Riceviamo e pubblichiamo

La retorica meloniana di un potagonismo dell’Italia rappresentata come la terza via all’instabilità franco tedesca per riprendere una politica comunitaria ormai come sistema, sempre più percepita come il prepotente ritorno al mito delle piccole patrie, in un Mondo dominato da Nazioni o organizzazioni dalle dimensioni colossali.

Il Censis nel suo annuale Rapporto rivela un paese l’Italia in una perenne sindrome da galleggiamento, dove sono in crisi tutta una serie di punti fermi del passato, la crisi della democrazia ormai percepita come un sistema dove si è bloccata la possibilità di poter migliorare le proprie condizioni di vita rispetto ai propri genitori, una insicurezza che aumenta ogni giorno alimentata da un mondo incendiato da guerre che accentuano l’impotenza dell’Occidente nell cercare di fermarle.

Gli Stati Nazionali aumentano gli investimenti in spesa militare ed armamenti in contrasto con   il oaradigma di una legislazione che dovrebbe ripudiare la guerra salvo poi finanziarla e fomentarla.

Il diffondersi di pandemie sempre più insidiose fa aumentare la spesa pro capite degli ndividui in prevenzione e cure sanitarie, purtroppo non garantite dal servizio sanitario nazionale creando disparità tra abitanti abbienti e non abbienti e tra servizi erogati in alcune zone geografifiche ed inesistenti in altre, la realizzazione concreta dell’autonomia differenziata.

Infine tutto ciò fa aumentare la violenza contro i medici nei pronti soccorsi o nelle guardie mediche, nei confronti del personale ferroviario nei treni, nei confronti delle donne, a cui i governi reazionari reagiscono scgliendo di percorrere la via semplificata della creazione di nuovi reati, di limitazione delle libertà democcratiche e di inasprimento delle pene, lasciando sulla carta alcune conquiste di civiltà come la cosiddetta giustizia riparativa.

Un quadro desolante quello del Censis in un momento storico dove chi governa, riesce grazie alla propaganda di regime naturalmente democratico,   a nascondere la polvere sotto il tappeto in un paese l’Italia che cresce più di Francia e Germania, ma  cresce dello 0,5% del prodotto interno lordo, ma bisogna essere positivi e vedere il bicchiere mezzo pieno, il problema è che si riduce ogni giorno la dimensione del bicchiere.

Felice Caristo, tesserato Italia Viva

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