Siamo stanchi, dopo una giornata parecchio pesante. Di cosa? Dell’insostenibile inutilità, ci scusi Milan Kundera, della politica. Quella catanzarese, in particolare. Che poche ore fa ha mandato in scena l’inutile, appunto, consiglio comunale straordinario della “distrettualizzazione del collettore, del bar, di Antani con… scappellamento a destra”. La cui sintesi è: “Cari cittadini, acqua ne avrete sempre a singhiozzo, ma siete fortunati perché in altre città non ne hanno (mai)”. Parola di uno dei tanti direttori della Sorical, l’azienda che in Calabria cura (per dire così) il servizio idrico invitata a partecipare a questo civico consesso per ovvie ragioni, ma anche dell’assessore Pasquale Squillace.
Forse, l’unico attore di… classe (al netto di qualche appuntino da fare pure a lui) della farsa fioritiana. La farsa, cioè, di sindaco che, quando il consigliere Gianni Parisi gli legge le sue dichiarazioni incendiarie antiAbramo di qualche anno fa, si veste al solito da pretino di campagna, richiamando all’unità. Mentre lui, un altro orfano di… memoria, quando gli conveniva sparava invece a palle incatenate contro la maggioranza sgradita. Chi ora non… spara invettive, viceversa, è il “camaleontico” Eugenio Riccio. Quello (dodici mesi orsono) della sceneggiata della raccolta firme per le dimissioni dei consiglieri per mandare a casa Nick pochi giorni dopo che il suo capo, Filippo Mancuso, aveva al contrario dato ordini precisi all’intero centrodestra affinché lo si salvasse (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=24425) senza se e senza ma.
Uno, sempre Riccio, che oggi ha avuto l’ardire di affermare: “Noi nel passato per l’acqua abbiamo fatto poco, pensavamo a tagliare nastri e (Fiorita, ndr) ha effettivamente ereditato un pesante fardello”. Da qui la perfetta definizione del salace Sergio Costanzo, appioppata al collega, definito “camaleontico, perché in maggioranza dal 2006 a oggi”. Dieci minuti di applausi, dunque, per il buon Sergio, efficace come sempre. Ma ricordando la lontananza dal potere del pluricitato leghista, in salsa giallorossa, per appena qualche mese nel 2017 a fianco dello sconfitto aspirante sindaco Dem Enzo Ciconte, prima di uno dei suoi millemila repentini salti della quaglia dalla versione comunista, come con Rosario Olivo e Roberto Talarico nel 2006, a quella di destra. Che, però, non gli ha impedito di avere il coraggio oggi di dare ad Abramo in modo grottesco del “tagliatore di nastri”, dopo averlo letteralmente implorato in quello stesso periodo per ottenere la delega… consiliare su Lido e l’area Sud. E tutto ciò solo per obbedire al capo, Mancuso, seguendo il diktat di tutelare in ogni modo il sindaco supplente Fiorita. Una roba che ha dell’incredibile!