Ma quanto vuol bene Nicola Fiorita a Vittorio Feltri? Un direttore che con una “battuta” infelice gli ha involontariamente regalato, con i suoi 50 anni di lusinghiera carriera nazionale, il famoso quarto d’ora di celebrità di warholiana memoria. Toccato al sindaco di una delle realtà più periferiche d’Italia con la peculiarità di essere figlio d’arte. Fatto insolito nel panorama italiano. In politica, s’intende. Perché negli altri campi seguire le orme di papà, in particolare se ben piazzato, è invece consuetudine. Come lo è stato per Fiorita, appunto. Ormai con malcelate velleità di fare il parlamentare fra 3 anni. Ma con un livello di notorietà (bassino anziché no, direbbe Flavio Tranquillo!) che per la stampa nazionale lo rende uno sconosciuto o quasi. Eccetto nel periodo elettorale, come ovvio. Quando cioè si vota anche per il Comune di Catanzaro e lui si candida a sindaco.
Come nel 2017 e 2022. Al di là del solito bla bla bla su indignazione e roba simile per il look delle cameriere (sue e nostre) concittadine, essere quindi stato citato da media e giornalisti di un certo calibro deve avergli procurato una gioia immensa. Ecco quindi la chiusura della vicenda. Rapida, rapidissima. Arrivata già ieri. A… tarallucci e vino per come da noi ipotizzato (giudicando la questione, caricata ad arte, aria fritta ab origine) e soprattutto per come sancito dai profili social dello stesso Nick. Che querelando Feltri, ci scommettiamo la testa esortandolo quindi ancora a farlo in linea con quanto al solito roboantemente annunciato, avrebbe ottenuto l’ennesimo flop. Non essendoci, secondo noi, base giuridica per denunciare in capo a lui. Che avrebbe querelato una frase, qualunquista e sbagliata, ma simile a: “Beve come un Veneto”.
Che Luca Zaia non denuncia di certo. Cosa diversa, invece, se a querelare fosse stata Ilaria Salis. Forse diffamata (in termini giuridici) per l’accostamento, con una fin troppo allusiva vena denigratoria nei suoi confronti, al vestiario asseritamente trasandato delle cameriere catanzaresi! Comunque sia, niente denuncia. Questo dice il Facebook gestito dai collaboratori di Nick tramite un post con una… platea di ben circa 200 “mi piace” e un centinaio abbondante di commenti. Lo diciamo per far capire meglio quale sia il ‘bacino di popolarità’ fioritiano e quanto quindi questa storia lo abbia aiutato a varcare i confini della Galleria del Sansinato con una visibilità nazionale, da cui in linea di massima dista anni luce.
Di seguito il post fioritiano su Feltri
𝐋𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐅𝐞𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐢 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞 𝐋𝐚 𝐙𝐚𝐧𝐳𝐚𝐫𝐚.
Avere ricevuto le scuse da Vittorio Feltri in diretta dai microfoni de La Zanzara (Radio 24) di Cruciani e Parenzo, considerata la spigolosità del personaggio, non cancella l’amarezza e l’indignazione ma quanto meno le attenua.
Feltri non chiede mai scusa, ne sa qualcosa la Raggi, e se ha ritenuto di farlo, sia pure a denti stretti, vuole dire che ha capito di averla fatta grossa. Mi basta. Ma non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia nella difesa della nostra terra e dei nostri figli.
Orgoglioso delle nostre splendide donne che con dignità, eleganza e professionalità ogni giorno svolgono un lavoro molto importante per l’accoglienza e per le famiglie. Anche per loro ho l’obbligo di andare avanti nella mia battaglia, assieme a tanti sindaci calabresi, perché ci sia una sola Italia, solidale, dove tutti i cittadini debbono avere le stesse opportunità.