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Riceviamo e pubblichiamo

A distanza di tre anni dalla firma dell’Accordo Quadro del 14 marzo 2022, sottoscritto dalla Regione Calabria insieme alle parti sociali e celebrato pubblicamente dallo stesso Presidente Occhiuto con una lettera ufficiale
inviata a tutti i sindaci della Calabria, arriva oggi la conferma ufficiale di ciò
che avevamo già denunciato da tempo.

La Regione disconosce formalmente quell’accordo con una risposta tanto
grave quanto inaccettabile contenuta nella relazione tecnica del Dipartimento Lavoro allegata alla risposta all’interrogazione consiliare dell’on. Tavernise.

In quella relazione si afferma che l’Accordo Quadro non avrebbe valore vincolante poiché non è mai stato ratificato con una
delibera di Giunta regionale.

Una posizione che smentisce clamorosamente
non solo gli impegni presi con le organizzazioni sindacali, ma anche la
parola pubblicamente data dal Presidente della Regione.

Infatti nella lettera del 14 aprile 2022, firmata da Roberto Occhiuto e indirizzata a tutti gli Enti calabresi con personale stabilizzato ex LSU/LPU, si definiva l’accordo come uno strumento fondamentale per garantire il
raggiungimento dei “pieni livelli retributivi” e si indicava chiaramente che il contributo annuale di 18.000 euro per ciascun lavoratore – comprensivo delle risorse ministeriali e regionali – doveva essere destinato
all’incremento dell’orario di lavoro fino al tempo pieno.

Oggi, quella stessa Regione Calabria si rimangia ogni impegno e sostiene che nessun effetto giuridico vincolante sia mai derivato da quell’accordo. Si tratta di un atto gravissimo.

Annunciamo fin da subito una mobilitazione sotto la Cittadella regionale, per il rispetto degli accordi, il ripristino integrale delle risorse sottratte e la riapertura immediata del tavolo di confronto, con il Governo regionale e gli Enti Locali interessati, che non può più essere rinviato.

E in considerazione che la Regione Calabria continua a negare il valore agli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali, proclamiamo fin da ora lo stato di agitazione dei lavoratori interessati e valuteremo ogni utile azione possibile, inclusi i ricorsi presso le sedi giudiziarie competenti, per
denunciare la reiterata azione di condotta anti-sindacale e la violazione delle relazioni sindacali, il tutto a difesa del diritto dei lavoratori a una retribuzione dignitosa e a un orario di lavoro equo.

Se la Regione pensa di poter cancellare gli impegni presi e ignorare il confronto sindacale, sappia che non resteremo in silenzio.

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