Felice CaristoFelice Caristo

Riceviamo e pubblichiamo

L’articolo 11 della Costituzione Italiana, considera la guerra il male assoluto, addirittura all’articolo 11 nei Principi Fondamentali, stabilisce che la nostra Repubblica ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e che le armi e l’utilizzo di esse può avvenire solo come strumento di difesa quando siamo sottoposti ad un’attacco da parte di un atro Stato.

I Costituenti avevano vissuto  la fine del secondo Conflitto mondiale, con l’attacco militare in Giappone, dove per la prima volta si è sperimentato l’effetto devastante delle bombe atomiche, su Hiroshima e NagasaKi, di cui oggi si celebra l’ottantesimo anniversario.

L’articolo 11 della Costiutuzione fu concepito nella logica di persone che pensavano di avere vissuto in quegli anni gli abbissi della Storia, l’Olocausto ed appunto l’utilizzo delle armi nucleari.

Ma alla banalità del male non c’è mai fine, ed i potenti della terra e le opinioni pubbliche, naturalmente in forme diverse siamo riimmersi nella notte della Storia.

Non solo Gaza e l’Ucraina, ma nel mondo si combattono 52 guerre, ormai anche i rapporti commerciali, non sono più rapporti economici ma si misurano in base a rapporti di forza militare e geopolitica.

Anche la popolarità e la leggittimazione delle Democrazie e dei Parlamenti, nei sistemi liberal democratici è in una crisi profonda, con una rincorsa verso la velocità e la semplificazione del processo decisionale.

I governanti cercano la leggittimazione diretta del popolo o parte di esso, per poter essere libere di agire, come gli autocrati nei Regimi illiberali, ed i cittadini, nella Democrazia dei Social, si sono sostituiti ai Corpi inttermedi, ormai si discute di tutto e non si approfondisce niente.

Ma soprattutto non riusciamo a trarre dalla Storia e dalle vicende passate nessun monito ed inseganamento, quindi anche il termine ripudiare non ci  suscita più orrore neanche quando è riferito all’annientamento del genere umano.

La speranza è nella velocità dei cambiamenti che oggi sono repentini nel insequire il male, ma anche nel ripersquire il bene, in un continuo oscillare.

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