Riceviamo e pubblichiamo
“Si scrive Aranceto, si legge Caivano”.
Negli ultimi giorni sono giunte all’associazione La Tazzina della Legalità numerose segnalazioni da parte di cittadini residenti nel quartiere Aranceto.
In particolare in via Teano e nelle vie limitrofe.
Le testimonianze raccolte raccontano una realtà inaccettabile: smontaggio di autovetture rubate alla luce del sole, per rivendere i pezzi; carcasse d’auto abbandonate e colme di rifiuti; intimidazioni e vessazioni nei confronti di chi osa ribellarsi a questo degrado.
Tutto questo accade quotidianamente, e — secondo quanto ci riferiscono i cittadini — le istituzioni sono perfettamente a conoscenza della situazione, ma nessuno interveniene.
A questo punto ci domandiamo: “Deve essere davvero La Tazzina della Legalità a farsi carico di denunciare pubblicamente questo stato di cose?”.
Ci chiediamo “il sindaco di Catanzaro ogni tanto esce da Palazzo De Nobili per rendersi conto di ciò che accade nei quartieri della città?
Ed è possibile che vigili urbani e forze dell’ordine non siano a conoscenza di quanto accade all’Aranceto?
Lanciamo dunque l’ennesimo appello a sindaco, prefetto, questore e a tutte le autorità competenti, ricordandogli che non si possono abbandonare le persone perbene nell’oblio.
Non possiamo insomma permettere che pure Catanzaro abbia la sua Caivano.
E a chi, tempo fa, volle stigmatizzare la nostra affermazione relativa al fatto che “Viale Isonzo è la Caivano di Catanzaro, chiediamo se ha mai fatto un giro all’Aranceto. E se sa che dista solo pochi Km dal cuore della città, dove risiede.
Lì dove lo Stato arretra, vince l’illegalità.
E dove lo Stato tace, noi continueremo a parlare.