Riceviamo e pubblichiamo
La Calabria poteva essere alla guida della battaglia per fermare l’Autonomia differenziata e non lo ha fatto, lasciando alle altre Regioni il compito di ricorrere alla Consulta. È mancato il coraggio e oggi, davanti al pronunciamento della Corte che demolisce la legge Calderoli nei suoi punti centrali, la nostra Regione appare debole e contraddittoria. Peccato, perché l’appello che avevo lanciato,e poi sottoscritto da 130 sindaci tra cui tutti quelli delle grandi città, aveva indicato una strada istituzionale, il ricorso alla Consulta, invocando una sostanziale convergenza tra centrodestra e centrosinistra per l’interesse della Calabria. Si è scelto invece di annacquare tutto con il ricorso a fantomatici “osservatori”, linea purtroppo sposata anche da Anci Calabria.
E mentre in Calabria si osservava, le altre Regioni hanno fatto sul serio e la Consulta ha praticamente demolito l’impianto di Calderoli. Io penso che le preoccupazioni del presidente Occhiuto sugli effetti nefasti dell’Autonomia siano sincere e oggi, dopo l’illuminante pronunciamento della Consulta, mi sento di chiedergli un forte impegno politico, anche nel suo ruolo di leader nazionale di Forza Italia, perché la legge sull’Autonomia venga riscritta nel rispetto dell’unità nazionale e degli interessi del Meridione, salvaguardando i diritti fondamentali dei cittadini calabresi.
Autonomia differenziata
Ha ben poco di che rallegrarsi il ministro Calderoli, dopo il comunicato diffuso dalla Corte Costituzionale che fa intuire cosa i giudici scriveranno nella loro sentenza sulla costituzionalità dell’autonomia differenziata. Il bicchiere sarà anche mezzo pieno, visto che la cornice del provvedimento ha passato per così dire l’esame, ma la metà vuota pesa politicamente e pesa parecchio. La Consulta, infatti, smontando il dispositivo della riforma non solo la svuota di contenuto ma ribadisce l’intoccabilità di princìpi cardine come l’unità della Repubblica, la solidarietà tra le regioni, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti sociali e civili dei cittadini.
Non solo, la Corte rimette al centro della scena il Parlamento, massima espressione della sovranità popolare, lì dove qualcuno pensava di poter accentrare tutto nelle mani del Governo, a cominciare dai Lep. Questi i fatti e Calderoli farebbe bene a prenderne atto, senza far finta che quasi non sia accaduto nulla. Leggeremo la sentenza e avremo modo di entrare nel merito con un livello di approfondimento che il comunicato del Palazzo della Consulta non consente.
Per il momento, però, non possiamo che ribadire la fondatezza degli argomenti contrari a un provvedimento che non solo è apparso forzato sul piano formale ma, soprattutto, rischiava a spezzare il Paese, allargare le distanze tra aree forti e aree deboli, fare piazza pulita dei princìpi solidaristici voluti dai Padri costituenti e condannare alla definitiva marginalità il Sud. Tutti obiettivi che, se raggiunti, avrebbero realizzato il vecchio sogno dei secessionisti ma che di fatto si sono sciolti come neve al sole, anche grazie alla mobilitazione dei Comitati per il no all’AD, agli oltre cento sindaci calabresi firmatari dell’appello per il ricorso alla Consulta e tutte le iniziative politiche, che certo non si fermeranno qui.
Cambio di passo su Lido
“Nel recente periodo l’amministrazione ha prodotto degli importanti sforzi nel governo della città e devo dire, con onestà, che un cambio di passo già si intravede a partire dal quartiere Lido. Parliamo di un’area del territorio a cui sono indiscutibilmente legate le ambizioni di sviluppo del Capoluogo che la maggioranza è chiamata a guidare e sostenere.
L’apertura della sala lettura nel cuore della Marina è, come esempio più recente, un buon risultato perché finalmente si mette a disposizione dei giovani e degli universitari uno spazio culturale e di aggregazione che è sempre mancato a Lido. Voglio accogliere con fiducia anche la ripresa dei lavori per la realizzazione del nuovo viadotto sul lungomare e per il completamento dell’impianto depurativo di Fosso Barbaruzza.
Altrettanto significativi anche l’intervento che riguarda la costruzione di una nuova strada nell’area rimasta sterrata a Giovino, così come l’opera di messa in sicurezza e pulizia dell’area delle Dune che rappresenta una zona di grande pregio naturalistico e turistico da valorizzare. Parlando sempre di lavori pubblici, apprezzabile, inoltre, lo sforzo sul fronte del patrimonio scolastico, con gli investimenti che permetteranno di attivare i locali mensa al plesso Porto e l’avvio della gara per la costruzione di un nuovo asilo in viale Crotone.
Certamente, occorre rafforzare il rapporto di collaborazione con i privati e con gli esercenti, in questa direzione bisogna ulteriormente spingere sul servizio delle isole interrate dei rifiuti che possono essere una soluzione utile anche sul fronte del decoro urbano. Tutti segnali, insomma, di un’amministrazione che, rispetto anche alle proposte avanzate, sta dimostrando la volontà di dare una sterzata alla propria programmazione e passare dalle buone intenzioni alle buone pratiche”.