Il post che ci ha girato ieri il capogruppo del Pd in Comune Fabio Celia è, sul piano politico, semplicemente perfetto (leggi qui: irriverentemente.com/?p=11606). Perché fotografa una situazione da noi messa in luce mille volte. Intendiamoci: Celia, a differenza nostra che non abbiamo interessi, fa il suo gioco. Quello, cioè, dell’unica vera opposizione a un Nicola Fiorita che proprio non digerisce, venendone peraltro ricambiato. Da sempre. Ma qual è il motivo dell’avversione di Celia per il ‘suo’ sindaco, che pure ha contribuito a far vincere?

Un tradimento percepito come tale da chi si attende(va) la gratitudine fioritiana. Il buon Fabio (e il suo gruppo politico e personale), nella fattispecie. Perché lui ti dà tutto con generosità, ma guai a non ricambiare accontentandolo per come si aspetta. Te lo fai… nemico! Lo abbiamo sperimentato noi stessi, che abbiamo lavorato con lui (serio nell’onorare gli impegni fino all’ultimo per lui difficile periodo), quando gli abbiamo fissato precisi parametri. Non condividendone certi rapporti e decisioni, che sono (e restano) fatti suoi come ovvio. In cui noi non entriamo, limitandoci a non sposarne i progetti professionali non aderenti alle nostre precise (e chiare) condizioni pattuite all’atto dell’accordo.

Ma gli auguriamo il meglio, anche per le prossime (e anche vicine nel tempo) tappe giudiziarie relative alle vicende legate ad alcune aziende di cui era titolare. E siamo invece pronti a confrontarci (carte alla mano) con il suo gruppo in Tribunale in ragione di una querela per diffamazione subita. Che ci risulta beffarda come e quanto una denuncia di Dracula all’Avis. Quasi il Mondo al Contrario, per dirla con Roberto Vannacci. Ma detto ciò, resta il solo fatto che a noi interessa giornalisticamente: la guerra, sotterranea e palese, portata da Celia a un Nick ‘dispettoso’. Un sindaco che ha ignorato (e ignora), quasi scientificamente. i desiderata di Fabio.

Ecco perché Celia, stavolta, ha ragione da vendere nell’attaccare frontalmente la destra delle “raccolta firme” fantasma di Forza Italia e dei post social farlocchi della Lega

Avete per caso notizie della “raccolta firme” dei consiglieri comunali pronti a dimettersi per cacciare Fiorita, annunciata in pompa magna da Marco Polimeni e Forza Italia (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=10878)? Una vera e propria dichiarazione di guerra fantasma, al solito sparata sulla stampa all’indomani del “ciaone” di Azione a Nick. Del resto si tratta di un’iniziativa di chi, dopo il primo turno delle Comunali 2022, aveva detto: “Se vince Fiorita, io mi dimetto”. Ebbene, dove sta adesso? Senza poi soffermarsi sul pesantissimo epiteto (appioppato a Fi) di Forza Mafia, del padre di Marco, il noto conduttore Tv locale Lino, che deve aver perso la memoria o cambiato radicalmente idea in un battibaleno.

E analogamente dicasi per i post social… farlocchi di Eugenio Riccio. Che attacca Nick su tutto, dimenticando però che a farlo restare in carica è proprio il suo capo: il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. Che in accordo con il governatore Roberto Occhiuto mantiene dalla parte di Fiorita fin quando gli servirà i vari Francesco Scarpino, Raffaele Serò, Rosario Mancuso, Giulia Procopi, Emanuele Ciciarello, Manuel Laudadio, Rosario Lostumbo e Jonny Corsi (leggi qui: irriverentemente.com/?p=10920). E seguiterà a farlo per altri 2 anni, quando cioè si libererà dai… precedenti impegni Filippo Mancuso proprio alla vigilia delle Comunali 2027.

Un momento in cui, sempre i citati Scarpino e soci, faranno la seguente dichiarazione: “Riteniamo esaurito il percorso politico con il sindaco Nicola Fiorita che abbiamo sostenuto soltanto per il bene della città. Ma adesso torniamo nell’area che esprime i nostri valori e ideali”. Uno scritto che si traduce così: “Siamo stati con Nick perché faceva comodo a tutti. In primis a noi, che da Pontegrande a Siano e da S. Elia al Barone ci siamo curati al meglio i rispettivi bacini elettorali, e in particolare ai nostri danti causa. Tanto cosa ci importa? La gente di noi ha bisogna e comunque qualcuno deve pur votare. Ergo… che ce ne fotte della Politica? E della coerenza, poi…? Ancora con ste ca@@ate?

Il disastro politico di Talerico, a cui Celia e i calendiani hanno dato una lezione da lui non capita, ha… irrobustito definitivamente Fiorita

Un Talerico che ha commesso, probabilmente per alterigia ed eccessiva sicumera, l’errore politico della vita, trasferendosi armi e bagagli in Forza Italia, ha colpevolmente ignorato due preziose lezioni. Quella del suo attuale amico del cuore Celia, tenuto a bada e opportunamente consigliato da chi gli sta vicino, e quella dei calendiani, invece abili senza consigli esterni. Celia, infatti, malgrado fuori dalla dimensione cittadina sia appena tollerato dalla nomenclatura Pd, che al massimo lo… usa e lo candida soltanto nel periferico livello locale (vedasi Regionali 2020, soprattutto, ma anche 2021), non ha lasciato i Dem. Così come i membri di Azione non sono andati nel Pd. Ma su questo torneremo a breve.

Mentre Talerik si è come premesso profuso in un’avventata (e secondo noi scriteriata) mossa politica: l’approdo in Fi appunto. In seguito a cui, a livello regionale, ha ottenuto in cambio niente, perdendo invece in un battibaleno il ruolo egemone e il grande Gruppo di cui era leader a Palazzo De Nobili. Salvo, inoltre, consegnarsi “mani e piedi” a un Occhiuto che, adesso, se si… storce con lui, e gli gira di… metterlo a cuccia, lo scarica, buttandolo in pasto agli squali (politicamente parlando, s’intende!) Sergio Costanzo e Polimeni.

Che, dopo avergli di fatto frantumato il vecchio Gruppo irrobustendo così la posizione del loro “sindaco pro tempore” Nicola Fiorita (in attesa che come premesso si… liberi Mancuso), hanno relegato lo stesso Talerik al ruolo di… casinista a mezzo stampa. Uno che fa note roboanti a impatto zero contro Nick. E che, come appena detto, è alle prese con un futuro politico assai incerto e in toto dipendente da Occhiuto, malgrado le migliaia di preferenze di cui dispone. Una grande strategia, non c’è che dire. Bene, bravo, bis!

La citazione di Azione, non certo per errore collocata a destra, da parte di Celia. Ma perché? Ve lo diciamo noi

Celia non lo dice, ma deve molto ai componenti di Azione. Ma sta di fatto che, essendo persona istintiva, non li tollera affatto, venendone peraltro ricambiato, esattamente come accade con “Nick, the major”. Ma ciò non toglie che, lo ribadiamo, alla sagacia politica (e non solo) dei “calendiani del De Nobili e dintorni”, il buon Fabio dovrebbe rendere omaggio. Perché si tratta di persone di spessore, le quali ottimizzano il poco che hanno (risorse e voti della famiglia Guerriero a parte, of course) dando ad esempio lezioni a Talerico. Sebbene in modo indiretto.

Motivo? Semplice: all’indomani della clamorosa decisione di appoggiare Fiorita nel settembre scorso, pur di fatto cacciati in diretta (e in malo modo, anche attraverso la stampa) dal loro attuale partito, hanno fatto buon viso a cattivo gioco. È accaduto quando il segretario cittadino Andrea Santoro, “fiduciario” del plenipotenziario regionale Francesco De Nisi, li ha davvero asfaltati. Ma loro sono rimasti silenti: ignorandolo, ingoiando il rospo e facendosi bacchettare sulle mani come nulla fosse alla stregua di scolaretti indisciplinati. Hanno però intelligentemente evitato, appunto a differenza di un Talerik scappato invece in Forza Italia, il… frettoloso passaggio nel Pd.

Un transito peraltro propugnato e spinto da Jasmine Cristallo, nell’ottica del suo progetto (un vecchio pallino di “Jas” in realtà) di mettere alla porta proprio Celia, al contempo ridimensionando in modo drastico anche la sua sodale e portanome Iemma. Solo che, assai scaltramente, i componenti di Azione (soprattutto Roberto Guerriero) hanno continuato a tenere il piede in due staffe, facendo in sostanza marameo all’ingenua “Jas”. Che (povera) li ha visti, senza poter muovere un dito, restare sospesi tra Azione e Dem, anche e soprattutto per evitare di scontrarsi con il citato Celia arrivando a un “immediato” muro contro muro o a un’estenuante guerra di logoramento. Quella che invece si è trovata (e si trova) a combattere Talerico in Fi in conseguenza della poco furba (eufemismo!) accettazione di un accordo capestro.

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