Felice CaristoFelice Caristo

Riceviamo e pubblichiamo

Siamo alla vigilia della festa della Repibblica Italiana, che ogni anno si celebra il 2 giugno.
In questa data nel 1946, non solo viene scelta a suffraggio universale e diretto, la forma di Stato Repubblicana.

Che proprio perché scelta democraticamente dal corpo elettirale, sancisce la fine della forma di Stato monarchica che grandi complicità e respomsbilità, aveva avuto nel consentire, prima l’avvento e poi il perpetuarsi del Regime Fascista.

Nellp stesso giorno, 2 goigno 1946, vengono eletti a suffraggio universale e diretto con sistema elettorale proporzionale puro, i Componenti dell’Assemblea Costituente che successivamente, scrivono ed approvano la Costituzione della Repubblica Italiana, sancendo nell’articolo di chiusura del testo costituzionale, che la forma di Stato Repubblucana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

Pensiamo come in un’epoca la nostra fragile e sottoposta a cambiamenti molto spesso repentini e irrazionali, quando questo punto immodificabile della forma di Stato, assume una pietra angolare a difesa, di qualsiasi revisionismo o negazionismo.

Il 25 aprile, festa della liberazione dal Nazifascismo, il 1 Maggio festa del lavoro, elemento fondativo della Repubblica ed il 2 Giugno dove si festeggia l’adozione della forma di Stato repubblicana, in questa fase storica assumono un significato particolare.

Il mio ricordo a tutti quegli uomini e quelle donne, che  sacrificando la loro vita, legano idealmente queste tre date e  ci hanno lassciato la legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, a tutti noi il compito di farla  rivivere ogni giorno, anche e soprattutto per lasciare questo testimone, alle future generazioni.

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