Articolo tratto da La Repubblica (di Erika Cuscito)

Coda strappata, orecchie amputate e numerose ferite sul corpo della cagnolina “buona e non aggressiva” che era stata smarrita a Gravina lo scorso 30 agosto ed è stata trovata tre giorni dopo in condizioni terribili.

“Crudeltà inaccettabile e socialmente pericolosa”, denuncia l’associazione Lcd che chiede anche l’acquisizione delle immagini delle videocamere per risalire ai reponsabili.

Uccisa e seviziata. Alla povera Tequila, una femmina di pitbull smarrita lo scorso 30 agosto da Gravina in Puglia, è stata strappata la coda, amputate le orecchie e provocate numerose ferite sul corpo. A confermarlo è stata la veterinaria incaricata dalla Asl, una volta ritrovata. E ora si chiede giustizia per la cagnolina.

L’associazione nazionale Lndc animal protection ha presentato una denuncia alla Procura e ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per rintracciare i responsabili. Ma il più grande appello lo ha rivolto ai cittadini, “affinché segnalino ogni informazione utile per fare piena luce su questa orribile vicenda”, dicono.

La cagnolina era stata smarrita nella zona di Prezzano verso le 23,30: negli appelli social fatti dal padrone per riuscire a ritrovarla era stato specificato che avesse il microchip e che fosse un cane “buono e non aggressivo”.

“Contrariamente ai pregiudizi che troppo spesso colpiscono questa razza – spiegano da Lndc – Tequila era un animale mite e sociale, incapace di reagire alla violenza subita. Proprio questa sua indole buona rende ancor più atroce la sua uccisione, che attesta l’esistenza di una o più persone capaci di una crudeltà inaccettabile e socialmente pericolosa, non solo per gli animali, ma per l’intera comunità”.

L’associazione, oltre alla denuncia in Procura, ha sollecitato l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sorveglianza nelle aree limitrofe.

“Siamo di fronte a un crimine di una gravità inaudita, un atto di barbarie che non può restare impunito – spiega Piera Rosati, la presidente nazionale di Lndc animal Protection – Chi è in grado di infliggere torture simili a un animale indifeso rappresenta un pericolo concreto per tutta la società.

È necessario intervenire subito per individuare e fermare i responsabili, affinché sia fatta giustizia per Tequila e per la sua famiglia”.

E ora non resta che proseguire con le indagini, anche grazie alla collaborazione di testimoni, a cui viene chiesto supporto nelle verifiche.

La sezione di Gravina ha poi rivolto un ulteriore appello all’Amministrazione comunale: “Chiediamo con forza – in particolare all’assessore al benessere animale – di prendere posizione pubblicamente, condannando quanto accaduto e impegnandosi affinché episodi simili non si ripetano più.

Tequila non può più parlare, ma noi sì. E dobbiamo farlo. Per lei, per tutti gli animali vittime della crudeltà umana, per una società più giusta e civile”.

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