Riceviamo e pubblichiamo

Il 64% del Bilancio della Regione Calabria copre spese relative al funzionamento del bilancio sanitario,considerando che con il Commissariamento in Sanità il Presidente della Regione Occhiuto non deve rendere conto al Consiglio Regionale presentando ad esso una piano sanitario regionale, come si verifica in una situazione di normalità ma in questa sutuazione si rapporta con un tavolo istituito al Ministero dell’Economia, il quale eroga ulteriori risosrse sé vengono rispettati detrminati parametri, che riguardano per esempio la costruzioni di nuovi Ospedali che infatti vengono avviati con Ordinanze di protezione Civile, proprio per renderli più celeri ed efficienti.

Quindi il Governatore Commissario oggi esercita pieni poteri disponendo di prerogative e risorse mai esercitati da nessun altro Presidente della Regione.
Ormai nel secondo giro di boa della legislatura, dei quattro nuovi Ospedali che dovrebbero essere costruiti, la cosiddetta posa della prima pietra non è avvenuta in nessun luogo della nostra Regione,anzi l’Ospedale declassato da Hub a spoke San Giovanni di Dio di Crotone non è fruibile dai disabili perché non dotato di barriere architettoniche, per non approfondire una situazione al limite della tollerabilità dell’Ospedale Iazzolino di Vibo Valentia ora gestito da una Azienda Sanitaria Provinciale per l’ennesima volta sciolta per Infiltrazioni mafiose da una trioka prefettizia, per non parlare dell’Opsedale di Lamezia Terme e della discussione infinita, di dove deve essre costruito il nuovo Ospedale di Cosenza, naturalmente non pervenuta nessuna notizia sulla messa della prima petra dell’Ospedale di Palmi e Gioia Tauro.

In tutto questo non migliora la situazione della conversione di molti Piccoli Ospedali in case della Salute in modo da garantire una capillare sanità territoriale.
Tutti i Presidenti di Regione ricadono negli stessi errori, quello di pensare di essere Governatori di uno Stato non rendendosi conto che la nostra non è una Repubblica federale ma in questo momento storico non è sostanzialmente neanche uma Repubblica Parlamentare, ma è ancora un sistema dove reggono alcuni contrappesi, per fortuna.

Felice Caristo tesserato Italia Viva

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