Riceviamo e pubblichiamo
Nell’anniversario del terremoto del Centro-Italia, come Uncem possiamo ribadire che la ricostruzione prosegue, della parte privata e degli immobili pubblici.
Molto lavoro sta facendo la Struttura commissariale centrale guidata da Guido Castelli, che Uncem ringrazia.
Ho in mente molte nuove opere realizzate per riattivare economia e comunità dei territori. Penso all’ospedale di Amandola e ad altre strutture per il welfare, luoghi di comunità.
Molto resta da fare per guidare percorsi di rigenerazione economica delle aree dell’Appennino.
Ne abbiamo molto bisogno, come abbiamo la necessità di lavoro intenso sulla riorganizzazione istituzionale. I Comuni sono fragili da soli.
E poco si fa per dire come si sta insieme, come lavorano insieme, come condividono funzioni e servizi, come la managerialità pubblica si afferma per migliorare i servizi ai cittadini. Su questo abbiamo molto lavoro da fare”.
No Tar ad accorpamento plessi scuole di montagna
“Dopo la sentenza 2202 del maggio 2025 del Consiglio di Stato sulle scuole montane che possono chiudere solo in casi del tutto eccezionali, che apriva scenari importanti legati alla riorganizzazione del servizio scolastico sui territori, arriva una nuova sentenza del Tar che conferma quell’impostazione.
Uncem legge positivamente la sentenza del Tar Lazio che ha accolto il ricorso dei Comuni di Torricella in Sabina e di Rocca Sinibalda, contro Ministero e Regione che aveva previsto, nella riorganizzazione della rete scolastica nella Provincia di Rieti primo ciclo, l’aggregazione dell’Istituto comprensivo Marco Polo di Torricella in Sabina, 292 alunni, all’Istituto comprensivo Ferruccio Ulivi di Poggio Moiano, 860 alunni.
La decisione del TAR che la respinge si pone in contrasto con la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei Comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.
Il TAR afferma che la Regione non aveva dato conto agli Enti locali dei criteri per l’individuazione degli Istituti da accorpare. La questione secondo Uncem è una. Occorre evitare che l’organizzazione scolastica diventi una vicenda da aule di tribunali amministrativi. Non è la giustizia che deve affrontare una questione chiarissima già nella legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni. No al tira e molla nei tribunali con gli Enti territoriali, ribadisce Uncem.
Entri in gioco la Politica. E il Ministro ci ascolti. Perché perdiamo plessi nei piccoli Comuni montani, si accorpano troppe scuole nei paesi, ma soprattutto serve una organizzazione vera per la scuola di domani nelle Alpi e negli Appennini. Abbiamo chiesto più volte al Ministro Valditara di aprire un serio confronto, al Ministero, con Indire, con Uncem, con chi si occupa di scuola.
Non basta tagliare, dire che non ci sono più studenti o che non ci sono soldi, o insegnanti. La questione scuole di montagna è molto più complessa. Bene la sentenza TAR. Ma dovremo andare oltre. La Politica deve azionarsi”.
Vescovi aree interne a Benevento
“L’incontro di oggi e domani dei Vescovi italiani delle aree interne e montane a Benevento, ospiti di Monsignor Accrocca, è molto significativo. È ormai un appuntamento fisso annuale al quale domani siamo stati invitati come Uncem.
Diremo che dobbiamo camminare insieme nel ripensare il modello organizzativo istituzionale dei Comuni, ma pure delle Parrocchie, delle Pro Loco e delle Associazioni del terzo settore sulle Alpi e sugli Appennini, in una logica nuova.
Che è quella del NOI. Soli siamo perduti. Piccolo non è bello. Sindaci e Parroci non sono eroi, bensì attori di un cambiamento e costruttori di comunità. Costruttori del Camminare insieme, come vuole il Sinodo sulla Sinodalità. Come si sta insieme appunto, come siamo ancora. Tutti dobbiamo ripensarci. La parola spopolamento non ci rappresenta, come Uncem afferma nel Rapporto Montagne Italia.
I fenomeni sono più articolati. E vanno studiati meglio. Non siamo vittime dello spopolamento. Siamo attori del neopopolamento, nuovi flussi che arrivano nelle Alpi e negli Appennini. Come siamo ancora con un neopopolamento che riparte proprio dalle zone più fragili dell’Appennino. Dobbiamo crederci, impostando meccanismi di ripensamento dei servizi alle comunità e nuovi sistemi fiscali, perequativi. Nuovi accordi con le Città che non possono girarsi dall’altra parte.
Hanno sfide che vinciamo insieme. Lo dobbiamo dire e fare con la Conferenza Episcopale italiana, naturalmente con Governo, Parlamento, Regioni. Gli Enti locali montani sanno che devono lavorare di più e meglio insieme. Noi ci siamo. Facciamo un salto di qualità in questo NOI.
Lo confermeremo ai Vescovi. Serve una nuova alleanza, che già di fatto abbiamo sancito. Ci crediamo perché la comunità è una, di credenti o non credenti poco importa. Una sola, che impara a camminare insieme e a essere ancora”.