La premessa è doverosa: V per vendetta. Quella del capogruppo del Pd a Palazzo De Nobili Fabio Celia nei confronti del sindaco Nicola Fiorita. Tanto che con i nostri pezzi, sembriamo quasi avergli fatto un grosso favore. A Celia, intendiamo. Il quale ha detto a Fiorita, nella riunione di Circolo a Lido di ieri sera (leggi qui: irriverentemente.com/?p=13280), tutto ciò che finora pareva… fluttuare nell’aria, senza che nessuno però lo rendesse pubblico. E sembra quasi anche di trovarsi di fronte al film dell’impareggiabile Alberto Sordi di inizio anni Ottanta (1982), “Io so che tu sai che io so”. Peraltro incentrato sulla “ripetizione” del match di serie A, Catanzaro-Roma. Unica partita della storia del calcio italiano di alto livello rinviata per vento domenica 13 dicembre 1981. E recuperata poi, con tanto di telecronaca Rai (unica emittente che poteva trasmetterla allora, in un’epoca pre network privati con la… diretta e molto antecedente alle cosiddette Pay), mercoledì 13 gennaio 1982. Adesso, infatti, il sindaco sa cosa pensa, e dice pubblicamente di lui, Celia. Ma al solito tace e fa finta di nulla. E come Noemi, forse, canta: “Sono solo parole”. Ma è così? No. Nient’affato! La gravità della situazione può passare sotto silenzio soltanto nella strana Città del Peccato che è Catanzaro.
Celia spara a zero su Fiorita ma “tutto scorre” (Pánta rheî), per dirla con Eraclito. Incredibile, cosa accade a Catanzaro, quindi!
Cos’abbia detto (integralmente) Celia di Fiorita e i suoi, noi come ovvio lo sappiamo. Parola per parola. E vi diciamo che il capogruppo Dem non si è tolto un sassolino dalla scarpa bensì un macigno tale da provocare uno smottamento con… morti e feriti. Ma perché non lo riportiamo? Semplice: non sono giudizi pubblicabili su un qualsiasi organo di stampa che abbia la pretesa (forse anche la pretenziosità), come il nostro, di definirsi tale. Ci limitiamo a citare dunque degli… estratti come quel “sono preoccupatissimo per le gravi mancanze Aldo e te lo dico riconoscendoti grandi capacità e acume (parla al Rosa segretario del Circolo Democrat di Marina, ndr)…”. Preoccupazione espressa ben tre volte con perentoria assertività da Celia. Ed ancora: “Stanno lavorando per distruggere il poco…”. Poi una serie di accuse, per cui bisognerebbe riferire agli organi competenti. O, dinanzi a cui, Fiorita dovrebbe chiedere il verbale d’assemblea (o riunione o quello che è, tecnicamente) e confutare certe valutazioni, difendendosi per come prevede la prassi. Pensate, però, che il diretto interessato lo farà? Molto difficile, se non impossibile. Perché, c’è da scommettere, che al solito metterà la testa sotto la sabbia da perfetto struzzo. E si terrà frasi come “la peggiore Amministrazione di sempre. Una vergogna”, che incasserà senza colpo ferire!
“Tutti appiattiti al potere”, tuona Celia
“Tutti appiattiti al potere”, tuona Celia. Che continua: “E, se volete, vi dovizio (verbo di nuovo conio, ndr) di tutte le… che stanno facendo. Di cui si parlerà tra 20 anni”. E qui, scusate l’autoreferenzialità, potremmo reclamare il… copyright. Una citazione (mascherata) che ci insospettisce, quasi fossimo un suo involontario… megafono. Comunque sia, a parte “l’incapacità statuaria” (espressione su cui ci arrendiamo, palesando e ammettendo limiti di comprensione!), per Celia “questi non sono di sinistra. Io mi sono vergognato di votare il bilancio (ammissione per cui gli viene chiesto da Gianni Vitale il perché non si faccia cadere la Giunta?, ndr)”. Ma poi chi lo spiega a Giusy Iemma, rispondiamo noi per Celia, che il buon Fabio vede addirittura come una figura ultraterrena: “La stella polare”. Roba che Margaret Thatcher e Nilde Iotti le spiccerebbero casa. E Giorgia Meloni dovrebbe, come minimo, cederle il posto. Ma, a parte ciò, Celia è un fiume in piena: “Ho chiesto scusa a mio padre (che non c’è più da tanti anni, purtroppo, ed era un comunista di ferro, di provata fede dunque, ndr). C’è poi un altro terribile affondo: “Questi (l’amministrazione Fiorita, ndr) sono peggio del peggior centrodestra. Quello di (Michele, ndr) Traversa (che sarà di certo felice di un simile… complimento, ndr), non di (Sergio, ndr) Abramo”.
Un “confettino” pure per il segretario provinciale Dem Domenico Giampà. Così, tanto per gradire
Celia ne ha per tutti! E si ricorda, a modo suo come ovvio, pure di Domenico Giampà: segretario provinciale Dem. “Omaggiato”, tanto per gradire, con un… dolce pensiero: “Dobbiamo prendere in mano noi la situazione. Giampà, lo sappiamo, c’è e non c’è. Parte e poi torna”. Ma del resto Giampà, peraltro molto vicino al consigliere regionale Ernesto Alecci con cui Celia… si era tanto amato, è colui che nella rovente stagione congressuale (di gennaio e febbraio 2022), di poco precedente alle Comunali di metà giugno sbarrò la strada per la segreteria provinciale proprio a Iemma (poi eletta presidente dell’assemblea regionale del Pd) e a Salvatore Passafaro. Senza contare che Alecci è uno dei candidati in pectore a sfidare Roberto Occhiuto tra un anno e mezzo. Uno, cioè, dei papabili aspiranti governatori della sinistra, ma unitamente proprio a quella Iemma che, sempre secondo Celia, quasi quasi cammina sulle acque, ferma i terremoti con lo sguardo e guarisce gli infermi con la sola imposizione delle mani.
Ma il “meglio deve ancora venire”, come cantavano i Democrat ai tempi della segreteria nazionale di Pierluigi Bersani. Ecco allora il fuoco d’artificio chiamato… decadenza
È da giorni che in città circola l’indiscrezione di un consigliere comunale ad alto rischio (presunta) decadenza per un asserito (non da noi) potenziale contenzioso legale con l’ente medesimo in cui è stato eletto. Ebbene, colpo di scena! Celia esce allo scoperto e dice di se stesso: “C’è un piano in 3 fasi contro di me: la prima è l’inatteso forfait del segretario cittadino Antonio Calogero (leggi qui: irriverentemente.com/?p=13120 e qui: irriverentemente.com/?p=13229, ndr); la seconda è l’ingresso anticipato nel gruppo Pd del Comune di Gregorio Buccolieri e la terza è la mia decadenza. Ma perché mai dovrei decadere? Non ho una lira di debito e ho messo 10 milioni di euro (che invidia da parte nostra nei suoi confronti. Lo confessiamo. Perché adesso, con quella cifra invece in possesso dello straordinario imprenditore Celia, ce ne staremmo comodamente spaparanzati su una spiaggia caraibica a sorseggiare con l’amato peloso Dieghito un Frozen strawberry daiquiri, “atru ca Celia e Fiorita”, ndr)”. E inoltre Celia accusa il (presunto) mandante (un altro suo vecchio e grande… amore politico, non citato nel pezzo) di cui fa il nome (nostro omissis, tanto pure lui farà finta di niente fingendo di non… sapere). Senza contare che il buon Fabio liquida subito la spinosa questione con uno sbrigativo: “Di questo, però, ve ne parlerò un’altra sera”.
Le conclusioni di un iscritto al Circolo (che ha appena diramato una nota stampa su ieri un po’ tra il serio e il faceto per noi che conosciamo la verità. Leggi qui: irriverentemente.com/?p=13313)
Le conclusioni le trae uno dei circa 30, anche meno, militante presenti: un iscritto al circolo che asserisce: “Dovremo patire il logorio di aver eletto un segretario (Calogero, ndr), che si è dimesso dopo neppure 2 mesi di lavoro. E il logorio di non avere quindi un segretario con i gravi problemi che ci sono a Catanzaro. Tutto ciò impone un’analisi molto approfondita. E pur condividendo il tuo intervento (riferito a Celia, of course, ndr), da qui a 2 anni (quando scadrà la consiliatura, cioè, ndr) resta il fatto che, stando così le cose, noi saremo assenti. Servirebbe invece un partito forte, coeso e plurale. Che discuta con tutta la città (mentre per Celia, come da lui affermato in un altro passaggio della lunga filippica, chi “governa neppure conosce il territorio”, ndr), Non basta dunque – chiosa Placida – il Circolo di Lido. Che è piccolo e deve raccordarsi innanzitutto con Catanzaro (nel gergo locale, il centro città. Che a Marina, quasi tutti i… marinati, chiamano invece “Catanzaro”, come fosse un comune diverso da Lido, ndr).