Logo Uncem

Riceviamo e pubblichiamo

Il Presidente Uncem Marco Bussone ha incontrato a Schio i Sindaci e il Presidente dell’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti, Mosè Squarzon, sindaco di Monte di Malo.

Al centro dell’appuntamento le novità legislative nazionali, l’organizzazione degli Enti locali e l’attuazione della Strategia di Green Community, finanziata all’Unione dal PNRR con oltre 4,3 milioni di euro.

“Un progetto molto importante – evidenzia Bussone – di grande qualità, che vede un territorio coeso lavorare intensamente, generare impegno e fiducia tra Amministratori locali e imprese.

Proprio il rapporto con imprese, scuole, terzo settore, è un fronte di lavoro decisivo per le Green Community. Ma quanto si sta facendo in questo pezzo di Veneto è importantissimo”.

L’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti conta dieci Comuni, per una estensione di 360 kmq con una popolazione di 100.450 abitanti.

Il progetto della Green Community prevede la valorizzazione delle produzioni locali attraverso un marchio d’area, la gestione integrata e certificata del patrimonio silvo pastorale, un efficientamento della gestione dei rifiuti e della risorsa idrica, la mappatura degli immobili non abitati e l’implementazione del portale turistico pasubioepiccoledolomiti.it.

Ma gli interventi più significativi riguardano soprattutto l’energia: si prevede la posa di almeno 20 impianti da 20 kW, due per Comune, da posizionare su edifici pubblici già individuati, per rendere gli edifici autosufficienti.

Altro intervento è quello dell’efficientamento delle centraline idroelettriche esistenti (tre dell’Unione e altre due rispettivamente dei Comuni di Schio e Valli del Pasubio) che saranno ottimizzate per produrre energia da acqua di acquedotto, grazie all’installazione di turbine sul percorso che l’acqua compie per arrivare alle abitazioni. Sono inoltre previste due centrali nuove, sempre nei Comuni di Schio e Valli.

Si tratta di un obiettivo molto ambizioso che supera l’ambito di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) in quanto va oltre l’autoconsumo prevedendo espressamente l’immissione in rete dell’energia prodotta.

Report Montagna ’25

Viene presentato a Quart venerdi 4 luglio alle 16, presso la Comunità montana, il Rapporto Montagne Italia 2025: un lavoro corposo e strutturato, che nasce nell’ambito del Progetto Italiae del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è attuato dall’Uncem per descrivere dall’Uncem per descrivere come si manifesta la contemporaneità nei territori di montagna.

Il Rapporto sulla Montagna si può trovare qui: https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/rapporto-montagne-italia-2025/?highlight=montagne

La presentazione del Rapporto, aperta al pubblico, vedrà la partecipazione, oltre che del Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, di Fabrizio Bertholin, Sindaco di Quart, di Michel Martinet, Presidente Unite des Communes Mont-Emilius  e Sindaco del Comune di Gressan, di Luciano Caveri, Assessore regionale alla Montagna, di Franco Manes, Deputato, di Gianni Nuti, Sindaco di Aosta, Jean Barocco, Consigliere nazionale Uncem, e di Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

“Il Rapporto è un documento approfondito e articolato – spiega Barocco – che presenta dati socioeconomici di tutti i territori montani del nostro Paese.

Per la prima volta, si entra nel dettaglio dei singoli territori, prendendo in considerazione ciascun comune che compone le aree analizzate: il risultato è una fotografia molto fedele della situazione delle aree montane italiane, che ci permette anche di sfatare alcuni miti frutto di un pensiero retorico, svincolato dall’analisi approfondita delle singole realtà, come quello della crisi delle nascite concentrata nei centri montani.

Se leggiamo i dati del Rapporto, vedremo che non è così.

Ci sono 100mila nuovi ingressi nelle zone montane negli ultimi anni.

Un saldo migratorio positivo che fa fa ben sperare”.

Il Rapporto Montagne è frutto di contributi di diversi esperti, tra i quali – oltre al Presidente Marco Bussone -, Giampiero Lupatelli, economista ed esperto di pianificazione territoriale e pianificazione strategica; Aldo Bonomi, sociologo, fondatore del Consorzio Aster; Nando Pagnoncelli, sondaggista, presidente di Ipsos Italia.

Investire su nuova programmazione europea

“Continua a fare molto discutere il titolo del paragrafo del Piano nazionale per le aree interne per l’accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile di alcune aree interne del Paese.

Quel paragrafo del Piano varato dal Ministro Foti alla presenza anche di Uncem un mese fa, è già stato eliminato per il bene del Paese, per la sua coesione alla quale tutti e tutte lavoriamo.

Le polemiche contro il Ministro Foti sono sterili.

Uncem lo ha detto qualche giorno fa a Roma, alla presenza del Commissario Guido Castelli, presentando il Rapporto Montagne Italia. No alle polemiche sulle frasi dei piani. Non servono. Come non servono demagogia e ideologie.

Ma per stralciarlo davvero quel paragrafo, azzerare quel punto, occorre sciogliere un nodo importante.

Ovvero, quanto investiremo in termini di milioni e miliardi di euro sulle aree interne e montane dal 2026 al 2034, in questa e nella nuova Programmazione comunitaria, andando oltre le 73 più 43 aree interne sperimentali, unendo SNAI a Strategia delle Green Community a Strategia per la Montagna, favorendo gli investimenti pubblici e per le imprese, evitando che le strategie siano solo per il Mezzogiorno, e che le sperequazioni territoriali siano viste solo tra nord e sud del Paese, individuando strumenti per la riorganizzazione istituzionale, la governance e il lavoro insieme dei Comuni, favorendo la managerialità negli Enti locali che condividono funzioni e servizi sulla stessa valle e sull’ambito territoriale ottimale, modificando norme nazionali in particolare su scuole e sanità che permettano di potenziare servizi pubblici decisivi.

Come esiste l’Agenda Urbana, il Ministro Foti e il Vicepresidente della Commissione UE Fitto possono individuare finalmente una Agenda europea e nazionale per la Montagne e per le Aree interne.

Solo così evitiamo lo spopolamento. Che, secondo Uncem, non è irreversibile”.

Lo affermano Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Luigi Fasciani, Vicepresidente vicario nazionale Uncem. Che dicono basta alle polemiche. Non servono. Sono dannose.

I numeri, le cifre sono le uniche risposte a cose malscritte e a polemiche senza destino.

Uncem aggiunge che senza una riorganizzazione seria dei Comuni, definendo chi fa che cosa, lavorando sul NOI e togliendo di mezzo ogni “IO” e ogni campanilismo, non si va lontano.

Non bastano le Province. Occorre definire per ogni livello, Regioni comprese, chi fa che cosa, e quali sono i cespiti economici e finanziari, fiscali e tributari per finanziare le funzioni.

Vale anche per i Comuni.

Lavorare insieme è l’antidoto all’andare tutti da soli verso un destino complesso.

Si rafforzino i meccanismi di cooperazione e lavoro sovracomunale, intercomunale.

Si diano alle Province alcune semplici e chiare funzioni, finanziate.

Così alle Unioni montane, riconoscendo la specificità delle zone montane, facendo veri ambiti territoriali ottimali in Abruzzo come in tutta Italia.

È il momento delle riforme e Uncem ha proposto numerose azioni di lavoro.

Vittima maltempo Bardonecchia

“La Sindaca di Bardonecchia ancora una volta oggi impegnata con tutte le forze per difendere la comunità.

Il dissesto si prevede con un buon allertamento e la decisione di far restare tutti in casa è giusta.

Uncem si unisce alla comunità del paese e soprattutto ai famigliari della vittima.

La complessità della situazione riguarda tutti. Non solo Bardonecchia.

Tutta la montagna è unita, è sodale, è vicina. Come lo deve essere Torino.

La Città è con loro. Bardonecchia che soffre e che piange un morto è Torino che soffre.

Tutto il Piemonte una sola comunità.

Quando lo capiremo tutti e tutte, sarà tardi.

Ma questa coesione attorno alla montagna e alle comunità e alle Amministrazioni è decisiva per capire le geografie e per investire bene le risorse che andranno sbloccate.

Troppi, in Italia, 8 miliardi fermi per la tutela del territorio e la protezione dei versanti.

Investire nel Piano di Adattamento ai Cambimenti climatici è una ulteriore urgenza.

Di stasera. Non si perda tempo. Bardonecchia ci guida”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *