Simbolo Codacons

Riceviamo e pubblichiamo

A seguito delle diffide presentate dal Codacons (leggi qui :https://irriverentemente.com/catanzaro-continua-battaglia-codacons-contro-aterp-stavolta-chieste-dimissioni-vertici-azienda/)

, ATERP ha finalmente trasmesso una serie di riscontri ufficiali in cui ammette errori nella formazione e nell’invio degli avvisi di pagamento affidati a So.G.E.T.

Le comunicazioni ricevute attestano in modo inequivocabile che numerosi avvisi sono stati annullati o rettificati, poiché riportavano importi non dovuti, periodi sbagliati o ricostruzioni incoerenti con gli atti.

«Questi documenti – afferma Francesco Di Lieto – dimostrano che il sistema di recupero crediti presenta criticità profonde, tali da mettere in difficoltà decine di famiglie, spesso tra le più fragili. Una gestione così imprecisa mina la fiducia dei cittadini e espone gli utenti a richieste infondate che non avrebbero mai dovuto lasciare gli uffici dell’Ente».

Dalle risposte emerge anche un dato gravissimo: in alcuni casi ATERP ha ricondotto le proprie pretese a periodi risalenti a oltre cinque anni fa, con evidente maturazione della prescrizione, rendendo tali richieste definitivamente improponibili.
Una circostanza che pone interrogativi non solo giuridici, ma anche amministrativi e contabili.

Alla luce di queste ammissioni, il Codacons richiama con forza un principio fondamentale:
non può essere il cittadino a pagare – economicamente e psicologicamente – gli errori dell’amministrazione.

È inaccettabile che persone anziane, malate o in condizioni di difficoltà debbano difendersi da atti errati che avrebbero dovuto essere intercettati da controlli interni puntuali e rigorosi.

Per questo il Codacons chiede ad ATERP, con fermezza e senso di responsabilità istituzionale, di:
sospendere immediatamente tutte le procedure di riscossione ancora in corso;
avviare una verifica integrale e trasparente di ogni posizione, accertando errori, duplicazioni, periodi errati ed eventuale prescrizione;
adottare protocolli di garanzia che impediscano il ripetersi di richieste infondate a carico dei cittadini.
La sospensione non è una scelta discrezionale: è un obbligo morale e istituzionale. Proseguire con atti che lo stesso Ente riconosce come errati significherebbe aggravare un’ingiustizia amministrativa e infliggere un danno ulteriore alla collettività.

Quanto alle possibili responsabilità per il mancato esercizio tempestivo della riscossione o per l’affidamento esterno di crediti inesistenti o prescritti, la valutazione è rimessa – come è giusto – alle competenti autorità, in primis alla Corte dei Conti, cui il Codacons guarda con fiducia.
«Il nostro obiettivo – conclude Di Lieto – non è la polemica ma il ripristino della legalità e del rispetto.

Nessun cittadino deve più ricevere richieste infondate. E nessun Ente pubblico può permettersi di ignorare questo principio».

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