In carica da fine 2023, dal 28 dicembre per l’esattezza, il dg dell’Amc Luca Brancaccio ci ha messo poco più di 5 mesi per farsi minacciare. Un record in una città in cui esistono fiumi carsici che nessuno vede e nessuno sente, mentre scorrono. Ma che sono tumultuosi e sporchi nel loro fluire sotterraneo. E irrefrenabili. Ma tenuti ben nascosti. Perché devono portare l’acqua (leggasi soldi e potere) dove c’è chi li aspetta avidamente. Tuttavia al riparo da occhi e orecchie indiscreti. Perché sono corsi d’acqua (molto ricca) noti unicamente a quanti se ne abbeverano, come ovvio, per poi distribuirne la restante parte ad altri. Prestabiliti beneficiari, cioè. Tanto che potremmo mutuare una profetica frase che nella Palermo di inizi anni Ottanta l’allora consigliere istruttore Rocco Chinnici annotava sul proprio diario poco prima di essere trucidato con un’autobomba sotto casa. Insieme alla scorta e al portiere del suo stabile. La frase in questione era: “C’è un filo rosso che unisce tutti i grandi delitti: un unico progetto politico!”.
I grandi affari catanzaresi, passati e futuri, al posto dei grandi delitti, di fine secolo scorso, palermitani
Inutile persino precisarlo: a Catanzaro, per fortuna, finora quasi mai si è sparato. E mai sono saltate in aria persone con delle bombe. Eccetto il povero Giuseppe Malacaria nel febbraio 1971. Ma questa è un’altra storia. Di matrice politica, anche se di stampo terroristico, e quindi non certo di natura affaristico-mafiosa. Torniamo invece al nocciolo della spinosa questione Amc. Una vicenda forse eclatante ‘sintomo’ isolato del malessere di qualcuno. Che ha fatto un… colpo di testa. O forse qualcosa di assai più grave. Vale a dire: il ben più preoccupante e tracotante gesto, ma con dietro una regia, di un altrettanto chiaro avviso ai naviganti. Relativo all’intoccabilità dei “grandi affari”. Che in cima ai Tre Colli vengono appunto al posto dei “grandi delitti”. Affari (trasversali) che si sono sempre fatti. Dagli anni Ottanta, anzi da sempre, a oggi. E che si continuano a fare, peraltro. Eccome! Fino al punto che, per la Catanzaro del 2024, si potrebbe scrivere: “C’è un filo rosso che unisce i grandi affari: un unico progetto politico”! Che non può essere messo in discussione. Da nessuno. E in nessun ambito. Tanto che chi ci ha provato, ci viene in mente qualche coraggioso funzionario pubblico, è stato immediatamente eliminato. Non fisicamente, grazie a Dio. Ma con la brusca interruzione della sua carriera. Almeno in città.
Brancaccio ha già capito dove ha messo le mani e sarà al… bivio, tra continuare o fermarsi
La triste realtà cittadina fin qui descritta è quella con cui il giovane, e a questo punto ci sembra anche molto capace, ingegner Brancaccio dovrà fare i conti. Perché a Catanzaro non si vedono certo aggirarsi per strada gruppi di malavitosi in coppola e lupara. Esiste però una potentissima e invisibile rete, al di sopra e al di là della politica e degli argomenti di ‘bassa cucina’, formata da ‘gente che conta per davvero’. Supportata, per giunta, da un’orda di mediocri ma famelici tirapiedi. Che ambiscono alla soddisfazione di mille esigenze. Economiche per lo più. O di brama di arrampicata nella scala sociale. La rete di cui parliamo però è abituata ad agire in modo diverso dalla criminalità. Un modo poco… rumoroso. Fatto che ci induce a stupirci molto della lettera minatoria, servita forse ad ammorbidire un ‘osso duro’ o appunto per fungere da monito a chiunque.
“Occhio” Brancaccio, perché ti… fanno fuori
Il vero potere locale, lo ribadiamo, non è certo la ‘ndrangheta. O non unicamente, almeno! Ma è implacabile come le ‘ndrine. Solo che, ripetiamo ancora, agisce senza “sgrusciu” per dirla con l’ex procuratore della Repubblica del capoluogo calabro Nicola Gratteri. Forse non a caso ancora non rimpiazzato dal Consiglio Superiore della Magistratura con un successore indicato dal Plenum dello stesso Csm. Sebbene si tratti dell’importante nomina del capo di una Procura “sensibile”, con un Distretto Antimafia che ha competenza sull’intera regione. Eccetto Reggio e la sua provincia. E, come se non bastasse, sede di una Corte d’Appello che ‘copre’ il medesimo territorio dell’appena citata Dda. Stia molto attento quindi Brancaccio. Perché più scaverà e più isolato sarà. E si troverà di fronte a un muro di gomma eretto da “insospettabili brave persone”. Così brave che persino la famigerata mafia, se potesse, se ne dissocerebbe pubblicamente con una nota stampa. Diramata temendo un danno di immagine!