Riceviamo e pubblichiamo
Il 2026 sarà l’anno dei calcoli elettoralistici, per una maggioranza parlamentare, guidata da Giorfia Meloni che vuole tesaurizzare al massimo il risultato delle Riforme.
Ad Aprile del 2026, se si verificherà, la vittoria del si alla riforma Costituzionale sulla separazione delle carriere tra Giudici e pubblici ministeri, l’attuale maggioranza parlamentare potrebbe essere tentata, nell’accellerare per approvare l’altra riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del premier con relativa legge elettorale ad essa congeniale.
Questo porterebbe nelle elaezioni politiche del 2027 ad eleggere direttamente il capo del governo di fatto generando un cammbiamento delle prerogative formali del Capo dello Stato senza modificare gli articoli della Costituzione che riguatdano la Presidenza della Repubblica.
Pensiamo al potere di nomina del Presidente della Repubblica del presidente del consiglio designato ma in queso caso eletto direttamente, facendo saltare almeno sostanzialmente la prerogativa della nomina ed inevitabilmente come per i presidenti della Regione oggi collegando la prerogativa di scioglimebto delle Camere, in capo del primo Ministro non più presidente del consiglio dei ministri.
Verificandosi un cambio sostanziale da ogano collegiale, appunto il presidente, i ministri ed il consiglio dei ministri, in organo monocratico il primo ministro, leggittimato durettamente dal corpo elettorale, di fatto stravogendo l’attuale sistema Costutuzionale, proprio prima del 2029 anno di elezione del nuovo capo dello Stato a quel punto di fatto fortemente ridimensionato.
Il 2926 l’anno delle Riforme fatte per persequire obbiettivi politici contingenti, con una mortificazione delle opposizioni e di quella parte di corpo elettorale da eese rappresentato.
