di Felice Caristo*

Ormai la politica come le nostre esistenze è caratterizzata da un fenomeno tipico dei tempi dominati dal digitale e ormai dalla nuova frontiera dell’inteliggenza artificiale, la velocità di cambiamento delle nostre certezze un tempo più granitiche e dalla mutevolezza dei fenomeni sociali e politici.

Le Democrazie sono in crisi, ormai alle elezioni Regionali questo dato si è consolidato a prescindere dalla zona geogradica o dalla Regione vota meno della metà degli aventi diritto.

Le ultime regionali in Liguria in Emilia Romagna e Umbria hanno dimostrato che due forze politiche una la lega e l’altra il movimento 5 stelle che pochi anni fè riuscivano insieme ad esprimere una maggioranza parlamentare ormai non interpretano più quella rabbia sociale e quella mancanza di soluzioni politiche, che ha riportato molto elettorato a rifugiarsi nell’astensionismo.

Lultima forma di populismo quello della Meloni rischia d’infrangersi dietro la semplificazione delle soluzioni a problemi complessi.

Osserviamo il dato dell’astensionismo in una Regione come l’Emilia Romagna, un modello efficiente pensiamo a come ha gestito la fase della ricostruzione post terremoto, dove c’è stata collaborazione Istituzionale tra tutti i livelli istituzionali, la stessa è mancata nella gestione delle terribili alluvioni con una separazione tra la funzione di coordinamento del Presidente della Regione ed il commissariamento in capo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha generato disfunzioni che hanno generato disaffezzione al voto in una terra dal grande senso civico, che però e per fortuna non ha prodotto l’ effetto sperato per il Centro desrra.

Pensiamo alla bocciatura da parte della Consulta della legge Calderoli che dimostra che alcuni principi cardine la sussidiarietà, la solidarietà l’equaglianza non sono enunciazioni ormai prive di significatao, ma politiche concrete che vanno nella direzione che proprio in una società foriera di egismi e prepotenze dimostrano che o ci si slava imsieme,  o si rischia la marginalità e l’irrilebanza, questo è il grande monito per il Centro sinistra, bisogna unirsi sulle cose da fare e non dividersi sui pregiudizi nei confronti di persone e storie, questa è la via maestra per riconnettersi con le pesone soprattutto del Centro sinistra che vogliono che si metta al centro la risoluzione dei loro problemi e non le discussioni su formule o alchimie polituche, quando si fa questo si vince come in Emilia Romagna e  Umbria.

*componente cabina di regia provinciale Italia Viva

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