Riceviamo e pubblichiamo
Quando il riscatto incontra la speranza: i ragazzi dell’Ipm di Catanzaro in scena al Teatro Comunale per realizzare i sogni dei piccoli pazienti.
Un palco, tante storie. Storie di sofferenza e di coraggio, di errore e di rinascita, di malattia e di speranza. È da questa straordinaria trama di vite che nasce l’evento promosso dall’associazione Acsa&Ste ETS e dalla Camera Penale di Catanzaro, in collaborazione con l’Istituto penale per i minorenni (Ipm) di Catanzaro, il Teatro Comunale e con il prezioso sostegno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco”, guidata dal commissario straordinario Simona Carbone.
Un’iniziativa speciale, profondamente umana, che ha visto protagonisti i giovani detenuti dell’Ipm di Catanzaro impegnati nella messa in scena di un’opera di Eduardo De Filippo. Ma lo spettacolo – divertente e ben riuscito grazie al “tocco” e alla sensibilità del regista Rodolfo Calaminici – è stato solo il veicolo di un messaggio ben più profondo: attraverso la cultura, l’arte e la responsabilità sociale, è possibile costruire ponti tra percorsi di vita apparentemente lontani.
L’idea di realizzare l’evento nasce proprio dai ragazzi dell’Ipm, desiderosi di contribuire concretamente al progetto “We Will Make Your Dream Come True”, che da anni regala sogni ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco”, offrendo momenti di gioia e normalità a chi sta affrontando il difficile percorso delle terapie oncologiche.
«È un progetto che tiene insieme educazione, cultura, empatia e responsabilità sociale – hanno dichiarato il dottor Giuseppe Raiola, presidente di Acsa&Ste ETS, e l’avvocato Francesco Iacopino, presidente della Camera Penale “Cantafora” –. Aiutiamo i bambini malati, ma restituiamo anche dignità a ragazzi troppo spesso etichettati e dimenticati. È una battaglia educativa che dobbiamo combattere tutti insieme».
Il senso profondo della serata è racchiuso nella bellezza della reciprocità: ragazzi che hanno sbagliato e che oggi percorrono una strada di rieducazione donano il proprio impegno e il proprio talento a bambini che lottano contro la malattia. Due fragilità che si incontrano e si sostengono, in un abbraccio che restituisce dignità e speranza. Come ha sottolineato la dottoressa Maria Concetta Galati: «Questo spendersi reciprocamente la mano tra persone che hanno vissuto la sofferenza è meraviglioso e fa sperare nel futuro».
L’evento, presentato dal direttore artistico del Teatro Comunale Francesco Passafaro, rappresenta anche il frutto di una sinergia straordinaria tra giustizia, sanità, volontariato e istituzioni. Una rete che, come ha ricordato la commissaria straordinaria Simona Carbone, «consolida sempre più il legame con il territorio, integrando i servizi sanitari con percorsi di umanizzazione e responsabilità sociale. La nuova Azienda Dulbecco vuole essere sempre più presidio di cura ma anche di comunità, capace di stare accanto alle persone non solo come pazienti, ma come cittadini».
Sul palco, al termine della rappresentazione, uno dei giovani, Alex, ha voluto ringraziare in modo speciale alcuni funzionari dell’Ipm che quotidianamente li accompagnano in questo difficile ma prezioso cammino di rieducazione, tra cui l’agente Antonio Trapasso e la dottoressa Alessandra Mercantini. Operatori ed educatori che grazie al progetto dell’Associazione “Veliero” Aps, presieduto da Francesca Gallello, salgono sul palcoscenico, parte attiva della rappresentazione, stando ancora di più vicino ai ragazzi che aiutano i ragazzi quotidianamente.
Alex ha anche introdotto l’esibizione di Abdul, in arte Baby Blanca, che ha cantato “Corri”, brano simbolo del suo percorso.
L’incasso della serata è di 5.885 euro, interamente destinati ai piccoli pazienti dell’oncoematologia pediatrica dell’AOU “Renato Dulbecco”. «Abbiamo realizzato non solo uno spettacolo, ma la bellezza dei sentimenti e della generosità» ha sottolineato Giuseppe Raiola, mentre il direttore dell’Ipm, Francesco Pellegrino, ha ricordato l’impegno costante a fianco dei ragazzi: «Li accompagniamo in questo percorso di sofferenza, con l’obiettivo di restituire alla società persone nuove, diverse da quelle che abbiamo accolto».
Durante la serata, l’avvocato Francesco Iacopino ha consegnato simbolici doni ai giovani protagonisti e ha annunciato nuovi progetti futuri, tra cui corsi professionalizzanti e percorsi di adozione di prossimità per i tanti ragazzi stranieri privi di riferimenti familiari in Italia: «Abbiamo realizzato in concreto l’articolo 27 della nostra amata costituzione.
Stiamo avviando altri due progetti dedicati ai giovani del penitenziario, uno per dare loro l’attestato di panificatori, un altro per attivare l’adozione in città: la metà dei detenuti delle nostre carceri minorili sono extracomunitari con nessuno in Italia, vogliamo dare loro un riferimento territoriale.
Partiremo con un progetto pilota e se va bene daremo vita a un’altra iniziativa che ci auguriamo possa diffondersi a tutta Italia».
Un ringraziamento particolare a chi ha contribuito a realizzare la serata con il proprio contributo: il Consiglio regionale della Calabria, Banca di Montepaone – Credito Cooperativo, Associazione Mogli Medici Italiane, Lions Club Catanzaro Host, Brulli Energia, oltre che al Teatro Comunale e all’Agenzia Present&Future.
A rendere la serata ancora più incisiva nel messaggio e nella partecipazione la presenza di figure istituzionali, a partire dal questore Giuseppe Linares, il dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Lamezia Terme Antonio Turi, la presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro Teresa Chiodo, la presidente del Centro Calabrese di solidarietà Ets Isolina Mantelli e il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo.
Quello andato in scena al Teatro Comunale di Catanzaro è stato molto più di uno spettacolo. È stato un potente messaggio di giustizia riparativa, di umanità e di speranza. È stato il segno che anche nei contesti più difficili possono germogliare bellezza, consapevolezza e generosità.
Perché dietro ogni errore può esserci una rinascita. E dietro ogni sorriso donato a un bambino c’è un futuro che riprende colore.
E come si legge ai piedi del palco intitolato a Nino Gemelli: “Il sogno di Eduardo… insieme si può”.