Riceviamo e pubblichiamo

Sanità, infrastrutture, aree industriali, aree interne, sviluppo e occupazione. La CGIL Area Vasta Catanzaro–Vibo–Crotone, nel chiamare a raccolta tutti i candidati al Consiglio regionale dell’area centrale della Calabria, ha presentato un pacchetto di proposte e idee dettagliate per affrontare le emergenze sociali ed economiche che continuano a penalizzare il territorio.

Un incontro, tenuto stamattina nella Sala Giuditta Levato del Museo Musmi di Catanzaro e dal titolo eloquente “Verso le Elezioni Regionali”, alla presenza dei componenti della segreteria guidata dal segretario generale Enzo Scalese, ha avuto l’obiettivo di illustrare le priorità e le proposte della CGIL su temi che toccano la vita quotidiana dei cittadini, raccolte in un documento di cui riportiamo di seguito una sintesi.

Lavoro e precarietà

Il sindacato mette in evidenza una delle piaghe storiche della Calabria: la disoccupazione giovanile e femminile, il lavoro nero e la precarietà cronica. «Sono condizioni che creano esclusione sociale e alimentano l’emigrazione di massa», si legge ancora nel documento. Tra le richieste: il potenziamento dei Centri per l’impiego, investimenti mirati nella formazione professionale, percorsi di stabilizzazione per LSU/LPU e tirocinanti TIS, con l’aumento delle ore lavorative fino al tempo pieno.

Sviluppo e innovazione

La proposta guarda a una Calabria che sappia attrarre investimenti e valorizzare le proprie vocazioni produttive. Si chiede sostegno alle filiere agroalimentari e artigiane, una strategia di rigenerazione delle aree industriali dismesse e la piena valorizzazione delle opportunità offerte dalla ZES unica. «Dobbiamo fermare la fuga dei giovani talenti – sottolinea la CGIL – incentivando il loro rientro e promuovendo forme innovative di lavoro, come lo smart working, da sviluppare anche nei borghi delle aree interne».

Sanità e diritto alla salute

La CGIL Area Vasta denuncia il grave ritardo nell’attuazione della Missione Salute del PNRR: «Le Case e gli Ospedali di comunità sono ancora sulla carta, ma i cittadini hanno bisogno subito di risposte». Centrale il ruolo della AOU “Renato Dulbecco”, «che deve diventare il fulcro del sistema sanitario regionale, ma che ha bisogno di un forte sostegno politico e finanziario per esprimere appieno le proprie potenzialità».

Infrastrutture e aree interne

Sul fronte infrastrutturale il sindacato indica alcune priorità strategiche: il collegamento ferroviario diretto tra la stazione di Lamezia Terme e l’aeroporto, l’elettrificazione della linea Catanzaro–Crotone, la riqualificazione della Cosenza–Catanzaro. «Le aree interne rischiano la desertificazione – si denuncia nel documento – se non si garantiscono servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità. Servono investimenti straordinari per mantenere in vita intere comunità».

Politiche sociali e lotta alla povertà

Con il 26,8% delle famiglie calabresi in povertà relativa e una spesa sociale comunale di appena 37 euro pro capite, la CGIL Area Vasta definisce «insostenibile» l’attuale quadro delle politiche sociali. «La Regione deve fare la sua parte – afferma – con risorse aggiuntive e con il rafforzamento degli Ambiti Territoriali Sociali. Non possiamo lasciare soli i Comuni di fronte a una simile emergenza».

Aree industriali e bonifiche

Tra le priorità figura la bonifica del SIN di Crotone, ferma da anni, e il no a nuovi siti di discarica in territori già pesantemente compromessi. «La transizione ecologica – sottolinea il sindacato – deve essere un’occasione di risanamento e rilancio, non un ulteriore fardello per i cittadini».

La conclusione

«Il lavoro, lo sviluppo sostenibile e il diritto alla salute devono essere al centro delle politiche regionali – conclude la CGIL Area Vasta –. Solo così la Calabria potrà diventare un territorio attrattivo e competitivo, capace di dare futuro alle nuove generazioni. Non servono promesse, ma azioni concrete e condivise con le parti sociali, in un grande patto per la dignità del lavoro e la giustizia sociale».

Nota Bruni

«Ascoltando i temi che avete posto oggi, mi sembra di tornare indietro a quattro anni fa, quando da candidata presidente della Regione affrontavo gli stessi argomenti. Con la differenza che oggi la situazione è addirittura peggiorata».

Così la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, intervenendo all’incontro promosso dalla Cgil Area Vasta Catanzaro–Crotone–Vibo presso il Museo Musmi, nel corso del quale i candidati al Consiglio regionale nell’area centrale hanno ricevuto dall’organizzazione sindacale un documento con proposte e priorità per il futuro della Calabria.

«Il presidente Occhiuto – ha incalzato Bruni candidata nella lista del Partito democratico – ha costruito un racconto illusorio, facendo credere ai calabresi di aver risolto i problemi della sanità e delle politiche sociali. Ma la luna che ci ha mostrato non è mai stata neppure all’orizzonte. La realtà è che i cittadini non hanno avuto risposte: le liste d’attesa sono sempre più lunghe, le visite domiciliari non esistono, i medici e gli infermieri di comunità non si vedono, le case e gli ospedali di comunità restano promesse mancate».

Bruni ha ricordato come il PNRR avrebbe potuto rappresentare un’occasione storica: «Avevamo la possibilità di realizzare 63 case di comunità e 20 ospedali di comunità. Il risultato è zero. Le POT, annunciate come innovazione, sono spesso solo stanze con un computer, senza personale formato. Non un passo avanti sulla medicina territoriale, non un investimento serio sulle risorse umane. Intanto si scelgono stipendi da 240-260mila euro per i direttori generali, mentre i medici del 118 guadagnano meno di una collaboratrice domestica. È normale che nessuno venga a lavorare in Calabria, se i concorsi vengono banditi con contratti precari e a scadenza breve».

Ampio spazio è stato dedicato anche alle politiche ambientali e alla sanità nei siti inquinati: «Sul SIN di Crotone – ha detto – abbiamo ottenuto la nomina del commissario, ma serve un monitoraggio sanitario costante e diffuso a tutta la popolazione a rischio. Le malattie da inquinamento non sono solo i tumori: ci sono insufficienze renali, epatiche, patologie che possono essere diagnosticate e trattate precocemente evitando il peggio. In queste aree gravemente inquinate bisogna avere un ‘supplemento importante di sanità ‘ e non mi sembra che Crotone abbia ricevuto l’attenzione che merita. Bisogna agire con serietà e responsabilità».

Infine, l’appello alla collettività: «La sanità vale il 70% del bilancio regionale. Se riparte la sanità, riparte tutto: economia, lavoro, aree interne, comunità. È il tema dei temi, e non possiamo più accettare omissioni e bugie. Ai calabresi dico: se siete soddisfatti, allora votate Occhiuto. Ma se avete toccato con mano la realtà, se non avete trovato risposte, è tempo di cambiare. Dobbiamo riappropriarci della responsabilità collettiva, perché i diritti non possono dipendere dai favori. È tempo di una sanità pubblica che torni a essere garanzia per tutti, non privilegio per pochi».

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