Voci che corrono e si rincorrono. Al solito nel Pd di Catanzaro. Soprattutto nei momenti clou, cioè quelli in cui si assegnano le poltrone. Non importa se assessorili, a Palazzo De Nobili, o di segretario di Circolo. Ovvero ancora, come avverrà a ‘breve’, per il coordinamento cittadino. E allora scatta il “tutti contro tutti”. Come, puntualmente, anche stavolta. In occasione dei congressi di Circolo, appunto. Che hanno decretato la vittoria di Marco Rotella al Circolo Centro-Enzo Lauria; Aldo Rosa al Lido-Giovanni Puccio e Vitaliano Caracciolo al Santa Maria-Franco Politano, senza alcuna sorpresa (come da noi di irriverentemente.com/?p=8800) con molto anticipo. Leggi qui: irriverentemente.com/?p=8800). E il successo di Rita Maimone, al Nord-Pontegrande-Francesco Caracciolo, invece con un asserito colpo di… teatro.
Il “pasticciaccio” del congresso nel Circolo Nord
L’elemento sorpresa, come premesso inesistente… altrove, si è invece palesato, eccome, nel voto della quarta “sezione”. Una realtà di meno di 15 iscritti (pensate un po’): quella Nord-Caracciolo. Sul cui congresso, alla vigilia, c’è stato un vero e proprio giallo (leggi qui: irriverentemente.com/?p=8941). Ma perché “tutto sto casino” per un organismo di tali dimensioni?
Semplice: per qualcuno poteva essere il “Cavallo di Troia” di un furbo regista per sabotare i congressi nell’intera città. Motivo? Nessuno infatti ne avrebbe richiesto il congresso nei tempi e nei modi (pre)stabiliti, salvo poi…. . Ma, a onor del vero, tale versione è contestata. Considerato come ci sia chi ci ha raccontato, e non è certo l’ultimo arrivato nel partito, che la mail con l’istanza di convocazione sarebbe invece partita regolarmente (e quindi… in tempo) il 24 novembre scorso. Ma va anche detto che il segretario provinciale Domenico Giampà, almeno finora, non l’ha esibita.
Quantomeno per tacitare le roventi polemiche innescatesi sulla delicata questione. Comunque sia, il congresso si è tenuto dappertutto. E dunque anche a Pontegrande dove ha vinto la candidata “last minute” (ma anche su questa definizione ci sono obiezioni che riferiremo a breve) Rita Maimone. Al di là di ogni congettura e spigolatura, però, i Dem di quasi tutti gli angoli del capoluogo sembravano più o meno soddisfatti. Non fosse altro perché la democrazia (interna) era stata formalmente salvata. Finita qui, allora? Ma manco per idea. A urne chiuse, e ancora… calde, apriti cielo!
Ma cos’è successo a Pontegrande?
Nel circolo Caracciolo manca il candidato designato alla segreteria. Anzi, no, c’è. Meglio: ci sarebbe! È una giovane professionista (l’avvocato Rita Parentela) legata a una nota Associazione. Che dà la sua disponibilità (noi ne conoscevamo il nome da giorni. Ma non lo abbiamo fatto nei giorni scorsi, perché ci è stato chiesto di non… esporre la diretta interessata e noi lo abbiamo fatto volentieri). Dopodiché, il mistero si è infittito. Perché la professionista in questione esce rapidamente di scena. C’è chi dice per un suo ripensamento, c’è chi dice anche per le… manovrine di una figura che va associata al Comune (e non è Giusy Iemma, nella circostanza. Sia chiaro).
Ma quest’ultima è comunque presente a Pontegrande durante le attività congressuali, mentre si sfoglia la classica margherita in cerca di candidati alla segreteria. Che, peraltro, già si sa durerà poco in ragione di ventilati nuovi tesseramenti e un fisiologico conseguente cambio degli assetti. Comunque sia, piacerebbero come possibili ‘traghettatori’ piddini degnissimi (che conosciamo e stimiamo, definendoli “usato sicuro” per la loro serietà e affidabilità) quali gli ex consiglieri, comunale, Antonio “Totò” Gigliotti e, circoscrizionale (se non andiamo errati anche presidente di tale organismo prima che fosse soppresso), Francesco “Ciccio” Maruca. Gente, “dura e pura”, passata per Pci-Pds-Ds, per intenderci.
Ma niente, spunta Maimone e vince lei. Perché si vuole una donna a fronte di 3 uomini eletti nelle altre sezioni. “Sciocchezze”, asserisce però quel Dem di peso che ci parla. Il quale sentenzia: “È vero che si voleva una donna e pertanto la ‘compagna e amica Rita’ era in lizza sin da subito. Non in corso d’opera, come dicono falsamente”.
Vediamo infine: c’è stato lo scontro di potere tra i gruppi Iemma-Celia e Cristallo-Mancuso, come si ipotizzava? E se sì, chi lo ha vinto?
Premessa d’obbligo: ieri, anzi da una settimana a questa parte, di telefonate da esponenti del Pd ne abbiamo ricevute tante. Più del solito, intendiamo. Ma non dai componenti dei gruppi, elettoralmente e politicamente, più forti in città. Perché, con quello Iemma-Celia dobbiamo risolvere (nei luoghi preposti, naturalmente) un contenzioso giuridico di cui riteniamo tutti i nostri lettori abbiano ormai contezza. Mentre con l’altro, il Cristallo-Mancuso, facciamo enorme fatica a rapportarci – giornalisticamente parlando – poiché si (ri)mangia quanto ci dice (dandoci dei bugiardi, fatto grave) o ci lascia alle “libere interpretazioni”.
Un modo molto scaltro e sottile per “minara a petra e ammucciara a manu” (traduzione pleonastica, almeno a Catanzaro e dintorni) che a noi non piace. Nient’affatto! Come detestiamo pure la continua minaccia, o l’atto formale, di querela. Secondo noi finalizzate a… inibirci, da cui però – ribadiamo – ci difenderemo nelle sedi deputate. Detto ciò, c’è chi sostiene che Jasmine Cristallo e Pasqualino Mancuso l’abbiano spuntata con la vittoria di Rotella al Lauria (e la nota stampa di ieri di una non meglio precisata minoranza Pd, che pubblichiamo in coda, sembrerebbe in qualche confermarlo tra le righe). Però ciò certificherebbe una clamorosa ritrovata armonia (tale per noi che mai perdoneremmo chi ci ha fregato alle Europee per un suo interesse elettorale futuro, ma per questo noi non facciamo politica) tra Jas e Nicola Fiorita. Suggellata dal successo di un membro dello staff del sindaco.
Scenario in un certo senso ipotizzabile, per la verità, già dopo la nomina assessorile nel Fiorita-ter della ‘cristalliana’ Irene Colosimo in barba ai desiderata di quasi tutta la base locale. Che voleva in larga parte l’investitura di Salvatore Passafaro o, al massimo, la (ri)conferma della poi defenestrata Marina Mongiardo. Ma, anche così non fosse, in realtà tanto un gruppo, quanto l’altro, non è sembrato troppo protagonista nella partita congressuale. Un mera impressione sbagliata, la nostra? O un caso fortuito? O c’è di più? To be continued… .
Di seguito, la nota diffusa ieri dalla “minoranza Pd” sulle presunte discrasie nel congresso del Circolo Centro che avrebbero determinato la vittoria di Rotella. Ma ci segnalano… malpancisti anche altrove
“Ieri sera, durante il congresso di circolo della storica sezione “Enzo Lauria” si è consumata una delle pagine più buie del Partito Democratico in città. Un congresso svolto da iscritti/votanti che giungevano in sede con la sola ansia di votare in fretta per poter andare via, con la maggior parte degli iscritti storici che hanno animato il partito negli ultimi anni rimasti a casa.
“Ieri sera, durante il congresso di circolo della storica sezione “Enzo Lauria” si è consumata una delle pagine più buie del Partito Democratico in città. Un congresso svolto da iscritti/votanti che giungevano in sede con la sola ansia di votare in fretta per poter andare via, con la maggior parte degli iscritti storici che hanno animato il partito negli ultimi anni rimasti a casa.
E’ emerso già da prima il sospetto che lo stesso congresso è stato organizzato con poca trasparenza e mancato rispetto delle regole previste dallo statuto. Un congresso così tanto atteso ma che, nel circolo Lauria, ha visto l’inizio dei lavori dopo molto rispetto all’orario stabilito, in quanto dei 153 iscritti – di cui forse più di due terzi ha scelto il partito improvvisamente in pochissimi giorni – ve ne erano solo 20 in sala.
Si è dovuto procedere alla verbalizzazione delle legittime contestazioni a tutte le evidenti difformità in essere, di quella che è sembrata più una farsa che un congresso di partito. Più volte si è chiesta anche la verifica del numero dei presenti al fine di certificare l’eventuale legittimo insediamento, ma la presidenza e il garante del congresso, che hanno dimostrato di non voler essere imparziali nella gestione delle fasi congressuali oltre a disconoscere le regole previste nello statuto e nelle norme per lo svolgimento di platee assembleari e normative statuarie e regolamentari, non hanno dato seguito alla richiesta di verifica.
Se questo rappresenta un nuovo corso, a noi sembra invece un vecchio e preoccupante modo di fare. Più interventi hanno evidenziato l’incompatibilità politica del segretario ri-eletto, in quanto lo stesso è segretario particolare del sindaco Fiorita, questione già discussa più volte assieme alla richiesta di un passo di lato.
Quella di ieri resta una brutta, bruttissima pagina per tutta la comunità politica. Improvvisi sbalzi nel termometro del tesseramento e nuovi iscritti che, comprensibilmente, non partecipano alla discussione ma neppure all’ascolto. Persone che entrano nella sede del partito con la carta d’identità in mano, mostrando desiderio di assolvere il loro compito velocemente, ossia votare per come loro indicato, e andare via.
Essere minoranza, in un partito, dovrebbe costituire la sana risultanza di scelte politiche e programmatiche chiare, non la conseguenza di operazioni che di trasparente hanno ben poco e sono agite da chi proclama di volere l’unità ma non tollera la critica e il dissenso interno e usa metodi punitivi e antidemocratici.
Cara segretaria Elly, come molti amano chiamarti, non sappiamo quali racconti ti arrivino dai tuoi riferimenti calabresi, ma una cosa ci appare chiara ed evidente: se ritieni che il problema dei metodi dei cacicchi sia risolvibile sostituendo cacicchi con altri dello stesso stampo sappi che la sostanza di cui si nutre la politica del nostro partito non cambierà mai.
Viceversa, chi fa politica con serietà e lontano da interessi privatistici legati a posizionamenti elettorali, continuerà a farla in trasparenza rendendo pubbliche tutte le nefandezze che si sono consumate e si consumeranno, nel nostro partito e fuori”.
Minoranza del Pd di Catanzaro
