Riceviamo e pubblichiamo
Il CSV Roberta Lanzino, con il suo Presidente una grande orofessionista Roberta Attanasio, denuncia dopo oltre 30 anni, il rischio che il Centro antiviolenza Roberta Lanzino non può più fruire della concreta aginilià della sua sede, perché è stata tagliata la luce e il funzionamento dei riscaladamenti.
Ricordiamo che l’adozione della Convenzione d’Istanbul ratificata dallo Stato Italiano obbliga la Repubblica Italiana ha fornire aiuto alle donne vittime di violenza, specie in un paese l’Italia dove questo fenomeno assume connotati drammatici.
Il fenomeno della violenza contro le donne in Italia rappresenta una vera e propria emergenza sociale, infatti non solo sono state inasprite le Pene, ma è stato istituito un numero a cui si possono rivolgere le vittime di violenza, che si stà rivelando molto utile il 1522.
Ormai le politiche securitarie di questa destra imperante sia a livello mondiale oltre che nazionale e regionale, stanzia risorse un alcuni ambiti, sottraendoli in altri.
Le politiche sociali, fondo per le famiglie con malati non autosufficienti, fondi per le politiche per contrastare la povertà educativa nelle periferie, fondi per prevenire la violenza contro le donne vengono eliminati o decurtati, salvo poi aumentare le risorse per finanziare sagre elettorali o valorizzazione di prodotti non necessariamente di nicchia.
Il rischio della chiusura del CSV Roberta Lanzino rappresenta il segno evidente e paradigmatico, che in Italia paese con uno dei sistemi di Stato Sociale più Civile al mondo, si vogliono ridimensionare le politiche di sostegno per chi si trova in una situazione di difficolrà, per concentrare risorse in settori che aiutino ad ingrossare chi vive già in una situazione di privileggio, sacrificando le grandi conquiste del secolo breve, questo è ul nuovo mondo o meglio il mondo nuovo.
Felice Caristo, Italia Viva