Un momento della cerimoniaUn momento della cerimonia

L’affetto e la riconoscenza di tanta gente, di una comunità intera più precisamente, sono stati ieri sera tangibilmente manifestati alla famiglia Procopio in occasione della cerimonia per la traslazione della salma di uno dei figli del Grande Ufficiale Giuseppe. Imprenditore illuminato, ma anche uomo di Fede e di cultura oltreché benefattore e filantropo, quest’ultimo. Che a Sellia Marina hanno conosciuto molti decenni fa per il suo impegno in favore dei conterranei e della cittadina in cui è nato. E a cui si sono stretti intorno quando ha purtroppo patito il dolore più grande che possa toccare in sorte a qualsiasi persona: veder morire suo figlio. Peraltro ancora relativamente giovane e pieno di passioni, di idee e soprattutto di amore per i familiari.

In particolare per l’adorata madre, da cui era inseparabile. Ecco chi era il prof Giovanni Procopio, come premesso figlio di Giuseppe, spentosi a poco più di 50 anni all’inizio dell’estate 2016 per un problema cardiaco manifestatosi di colpo in tutta la sua gravità quasi senza avvisaglie. Eppure rivelatosi ben presto dirompente e fatale. Un evento che ha come ovvio gettato nello sconforto i genitori, i fratelli e tutti quanti gli volevano bene. Ma dal momento della morte, papà Giuseppe ha nutrito un grande desiderio: farlo riposare a… casa. Ovvero nella chiesa (Stella Maris di Sellia Marina) edificata a poche decine di metri dalla residenza della famiglia Procopio, proprio per volontà del Grande Ufficiale Giuseppe. Orgoglioso e commosso, tra l’altro, dal fatto che da quando c’è la Stella Maris, con la sua meravigliosa Croce a “vegliare”, proteggendola, su quel piccolo tratto della famigerata Statale Ionica 106 non si è più verificato un incidente mortale a differenza di prima.

Perché l’imprenditore illuminato Giuseppe è fatto così. Non vuol tenere tutto per sé, avendo al contrario il desiderio di donare molto alla comunità locale. Così come ad esempio fatto con il restauro completo della chiesa del Santissimo Rosario e altre elargizioni alla Diocesi catanzarese per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Che a breve saranno persino molti di più con oltretutto la realizzazione di una piazza e un anfiteatro di circa 10.5mila metri quadrati. Da riservare a grandi manifestazione pubbliche o, in altre occasioni, da adibire a megaparcheggio. Ma malgrado si parli di investimenti monstre, oltretutto senza alcun ritorno economico per sé o i propri congiunti, tutto passa in secondo piano in un evento in cui il dolore (che non può mancare per la perdita di un figlio, pur a distanza di 8 anni) è quasi subito stato lenito dalla speranza in un futuro di pace interiore. Sempre all’insegna di una Fede incrollabile.

E dai positivi sentimenti manifestati alla famiglia Procopio dalla gente comune e della autorità civili, religiose e militari, che ieri hanno gremito in ogni ordine di posto la chiesa Stella Maris. Che, dopo i lavori al Sacello interno, da ieri ospita i resti del prof Giovanni. La cui messa in suffragio è stata officiata dal vicario episcopale per il clero Francesco Isabello con accanto il parroco della Stella Maris Giuseppe Cosentino e l’altro sacerdote Giovanni Scarpino.

Senza dimenticare la vicinanza di don Biagio Maimone. Al termine della funzione, poi, il toccante omaggio dell’Ave Maria di Schubert  interpretata da Aurora Mastria. Giovane alunna dell’Istituto Comprensivo di Sellia Marina, componente dell’orchestra scolastica “Magici Suoni” coordinata dal prof Gregorio Sinatora, che ha avuto come accompagnamento il coro della parrocchia del Santissimo Rosario.

Ma è giusto ricordare anche tutti i professionisti che hanno collaborato con il loro lavoro alla buona riuscita della cerimonia. Che, seppur solenne, ha voluto gettare un seme di speranza e di vita che continua malgrado certi affondi durissimi della cattiva sorte. Ecco allora che si sono spesi a vario Cataldo Bonofiglio, in rappresentanza della sua ditta di costruzioni, per i lavori al sacello; Manuel Opipari della ditta Mercurio di onoranze funebri e il fotografo Davide Ionà, insieme a tanti altri che hanno a vario titolo contribuito alla buona riuscita della partecipata e molto sentita celebrazione.

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