Riceviamo e pubblichiamo

La legge costituzionale 3 del 2001 che è stata leggittimata con un voto popolare di una minoranza di aventi diritto, ha modificato con pochi voti di una maggioramza parlamentare a fine legislatura il vecchio Titolo V della Costituzione.

Questa riforma ha assegnato a quindici Regioni a Statuto Ordinario l’organizzazione sanitaria di fatto creando quindici sistemi sanitari regionali,  aggiuntivi dei cinque sistemi sanitari Regionali delle Regioni a Statuto Speciale oltre alle quali aggiungere anche quelli delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano.

Una babele che genera danni notevoli di mancanza di coordinamento, aggravato dalla situazione delle Regioni sottoposte al Piano di rientro economico finanziario in Sanità, come la Calabria, dove non esistono Piani sanitari Regionali approvati dai Consigli Regionali, ma Strutture Commissariali che Ragioneristicamente si rapportano con un tavolo Ministeriale.

Questo genera in materia di digitalizzazione  e creazione del Fascicolo sanitario elettronico per ogni abitante di una Regione, delle disfunzioni enormi, in Calabria soltanto l’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone e Cosenza, hanno proceduto alla digitalizzazione fonadamentale per trasmettere informazioni su ogni singolo paziente realative alla situazione epidemiologica o alla creazione di un Registro dei Tumori con uno storico che in tempo reale, specie quando un paziente dalle Regioni sottoposte al piano di rientro, si reca ad altre Regioni per farsi curare, fa riparmiare tempo e denaro per creare un fascicolo sanitario personalizzato.

Per procedere nelle Regioni non di appartenenza a risalire alla siutuazione storica del Paziente, il costo sanitario si aggrava di ulteriori 3,3 miliardi di euro all’anno, per non parlare di quello purtroppo misurabile in vite umane dovute alla mancanza di tempestività degli interventi.

Nell’era dell’utlizzo dell’inteliggenza artificiale, tutto questo sembra assurdo e mette in discussione il ruolo delle Regioni, che in un’ epoca di astensionismo dilagante, rappresentano l’articolazione territoriale che gestisce più potere ma che è impotente nel migliorare la qualità della Vita dei Cittadini, i paradossi della nostra Italia.

Felice Caristo, tesserato Italia Viva

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