Riceviamo e pubblichiamoIl 2025 inizia in Calabria con la prima morte per infortuni sui luoghi di lavoro, Franceso Stella un’operaio di 38 anni cade da una impalcatura, mentre lavorava nell’area industriale di Lamezia Terme.

In Italia al netto dei fine settimana, ferie e festivi si lavora 230 giorni all’anno su 365, che è la durata dell’anno solare.

I lavoratori attivi sono 24 milioni, facendo un semplice calcolo si verificano 1600 feriti all’anno come media e tra questi la media e di 6 o 7 morti per incidenti sui luoghi di lavoro all’anno.

In Lombardia dove ci sono 4,5 milioni di lavoratori muoiono sui luoghi di lavoro il 20% deu lavoratori, in Calabria dove lavorano mezzo milione di lavoratori, i morti sui luoghi di lavoro sono il 2%.

Proporzionalmente la percentuale calabrese è più numerosa di quella Lombarda.

Una statistica impietosa per un paese civile, che nel 2024 ha visto acuirsi il fenomeno di  incidenti sui luoghi di lavoro, aggravati dalla imputazione dell reato di strage, pensiamo alle ultime tragedie che hanno funestato il 2024.

La deregulation in materia di conrolli sui luoghi di lavoro ha generato un effetto domino, dove si risparmia sulla qualità dei materiali, allo stessi modo di come si risparmia sulla solidità degli strumenti di protezione dei lavoratori.

Per vimcere delle gare molto spesso gestite in regime di subappalto si innesca un meccanismo a cascata, dove diventa difficile individuare le responsabilità delle inadempienze, sulla garanzia dei dispositivi necessar a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

I costi sociali di questo fenomeno sono incalcolabili, lasciando ferite difficilmente rimarginabili, una anomalia che con l’inizio dell’anno ci fa rimpiobare nelle vecchie emmergenze, che riguardano il paese reale.







































Felice Caristo tesserato Italia Viva

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