Una segnalazione opportuna, quella pervenutaci sull’affaire dimissioni anti-Fiorita a Palazzo De Nobili dal consigliere comunale forzista Sergio Costanzo. Che, al pari del collega Fabio Celia, d’abitudine non apre la bocca per darle fiato inutilmente. Certo, si può opinare su quanto dice e fa (come per Celia). Ma la tempra, e soprattutto la determinazione nell’assumersi le responsabilità da parte di entrambi, non sono in discussione. E quindi, talvolta, è persino stimolante scontrarsi con loro, che a differenza di altri ‘miseri soggetti’ sono più trasparenti e diretti come piace a noi!
Ma cosa stigmatizza Costanzo? Vediamolo…
Costanzo ci segnala, opportunamente nella fattispecie, un suo post Facebook da cui emerge un fatto vero. Che risale allo scorso inizio autunno: un tentativo di raccolta firme, in consiglio comunale, per dimettersi in modo da far… cadere la consiliatura. Che effettivamente c’è stato. Ma con firmatario solo uno “strano trio” composto da Sergio stesso, Marco Polimeni e Valerio Donato. Ma perché il trio ci appare strano?
Semplice. Partiamo da Donato: al di là della scelta di tornare alla casa madre della sinistra, sebbene nelle fila della… ballerina Azione, quest’ultimo aveva allora oltretutto da poco optato (insieme al suo Gruppo) per l’appoggio esterno all’Amministrazione in carica. Quindi, la sua firma parrebbe non coerente. Ma, proseguendo con Costanzo, va detto che al tempo dichiarava al microfono di Palazzo De Nobili durante il civico consesso come cacciare il sindaco a ottobre avrebbe, per legge, comportato per la città la iattura (secondo lui, invece per noi no) di 7-8 mesi di commissariamento prima delle elezioni.
E per finire arriviamo a un Polimeni che, sempre in quel frangente, da un canto annunciava ‘epurazioni di massa’ a stretto giro di quanti, eletti con il centrodestra, votavano invece a sinistra in Aula per fare… affari politici con Nick, salvo però poi non dare alcun seguito a tale perentoria affermazione. Comunque sia, a firmare le ‘future dimissioni’, probabilmente come atto dimostrativo, erano stati loro tre. Non altri! Ma c’è sotto molto di più, come ovvio.
La guerra sotterranea Forza Italia-Lega, molto meno unite di come appaiano
Se analizziamo quanto appena scritto, è chiaro che la figura di Donato appaia marginale. Non in sé, come ovvio. E ci mancherebbe altro, considerandolo noi un intellettuale di prim’ordine che in Consiglio (e in città) eleva di molto il livello a prescindere da come la si pensi politicamente. Ma è evidente che, in Consiglio, con i rapporti di forza attuali lui c’entri poco o nulla. Soprattutto nelle dinamiche di un centrodestra locale allo stato… inciucione, però di solito egemone e dunque non costretto ad accorduni sottobanco con la sinistra, da cui lo stesso prof è come ovvio avulso.
Ma, come premesso, pure su Costanzo nella fattispecie c’è poco da dire. Perché a fine settembre non è che abbia fatto troppi giri di parole: “Fiorita ci serve e ce lo teniamo!”. Ci concentriamo allora su Polimeni, che ha oggettivamente un ruolo diverso, e delicato, quale coordinatore provinciale del partito azzurro. E che, di conseguenza, non è certo fesso a… tagliare circa 9 consiglieri ora in libera uscita, se non addirittura mandati in… missione a sinistra. Gente che alle prossime Regionali potrebbero complessivamente portare a lui, o a chi per lui, qualcosa come 1.500 voti a stare bassi.
Medesimo ingente capitale di consensi, anzi in realtà addirittura triplo o quadruplo stando ai voti presi dagli stessi ‘transfughi’ alla tornata delle Amministrative 2022, che metterebbero in automatico a disposizione del prossimo aspirante sindaco del centrodestra. L’attuale presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, ci dicono le nostre fonti e non solo quelle. Uno che pensate darebbe un calcio a questo tesoretto? Follia!
Nessuno lo dice, ma il “verbo mancusiano” pro Fiorita per almeno un altro anno e mezzo, in Forza Italia non tutti sembrano digerirlo
Sulla scorta di quanto detto, allora, le firme per le dimissioni dei consiglieri, finalizzate a far cadere Fiorita, somigliano molto a uno specchietto per le allodole. La sostanza, infatti, consisterebbe nel mettere nell’angolo i Fiorita-boys di… destra, se non fossero però indotti a stare temporaneamente di… là perché fa comodo a tutti. O, quantomeno, a parecchi. Tant’è vero che ci pare di scorgere una sofferenza interna allo stesso centrodestra. Tra alleati, insomma. Nel senso che, da ambienti forzisti, parrebbe emergere una palese insofferenza nei confronti degli alleati leghisti e, in primis, di colleghi come Eugenio Riccio.
Ovvero il garante in Comune, a dispetto delle farlocche campagne social e stampa contro Fiorita che inscena a ogni piè sospinto, del cosiddetto patto mancusiano (un… verbo incontestabile) che blinda proprio il sindaco di sinistra(?) almeno fino alle prossime Regionali. Perché, forse, a Fi non sarebbe dispiaciuto buttare giù alla svelta Nick. Mentre qualcuno (e abbiamo scritto con chiarezza chi) gli ha imposto di tirare il freno a mano, costringendoli a ciurlare nel manico con sceneggiate in stile Mario Merola. Che servono a gettare fumo negli occhi della gente.
Non a caso, in ambito leghista, girerebbe la cantilena: “Facciamolo governare, così continua a far danni e quando sarà il momento (cioè si libera dai precedenti impegni Mancuso, ndr) arriviamo noi!”. Storia che, se corrispondesse al vero, sarebbe l’emblema di un cinismo politico e di un disinteresse per la città in nome dei propri interessi di… bottega da far spavento! Perché sarebbe l’emblema di un inciucio con Fiorita, lasciato in pace a far “danni” per poi essere ipocritamente criticato quando magari sarà in Parlamento a Roma. Lontano e… impoltronato a dovere! Un emblematico gioco delle parti, specchio della Città del Peccato, dove tutto è possibile anche se viene sapientemente occultato. Tanto quei cazzoni (e bisognosi) degli elettori qualcuno devono pur votare. E quindi….