Festa 100. compleannoFesta 100. compleanno

Una festa esagerata? No, solo una festa. Ma bella assai. Quella per i 100 anni di Carolina Caruso, vedova Giordano. Perché lei (Nonna Carolina ormai per tutti e non soltanto per i nipoti veri), nata in tempi in cui il femminismo era ancora molto di là da venire, al cognome del marito, preso da sposata, ci tiene. Eccome! Della cerimonia, sobria com’è lei, si era già detto ieri mattina (leggi qui il nostro articolo:    https://irriverentemente.com/catanzaro-unaltra-centenaria-in-citta-rende-felice-una-famiglia-nel-pomeriggio-la-cerimonia-in-onore-di-carolina-caruso-nonna-del-dirigente-di-ps-salvatore-blasco/). Tuttavia è stato nel pomeriggio che circa una sessantina di persone, non esclusivamente familiari e parenti, si sono stretti attorno a lei per omaggiarla in questo specialissimo compleanno. In occasione di cui sono accorsi, fra gli altri, anche il sindaco Nicola Fiorita e il sacerdote Franco Isabello. Ospiti graditissimi, accolti dalla famiglia di Nonna Carolina composta dalle figlie Maria Eugenia (primogenita) e Patrizia; i nipoti Tiziana, Sabrina e Salvatore, e i pronipoti Davide e il piccolo Fabio.

L’ultimo arrivato che, almeno per ora, chiude il cerchio di tante generazioni in casa Giordano-Caruso-Blasco. Dove di Nonna Carolina si sono goduti tutto. Perché è stata, ed è, una donna speciale al di là della sua veneranda età. Si tratta infatti di una persona che, malgrado una scolarizzazione di alto livello, ha preferito per libera scelta come ovvio dedicarsi alla cura esclusiva della famiglia e della casa. Ma donandosi anche agli altri con un’incessante attività di volontariato in Caritas e Unitalsi, anche come “accompagnatrice e barelliera” a bordo dei cosiddetti Treni Bianchi per Lourdes dove chi soffre e ha Fede chiede una grazia o magari unicamente un pizzico di serenità alla Sacra Vergine. Ma non ha di certo rinunciato ai piccoli (che poi sono grandi) piaceri della vita. A cominciare dalle non certo salutari sigarette. Fumate con costanza e assiduità fino a una quindicina d’anni fa e anche a un appuntamento fisso: la partitina a carte con le adorate amiche. Abitudine molto a malincuore persa solo dai tempi del Covid per comprensibili fini precauzionali.

E poi non più ripresa, a fine emergenza da pandemia, anche per la triste, ma ahinoi naturale e ineluttabile, perdita di una serie di compagne di gioco che avevano tutte un’età oscillante fra poco meno, e poco più, di 90 anni. Nulla da aggiungere, quindi. Se non il curioso aneddoto sul suo “vigilare”, considerato dove abita ancora adesso, sugli studenti del Liceo Ginnasio Pasquale Galluppi che vedeva all’ingresso e all’uscita e dentro alcune classi. Tra cui proprio quella dell’adorato nipote maschio Salvatore. A cui ripeteva, e ripete ancora, sempre come una sorta di monito (o di mantra): “Non fasciarti mai la testa prima di essertela rotta”.

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