Riceviamo e pubblichiamo

Quanto stiamo per scrivere mette solo in fila i fatti. Null’altro! Ed è a… futura memoria. Qualunque siano, cioè, gli sviluppi del nostro, non più tanto amato, lavoro. Abbiamo però avuto un chiaro riscontro, che va messo in rilievo. Fino a ieri, infatti, qualcuno poteva strumentalmente definire certe nostre notizie alla stregua di… insinuazioni. Ma ora è chiaro, e incontrovertibile, che in questa piccola frase ci sono due errori. Più che di notizie, si tratta appunto di fatti alla luce del sole, e, invece di insinuazioni, ci troviamo di fronte a circostanze di palmare evidenza. Che, attenzione, non asseverano di certo stravaganti tesi di complotti, o altre strane situazioni, nei nostri confronti da parte di chicchessia. Ci mancherebbe! È chiaro però che se si… disturba un gruppo politico, e non solo, che ha rapporti, anche economici e di lavoro, con tanta gente e vari ambienti quale quello Celia-Iemma non si acquistano grandi simpatie. Anzi, si diventa probabilmente invisi a tanta gente. Che conta molto. Soprattutto in una “piccola città” come Catanzaro.

Mai avremmo sperato nel… soccorso, seppur indiretto, di Talerico. Grazie “Anto”!

A venirci inaspettatamente in… soccorso, come mai ci saremmo attesi, è stato il consigliere comunale Antonello Talerico. Fraterno amico del suo collega Fabio Celia, che naturalmente neppure immaginava di farci un favorone. Ma nell’esaltare i meriti del buon Fabio ha apposto una sorta di firma in… calce ai nostri articoli. Che, come premesso, occupandosi con occhio attento (e critico) del gruppo (di potere e vedremo poi il perché) formato da Celia, e dalla sua rappresentante di riferimento in politica Giusy Iemma, difficilmente possono fare le fortune di un giornalista a Catanzaro.

Le affermazioni talerichiane in Consiglio

Ma partiamo dalle affermazioni talerichiane nel civico consesso, registrate ai microfoni dell’Aula Rossa (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=24092). Un Antonello a cui è capitato anche di incappare in una voce forse dal sen fuggita. Gli è accaduto rivolgendosi ai dipendenti di Telecontact, peraltro “convocati” in Comune da politica e sindacati per un’inutile passerella. In un ente che può al massimo fare pressioni e “stare accanto” ai lavoratori stessi, ma nulla più avendo peso pari a zero o quasi nella vicenda salvo in caso di buon esito metterci su il cappello per rivendicare meriti in modo propagandistico. Comunque sia, Talerico dice loro tra le altre cose: “Qui c’è gente che non ha bisogno dell’indennità da consigliere, perché non fa il dipendente. O non ne ha bisogno, anche se non lavora”. Abbiamo quindi scoperto che nel civico consesso ci sono pure ricchi ereditieri. O cos’altro? Se magari Talerico (ci) spiega meglio, male non fa. Ma è sul suo caro amico Celia e sulla raccolta pubblicitaria che, diciamo noi, dà il meglio di sé con parole come pietre. Esordisce infatti così: “L’ala sinistroide del partito  (riferito al Pd e all’entourage fioritiano, ndr) mi ha sempre contrastato perché stavo con l’Amministrazione. E allora stesso modo ha fatto con il più votato della sinistra Celia. Tant’è vero che i voti di Iemma (alle Regionali, ndr) sono di Fabio e non del Pd”.

Ecco in cosa si traducono le frasi di Talerico

Quanto detto da Talerico ha chiuso ogni discorso su una vicesindaco ed ex presidente dei Democrat di Calabria che, come da noi più volte scritto, dipende elettoralmente parlando, in certe proporzioni almeno, solo ed esclusivamente da Celia. A ogni livello e forse nel Comune persino di più che nel tentativo di scalata (finora sempre puntualmente fallito: in 2 Regionali e una corsa nelle Politiche) agli altri pubblici consessi. Ma andiamo avanti, perché Talerico (ci) ha concesso il bis. Anzi, pure il ter. Su cosa? La raccolta pubblicitaria e il legittimo interesse imprenditoriale, sia chiaro, dell’editore de LaC Domenico Maduli, che è anche un pubblicitario (Gruppo Pubbliemme). Di cui Celia, peraltro, è un affezionato cliente da parecchi anni con il ciclico “noleggio” dei suoi cosiddetti 6×3. Cartelli giganti, che costano un… botto, posizionati nei punti più strategici perché più trafficati, e quindi più visti, della città attraverso cui affiggere mega-manifesti per fare réclame alle sue aziende.

Il Divo, uno dei capolavori di Sorrentino, propone un passaggio sul… caso. Ed è ciò che mutuiamo!

Alla luce di quanto finora riferito, mutuiamo un passaggio del film, il Divo. Uno dei capolavori di Paolo Sorrentino con anche l’intervista dell’allora direttore (oltreché fondatore) de La Repubblica Eugenio Scalfari e l’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti dal titolo: un… caso!

Vediamo allora tutti i casi che… ci riguardano, a partire dal primo

È un caso(?) che veniamo contattati da un giornale regionale importante, a Natale scorso, da cui riceviamo però la proposta di una collaborazione a pezzo, e quindi economicamente legata alla pubblicazione degli articoli stessi. A sua volta molto legata al contenuto dei pezzi stessi. Eppure, quando (dopo essere stati contattati) come ovvio rifiutiamo, per non dover dipendere da quanto scriviamo in modo assolutamente libero su tutto e tutti, chiedendo invece noi un po’ di mesi dopo di collaborare in termini diversi, pur non volendoci più occupare di politica, non riceviamo più alcuna risposta.

Il secondo… caso

È un caso(?) che nessuno ci vuole, o meglio non ci vuole a certe condizioni per essere più precisi, essendo giornalisti così… pericolosi per un editore da essere stati querelati, peraltro ancora neppure sapendo esattamente il perché. E indovinate da chi? Da Iemma (ecco, un altro caso), per la prima volta in 24 anni di carriera e dopo circa 21mila articoli scritti. Ragion per cui, siamo… pericolosi esattamente per chi o cosa?

Il terzo… caso

È un caso(?) essere “antipatici” e poco gettonati nel lavoro di giornalisti in una città in cui, come detto all’inizio, si scrive (anche) su un gruppo politico, e non solo, come quello Celia-Iemma con il buon Fabio che è un ex editore (di un giornale poi rilevato dal suo vecchio direttore, nel frattempo bravo a diventare editore egli stesso), il quale investe molto in pubblicità in varie altre importanti realtà editoriali.

Ma, da imprenditore, ha anche tanti rapporti, dipendenti e amici, con cui ha un legittimo mondo di relazioni. Senza contare l’associazionismo, magari tramite il fratello. Legato ad esempio a una realtà come Città del Vento, che esprime il presidente delle Acli e un importante dirigente di Confartigianato il quale lavora con i Celia. Città del Vento peraltro promotrice della Cena straordinaria (leggi qui: https://irriverentemente.com/regionali-pd-centro-serpeggia-malessere-patto-alecci-bruni-in-crisi-qualcuno-forse-la-spara-grossa-cristallo-piu-con-bonacciniani-che-con-schleniani-poi-iemma-cena-beneficenza-con-tri/), a cui tra gli ospiti d’onore c’era l’ex candidato alla presidenza della Regione Calabria per la sinistra Pasquale Tridico con accanto Iemma.

Un evento, sempre per caso, veicolato a Catanzaro, è proprio il “caso” di dire, anche attraverso pannelli pubblicitari apposti sui bus di un’Amc presieduta da Eugenio Perrone, avvocato di Fabio Celia. Che in passato ha sottoscritto un protocollo d’intesa proprio con Città del Vento. Ecco, vedete il… caso. Ma, ribadiamo fino alla noia, questo è tutto legittimo e non prova alcun complotto. Solo, forse, l’impossibilità per noi di vincere il titolo di “mister giornalista simpatia Catanzaro”, a differenza di tantissimi altri nostri… colleghi. Tutto qui!

La nostra dedica finale a chi diffondere falsità sul nostro conto

Questo pezzo è anche una dedica a chi pensa o dice, strumentalmente, che noi collaboriamo in modo occulto con Iacchitè (leggi qui: https://irriverentemente.com/catanzaro-la-manovrina-per-associarci-a-iacchite-lo-stupido-modo-del-clan-massomafioso-che-abbiamo-nel-mirino-da-tempo-e-di-chi-ci-odia-perche-non-facciamo-favori-e-sconti-per-attirarci-piu/ e qui: https://irriverentemente.com/irriverentemente-com-per-iacchite-fake-news-ma-ecco-tutta-la-verita-e-tante-notizie-dettagliate-sul-gruppo-criminale-a-caccia-di-vendetta-con-noi/). Gente stupida in buona fede o schifosa, in cattiva fede, che finge di non sapere, quando invece lo sa benissimo, come noi ci mettiamo sempre la faccia, ancorché brutta purtroppo, su quanto scriviamo. Che firmiamo, non certo delegando a terzi. Chiunque essi siano. Iacchitè compreso con cui peraltro abbiamo idee politiche, e talvolta anche professionali, molto diverse, pur apprezzandone il… comune stile di battitore liberi!

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