In una città, in cui come scriviamo spesso tutto si mischia e tutto si confonde, la commistione tra politica e informazione è uno dei problemi più gravi. Gravissimo, anche se non sembra! Perché il giornalismo, che secondo gli anglosassoni dovrebbe essere il cane da guardia del potere, a Catanzaro è assai più un cane da riporto. Che scodinzola felice, applaude e sorride, alle conferenze stampa dei politici e addirittura quando si trova a fare un servizio, approfitta per un selfie con… baci e abbracci. Selfie con gente che, per “mission”, si dovrebbe invece come minimo controllare e incalzare e, se del caso, spietatamente fustigare. Siamo di fronte a un cortocircuito, quindi.

Anzi, a uno sconcio senza fine. Uno “stile Bruno Vespa”, che invita i politici a casa sua o in vacanza. Sintomo di un Paese, l’Italia, che come noto è quello che è. Ma, tornando alle cose di… casa nostra, va detto come la 6. foto senza testo però con commento della settimana sia “vecchia” e pare un quadro di Pollock dopo che noi l’abbiamo doverosamente pixellata per un fatto di decenza. Il suo titolo è: l’innaturale rapporto tra politica e informazione in una città… malata. Che bisognerebbe mostrare nelle scuole di giornalismo con la didascalia: ecco come non si deve (mai) svolgere questa nobile (sulla carta, almeno) e utile professione! Senza contare gli spunti… rubati, ad esempio sul terremoto, per poi fare le domande su quanto di tragico successo a L’Aquila nel 2009. Dove noi eravamo, nelle vicinanze diciamo meglio, mentre loro no.

Ma, come noto, c’è chi è più bravo di penna e chi di… lingua. Solo che nel Mondo al Contrario in cui viviamo, ahinoi conta più la seconda abilità di cui noi siamo tuttavia assolutamente sprovvisti. Comunque sia, sempre riguardo all’informazione, a breve torneremo con il nostro Romanzo Criminale per continuare a chiederci con un piccolo racconto d’appendice: “Ma come si finanzia il Prestanome Quotidiano, sempre più in edicola? Chi paga tutti gli stipendi e chi c’è dietro agli apparenti investitori?”.

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