Chat Whatsapp roventi e regolamento di conti interno nel Partito Democratico di Catanzaro. E no, non è uno scioglilingua, per noi poi che abbiamo l’esse moscia! Ma, semplicemente, la sintesi, estrema, del tentativo di allontanamento, che ha ufficialmente preso corpo a inizio settimana, di una figura assai… ingombrante in tutti i sensi del termine come quella dell’attuale capogruppo Dem a Palazzo De Nobili, Fabio Celia. Che, sulla base di suoi asseriti grossi guai extra-politici su cui dovrebbero peraltro far piena luce le autorità preposte su sollecitazione delle eventuali parti in causa, non è più desiderato nel Pd. E questo sempre se in passato lo sia davvero stato, persino quando prende(va) circa mille voti. E a seguire spiegheremo il perché. Ma a Celia – “dimissionamento”, cacciata in malo modo o addirittura espulsione, che sia – non lo si metterà di certo alla porta con un banale… tante grazie! Perché, malgrado dovesse decidere da solo di far fagotto, può arrecare danni incalcolabili.

Ma quali sarebbero gli… indicatori del timore nei confronti di Celia?

A suggerirci il diffuso timore, provato da tutti, o quasi, nei confronti di un Celia molto piccato nelle chat Wa di partito è, in primis, il situazionismo del sindaco Nicola Fiorita, che degno del grande compianto Oliviero Toscani aspetta il maturare degli eventi senza muovere un dito o quasi  (uno ad esempio fulmineo nel fare di soppiatto lo scatto del decennio, magari cogliendo con l’obiettivo un implacabile cecchino approfittando di una sua pausa). Ma lo stesso discorso vale anche, naturalmente, per la sedicente intera opposizione di Nick e infine per il Pd stesso. Escluso, forse, un coraggioso segretario cittadino (oltretutto già dimissionario) come Antonio Calogero e quanti hanno interesse a un’exit strategy concepita però a danno di Celia. Un situazionismo, appunto, tipico di chi ha una paura fottuta di Celia e spera quasi che sparisca, senza lasciar traccia. Più o meno con uno slack, come avviene per alcuni personaggi nei fumetti. E che lo faccia proprio da solo, senza quindi richiedere alcun intervento esterno.

E Fiorita muto, che più muto non si può

Ma quanto scritto fin qui è un fatto di una gravità inaudita. Mica acqua fresca! Perché un Celia che, come da noi riportato, venerdì scorso rivolge pesantissime accuse (e non di natura politica) al sindaco davanti a una ventina scarsa di militanti Democrat del quartiere marinaro (leggi qui quanto da noi scritto: https://irriverentemente.com/?p=13280 e qui: https://irriverentemente.com/?p=13294) in una città normale sarebbe stato subito messo in riga dal sindaco stesso. Senza contare la questione della presunta decadenza dal civico consesso di Celia, tirata fuori da lui stesso. Sulla quale né Fiorita (che per citare un capolavoro banfiano come l’Allenatore nel Pallone, a lui tanto caro, resta “muto come un pesce operato alle corde vocali”) né alcun competente organo comunale è finora intervenuto per dire A o B.

E quelli dell’opposizione sul punto? Di loro se ne sta occupando Chi l’ha Visto?, tranquilli

E che dire poi, ribadiamo, della (finta) opposizione? In una città normale, così come sarebbe dovuto accadere in precedenza sulla storia delle partecipazioni “Vip” ai concorsi dell’ente, avrebbe sparato a palle incatenate sulla stampa cavalcando la vicenda. Quantomeno per vederci chiaro e andare a fondo alla questione! Ma (g)nente, come direbbero a Roma. Niente di niente, anzi. Solo uno speciale Chi l’ha visto?, in programma per cercarla. Ma del resto il monocolore di Sin-estra al potere cittadino ha ben altre incombenze di cui farsi carico e, quindi, non vuole… sgrusciu (rumore). Stesso dicasi per il presunto complottista interno di Celia. L’ex potente consigliere regionale cioè che, sempre per bocca del diretto interessato, starebbe brigando per farlo cacciare. Uno citato espressamente, però al pari degli altri atterrito dall’idea di uscire allo scoperto contro Celia per difendersi! Detto ciò, tuttavia, sarebbe utile far cenno anche alla presunta macchinazione anti-Celia.

I… precedenti di Celia, in termini di embargo dalle candidature importanti dal Pd, iniziano a essere tantini

I… precedenti di Celia, in termini di embargo dalle candidature importanti nel Pd, iniziano a essere tantini. E, tralasciando un… inciampo addirittura datato 2017 su cui qui è meglio sorvolare, anche nel 2019, con il pretesto del suo coinvolgimento nell’inchiesta Gettonopoli, venne escluso dal novero delle candidature per le Regionali. Tanto che, allora, avviò un insistito pressing su di lui persino il plenipotenziario forzista locale Mimmo Tallini. Che lo voleva nel centrodestra. Ma lui non ne volle sapere e, qualche tempo dopo, puntò invece sul sostegno alla consigliera regionale “oliveriana” Flora Sculco. Così come poi scelse Ernesto Alecci e, soprattutto, Giusy Iemma. Che per Celia è una sorta di alter ego. Che lo deve rappresentare in tutto e per tutto ad alto livello, persino forse nel tentativo di scalata all’investitura di aspirante governatrice del centrosinistra.

Iemma quasi più agguerrita di Celia

La grande vicinanza, umana e politica, tra Celia e Iemma sarà il motivo per cui anche quest’ultima esponente Dem è sul piede di guerra. Molto preoccupata dal rischio di perdere un portatore di voti per lei straordinario come Celia, pure in virtù della doppia preferenza di genere, e una volta non rinnovata nella carica di presidente dell’assemblea regionale del partito dopo il congresso. Circostanze che, se si dovessero verificare, la farebbero uscire lentamente ma inesorabilmente di scena, anche dopo la… partenza di un’altra figura forte (addirittura molto di più di Celia) come l’ex commissario dei Dem calabresi, Stefano Graziano, sempre a lei molto vicina e legata. Se però torniamo, prima di concludere, alla realtà del 2019, va detto che nessuno dei presunti… cospiratori ai danni di Celia ricopriva le attuali cariche. Senza contare che, al di là dell’ipotetico complotto, chi comanda adesso nel partito come Nicola Irto, Jasmine Cristallo, Ernesto Alecci e l’ex potente consigliere regionale, facevano tutti altro. Ergo, la tesi di Celia regge poco. Semmai, è un autocomplotto. Considerato come, dal 2017 in avanti, sia come premesso stato sempre suo malgrado coinvolto in situazioni delicate. Che ne hanno reso… controverso il profilo. Quello di una figura amata dagli amici ma detestata, o comunque assai contrastata, dai detrattori e avversari.

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