Dimissioni del governatore Roberto Occhiuto vicine? È (stata e forse lo è ancora) un’ipotesi in campo (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=18378). Frutto, riusciamo soltanto a sapere da fonte attendibilissima (e “assai vicina”), di un… vecchio ragionamento. Ma che oggi non potrebbe trovare immediata attuazione, non fosse altro per non dar l’idea di mollare con una grossa opacità sul groppone. Vale a dire mentre si ha addosso l’ombra di una colpevolezza che il diretto interessato invece esclude categoricamente. E fino a condanna definitiva (e oltre… ogni ragionevole dubbio) con tutte le giustificazioni di questo mondo. Ci mancherebbe!
La “pazza” idea di qualche mese fa
Nella mente del presidente c’era, lo ribadiamo, un disegno di lasciare, per poi magari raddoppiare. Ma precedente alla “bufera”, delle indagini a suo carico, che si è di recente abbattuta sullo stesso presidente. Un’idea, che fino a poco tempo fa sembrava ardita se non persino… pazza, però ora non più tanto azzardata. Almeno a giudicarla dall’esterno. Anzi! L’unico elemento contrario, per così definirlo, sarebbe però costituito proprio dalla tempistica. Occhiuto, insomma, adesso vorrebbe forse dare forfait per davvero. Solo che allo stato non può per il motivo spiegato in precedenza. Resta però una situazione in bilico. Molto più di quanto sembri, con possibili colpi di scena anche in periodo di ferie. Quando, di solito, tutti pensano ai tuffi nello splendido mare o a escursioni sulle incantevoli montagne calabresi. Estate con sorpresa, dunque? Mah, chissà…
Ma perché nella testa di Occhiuto sarebbe frullato un clamoroso… ciaone?
Se Occhiuto, come detto, patisce al momento un approfondimento di carattere giudiziario, su cui come ovvio niente e nessuno può farci alcunché essendo materia di pertinenza (esclusiva e assoluta, secondo la legge) di magistrati e inquirenti, politicamente parlando la faccenda cambia. Eccome! Il governatore, infatti, non sarebbe in generale contento del modus operandi degli alleati nei suoi confronti. Che, anche prima dell’inchiesta sia chiaro, si sarebbero mostrati… freddini nel supportarlo di fronte al “logorio della presidenza”. Un mandato ricco di onori e privilegi, ma che ogni giorno comporta problemi, critiche e inciampi, di ogni genere. Mestiere (diciamo) prestigioso, assai redditizio, ambito, invidiato, che peraltro non… prescrive il medico, ma tutto fuorché facile. Qualunquismo e populismo a parte. Certo, si dirà, è il destino degli “uomini soli al comando”. Soprattutto di quanti tra loro possono vantare un potere immenso come quello di cui gode un presidente di Regione, anche piccola e marginale quanto la Calabria, dopo la riforma che ha di fatto reso tale figura più influente, seppur in ambito locale, di molti ministri (esclusi quelli a Esteri, Interno, Economia e pochissimi altri).
Occhiuto non sarebbe… temprato quanto un Abramo, fatto da non sottovalutare
Se il presidente della Calabria è colpevole o meno lo sa lui e dovranno appurarlo gli organi preposti. Noi, quindi, non ci arrischiamo a formulare ipotesi o, peggio, a dare giudizi in merito. Sarebbe infatti scorretto. E poi c’è l’aspetto umano da non sottovalutare. In particolare per un uomo dell’indole del governatore in carica. Il quale (ci dicono), ad esempio a differenza di un sindaco come l’ex primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo, non sarebbe vaccinato per resistere agli… urti che una posizione, pur ripetiamo privilegiata, come la sua comporta. Caratteristica che, viceversa, aveva Abramo. Capace di far fronte a ogni avversità, anche relativa ai vari accertamenti giudiziari subiti (ma senza alcun strascico, lo precisiamo), con grande piglio. A dar retta alle nostre fonti (vedi notizia su Gdf in Cittadella: https://irriverentemente.com/?p=18533), Occhiuto sarebbe invece assai più in… crisi di fronte a fatti di una certa natura. Che gli causerebbero un evidente malessere. Ma forse è comprensibile alla luce dei diversi background politici delle due figure, con un Abramo da sempre (da metà anni ‘90 cioè) abituato ai marosi che deve affrontare un sindaco di una città complessa come il capoluogo e un presidente invece fino a 3 anni fa comodamente seduto sulla “ovattata poltrona” di capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.
Occhiuto “tormentato” al solo pensiero della fine di suoi ex colleghi Del Turco o Galan, per non parlare di certi calabresi
Al di là del fatto che ogni vicenda umana, politica e soprattutto giudiziaria, fa storia a sé (sia ben chiaro!), Occhiuto sarebbe alle prese con il… tormento causatogli dall’essere oggetto di indagine. Perché, a prescindere dall’esito, per un esponente delle Istituzioni di un simile livello la sola inchiesta può avere, sebbene in modo aberrante, l’effetto di uno tsunami da cui è difficile rimettersi in sesto pur dopo una positiva conclusione. E anche se fare accostamenti tra il caso di un attualmente “solo indagato” Occhiuto e altri, invece inerenti a suoi ex noti colleghi come Ottaviano Del Turco (Abruzzo) e Giancarlo Galan (Veneto) nella loro carriera arrivati pure al rango di ministri, sarebbe improprio (oltreché allo stato tecnicamente sbagliato) per le condanne emesse a loro carico, il pensiero non può non correre a tali situazioni incresciose. E tutto ciò senza ricordare la sorte di vari predecessori occhiutiani in Regione Calabria. Perché tanto i citati (già governatori) “forestieri”, quanto taluni calabresi, sono addirittura stati arrestati e poi, all’esito dell’iter giudiziario, condannati in via definitiva e… cancellati dalla scena politica. Roba da brividi. Che a un Occhiuto, fino a prova certa e incontrovertibile del contrario innocente, fanno “salire la voglia” di lasciare la Cittadella a gambe levate per difendersi al meglio com’è giusto sia.
