciale, mai mi sarei sognata di agire in maniera autonoma, tant’è che nell’ultima assemblea cittadina che si è tenuta una settimana fa, ho sottolineato che vista la delicatezza della questione dell’amministrazione si dovesse invece sollecitare l’intervento della segretaria nazionale in quanto ci troviamo in una condizione anomala di un governo amministrato dal centrosinistra con una forza di centrodestra quale Forza Italia ed era importante ed è importante che ci venga data un’indicazione specifica».

Neri: troppa destra in Comune per chi è davverobdi sinistra

Da febbraio a oggi, mai nella qualità di coordinatori mai avuto il piacere di sederci al tavolo con il segretario provinciale per come demandato da quello regionale per studiare, concordare, capire come agire in merito al partito e in merito all’amministrazione. Mai. Mai una riunione per coordinare le elezioni europee, mai una riunione per organizzare banchetti per la raccolta delle firme su salario minimo o autonomia differenziata così anche come mai una discussione sull’analisi del voto. È evidente quindi che vi sia una sofferenza alla collegialità da parte di tutti i cosiddetti livelli superiori, così come anche da parte degli amministratori, spesso restii a condividere una linea politica che possa essere indicata anche dalla base. Prevale non più una visione di gruppo di partito ma – aggiunge la dirigente del Pd catanzarese – una visione di interlocuzioni bilaterali tra soggetti mutabili a secondo della situazione. Siamo riusciti a creare un clima positivo al fine di celebrare i congressi il prima possibile in una città dove probabilmente però non si vuole un partito forte e coeso ma si punta a coltivare solo interessi politici personali».

Neri e quelle bordate al suo sindaco

«E’ difficile definirla un’amministrazione di centrosinistra. In quanto non se ne ravvedono gli elementi caratterizzanti e la presenza del centrodestra in Giunta non aiuta a sviluppare un progetto futuro. Intanto il sindaco, che in un incontro con noi ha detto che iscriverebbe se glielo chiedesse la segretaria Schlein, se condivide la politica del Pd si iscriva: è così necessario che abbia l’invito di iscriversi dalla segretaria nazionale? Penso che si aderisce ad un progetto politico se questo lo si condivide, non se si venga chiamati. Chiedo che della città capoluogo della regione se ne occupi direttamente la segretaria nazionale, considerato che la scelta del candidato sindaco Nicola Fiorita è stata fortemente voluta sia da lei che da coloro che oggi sono suoi stretti collaboratori. Se – sostiene la dirigente del Pd catanzarese – c’è un nuovo ragionamento politico in cui il Pd si possa alleare con Forza Italia è giusto saperlo, magari saremo primi a sperimentare questa nuova alleanza. Vorrei solo ricordare che in consiglio comunale la parte di centrodestra che sostiene l’amministrazione Fiorita ha elogiato il decreto Caivano, ha detto che condivide le prime richieste di delega su autonomia regionale fatte dal presidente Zaia, e, che la precedente amministrazione Abramo ha fatto bene, dichiarazioni difficilmente smentibili in quanto rese in un consesso pubblico. In conclusione penso si possa riassumere che a Catanzaro si vuole che il partito non sia autonomo, e che le divisioni aiutano percorsi personali e non sicuramente a rafforzare il ruolo della città».

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